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Detrazioni Irpef. La pianificazione tra i coniugi contro il taglio #finsubito prestito immediato


Il Ddl di bilancio 2025 domani all’esame della Camera introduce un importante cambiamento in materia di detrazioni IRPEF, con un limite specifico per i contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro.

Questa novità impone ai contribuenti di prestare maggiore attenzione alla ripartizione degli oneri detraibili all’interno del nucleo familiare, in particolare tra i coniugi.

L’obiettivo è ottimizzare la fruizione delle agevolazioni fiscali, riducendo al minimo il rischio di perdere parte delle detrazioni o di subire le penalità previste dalla normativa.

Vediamo come la corretta suddivisione delle spese tra i coniugi possa aiutare ad aggirare le penalizzazioni introdotte.

Il discorso riguarda soprattutto le spese sostenute per i familiari a carico.

Il taglio alle detrazioni Irpef dal 2025

Prima di entrare nello specifico della gestione delle spese detraibili  tra i coniugi è necessario riprendere le novità in materia di detrazioni Irpef previste nel Ddl di bilancio 2025.

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Si parte dall’assunto in base al quale  ogni spesa potrà essere scaricata in dichiarazione dei redditi in base alle condizioni e ai limiti previsti dalla norma di riferimento.

Ad esempio per le spese di ristrutturazione rileva l’art.16-bis del DPR 917/86, TUIR. E le norme ammesse in deroga fini al 31 dicembre 2024; il riferimento è al limite di spesa fissato a 96.000 euro con una detrazione al 50%.

Per i contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro però è previsto una spesa massima annua ammessa alla detrazione. Si considerano tutte le spese detraibili. Di conseguenza alcune spese non si potranno più scaricare nel 2025. Le spese sanitarie non saranno interessate dal taglio.

Il reddito complessivo verrà calcolato senza considerare il reddito dell’abitazione principale e delle relative pertinenze.

La spesa massima detraibile

Si parte da una spesa massima detraibile complessiva pari a:

  • 14.000 euro, se il reddito complessivo del contribuente è superiore a 75.000 euro;
  • 8.000 euro, se il reddito complessivo del contribuente è superiore a 100.000 euro.

Per capire quale sarà la spesa massima detraibile i suddetti importi dovranno poi essere moltiplicati per un coefficiente che varia in funzione del numero di figli.

Compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, adottivi, affidati o affiliati, presenti nel nucleo familiare del contribuente, che sono fiscalmente a carico.

I coefficienti da considerare sono i seguenti:

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

  • 0,50, se nel nucleo familiare non sono presenti figli a carico;
  • 0,70, se nel nucleo familiare è presente un figlio a carico;
  • 0,85, se nel nucleo familiare sono presenti due figli a carico;
  • 1, se nel nucleo familiare sono presenti più di due figli a carico o almeno un figlio con disabilità accertata ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992 n. 104, che si trovi nelle condizioni previste nell’articolo 12, comma 2.

Così, ad esempio, con un reddito di 105.000 euro e un solo figlio a carico, il contribuente potrà scaricare in dichiarazione dei redditi una spesa massima di 5.600 euro (8.000 * 0,70).

Taglio alle detrazioni Irpef 2025. La pianificazione tra i coniugi garantisce il massimo sconto in dichiarazione dei redditi

L’introduzione del tetto alle detrazioni per i redditi superiori a 75.000 euro rende indispensabile una pianificazione accurata della ripartizione delle spese tra i coniugi.

Se entrambi i coniugi hanno redditi, attribuire la quota maggiore delle spese detraibili al coniuge con il reddito inferiore consente di massimizzare il beneficio fiscale complessivo.

Questo approccio è particolarmente rilevante in famiglie in cui uno dei coniugi supera la soglia critica di 75.000 euro, rischiando di perdere parte delle detrazioni.

Facciamo un esempio pratico: Reddito del coniuge A: 80.000 euro. Reddito del coniuge B: 40.000 euro. Spese detraibili complessive: 5.000 euro.

Se l’intera spesa è attribuita al coniuge A, una parte delle detrazioni potrà essere ridotta o azzerata a causa del superamento della soglia. Al contrario, ripartendo la spesa a favore del coniuge B, che ha un reddito inferiore, l’intera detrazione può essere recuperata senza penalità.

Dunque, con una pianificazione oculata e una ripartizione strategica delle spese tra i coniugi, è possibile intercettare le penalità previste dalla normativa e ottimizzare i benefici fiscali. Naturalmente stiamo semplificando le casistiche, ma in tal modo si può capire meglio il meccanismo di ripartizione. Poi molto dipenderà dall’importo delle spese sostenute per le quali è ammessa la detrazione.

A ogni modo, ci può avvalere delle  istruzioni di compilazione del modello 730 che spiegano come suddividere le spese tra i coniugi. Nonchè documentare accuratamente le spese sostenute e attribuire la quota maggiore al coniuge con il reddito inferiore consentirà di sfruttare al meglio le agevolazioni fiscali disponibili.

Dalle spese sanitarie a quelle per il mutuo. Come suddividere la detrazione

Come detto le istruzioni di compilazione del modello 730 chiariscono come procedere con la ripartizione delle spese tra i coniugi. In generale, le spese possono essere suddivise secondo la quota effettivamente sostenuta da ciascun contribuente. A condizione che sia presente la documentazione fiscale che attesti il pagamento.

È importante conservare tutta la documentazione fiscale (ricevute, fatture e bonifici) che comprovi il pagamento delle spese. Solo in questo modo sarà possibile giustificare la ripartizione effettuata e beneficiare delle detrazioni senza rischi di contestazione.

Ripartizione spese tra coniugi (esempi)
 

 

 

 

Spese sanitarie

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Se la spesa è stata sostenuta congiuntamente, ogni coniuge può indicare nella propria dichiarazione la quota effettivamente pagata. Per esempio, se una prestazione medica da 1.000 euro è stata pagata al 60% da un coniuge e al 40% dall’altro, ciascuno dovrà riportare la propria quota (600 euro e 400 euro) nella rispettiva dichiarazione. Anche se le spese sanitarie non sono interessate dal taglio comunque l’esempio può essere utile per capire il meccanismo della ripartizione tra coniugi.

 

Interessi passivi su mutui La detrazione degli interessi passivi per l’acquisto della prima casa spetta in proporzione alla quota di proprietà dell’immobile e alla quota di pagamento del mutuo.

 

Spese scolastiche Anche queste spese possono essere suddivise tra i coniugi secondo la quota di pagamento documentata.
Ristrutturazione edilizia Le spese sostenute per lavori di ristrutturazione possono essere ripartite in base alla fattura e ai pagamenti effettuati, garantendo una corretta divisione delle detrazioni.

 

 

Riassumendo

  • Nuovo tetto alle detrazioni IRPEF 2025: i contribuenti con reddito complessivo superiore a 75.000 euro avranno un limite massimo di spese detraibili: 14.000 euro per redditi oltre 75.000 euro e 8.000 euro per redditi oltre 100.000 euro. Il reddito dell’abitazione principale è escluso dal calcolo.
  • Coefficiente familiare: i limiti di spesa detraibili vengono ridotti in base a un coefficiente legato al numero di figli a carico (da 0,50 senza figli a 1 per famiglie con più di due figli o con figli disabili).
  • Ripartizione delle spese tra coniugi: per massimizzare le detrazioni, le spese devono essere attribuite in modo strategico al coniuge con il reddito inferiore a 75.000 euro, riducendo così l’impatto del nuovo limite.
  • Esempi di spese detraibili: le spese che possono essere ripartite includono spese sanitarie, interessi passivi sui mutui, spese scolastiche e ristrutturazioni edilizie, documentando sempre la quota di pagamento sostenuta.
  • Ottimizzazione fiscale: pianificare la suddivisione delle spese seguendo le istruzioni del modello 730 consente di sfruttare al massimo le detrazioni e limitare le penalizzazioni previste dalla normativa per i redditi elevati



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