Ospite di Otto Mezzo, Roberto Saviano replica alle dure parole della premier Giorgia Meloni nei suoi confronti alla serata conclusiva di Atreju a Roma.
Lilli Gruber ha riportato le parole della Meloni che si è vantata di aver buttato fuori i camorristi da Caivano, chiedendo il parere di Saviano.
“In realtà è stata imprudente in questa descrizione, perché non è quello che è accaduto. Semmai forse è un inizio. Caivano ha avuto un centro sportivo, non c’è un investimento sul lavoro. Il lavoro nero continua a essere la grande piaga di Parco Verde di Caivano e di gran parte del Sud. Sono state sì liberate venti, forse trenta case su oltre centoventi. Ma il dettaglio è un altro”- aggiunge lo scrittore.
“E cioè sì, sono case occupate da decenni, alcune da disperati, altre da camorristi. Il sistema camorra è intatto, quindi si può dire che si sta iniziando, ma non sbandierarlo come una vittoria. Peggio: il decreto Caivano ha riempito le carceri minorili e rendendole satolle, l’associazione Antigone ha monitorato che di fatto il decreto Caivano, investendo completamente sulla repressione e non sulla prevenzione. Alla fine, insomma, molti sono entrati in carcere con un reato diciamo lieve, ma ne esci camorristico ed è addirittura peggio.
“Detto ciò, i toni trionfalistici mi sembrano davvero esagerati”, afferma Saviano.
L’attacco della Meloni
“Mi hanno colpito sia i toni che i contenuti di Meloni. Ogni anno c’è un appuntamento contro di me ad Atreju. I toni sono pesanti perché c’è una strategia precisa: quella di rendere in questo caso uno scrittore, ma molto spesso un giornalista o un intellettuale, un rivale politico. In qualche modo è sottrarre il ruolo dialettico della critica e spingerti ad essere considerato l’avversario. La strategia che utilizza anche Trump, la teorizza Steve Bannon”, ricorda lo scrittore.
“C’è un motivo: non serve più intervenire sui temi perché ho già vinto, ho preso i voti; l’avversario no. Si sottrae la legittimità della critica. Questo sclerotizza il dibattito democratico. Inquieta che ci sia questo attacco continuo, come se fossimo di pari livello, ma non lo siamo; è una sproporzione di poteri. Meloni ha le leve: fare il nome e cognome di persone che non sono in politica significa isolarle, e lei lo sa”, conclude Saviano.
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