L’AQUILA – Avvisi di pagamento ASL1: la CGIL richiede un’audizione urgente alla commissione di Vigilanza – Recentemente i cittadini della Provincia dell’Aquila, nella maggior parte dei casi pensionati, si sono visti recapitare all’indirizzo di residenza, da parte dell’Agenzia delle Entrate, avvisi di pagamento per mancata disdetta delle prenotazioni di prestazioni sanitarie per gli importi più svariati presso la Asl dell’Aquila.
Ora il segretario CGIL L’Aquila, Francesco Marrelli, chiede la convocazione della commissione Vigilanza del consiglio regionale, dal parte del presidente Sandro Mariani, del Pd, per fare chiarezza sulla vicenda
LA LETTERA COMPLETA
Egregio Presidente,
Recentemente i cittadini e le cittadine della Provincia dell’Aquila, nella maggior parte dei casi, pensionati e pensionate, si sono visti recapitare all’indirizzo di residenza, da parte dell’Agenzia delle Entrate, avvisi di pagamento per mancata disdetta delle prenotazioni di prestazioni sanitarie per gli importi più svariati.
In particolare, tali avvisi di pagamento, oltre a fare riferimento, in alcuni casi, anche a periodi molto risalenti nel tempo (es. 2015, 2016, 2017, etc.), presentano numerose altre criticità.
In primo luogo, va detto che, per prassi aziendale, la disdetta delle suddette prestazioni sanitarie avveniva per il tramite di una semplice telefonata al CUP che, di rimando, non inviava alcuna conferma scritta dell’avvenuta disdetta, né a mezzo mail, né per raccomandata a/r, né via sms o messaggi whatsapp, o, addirittura, fino ad un anno fa, recandosi personalmente presso il CUP e comunicando verbalmente la disdetta della prestazioni sanitaria, disdetta a fronte della quale, si precisa, il CUP non rilasciava alcuna ricevuta.
Ne consegue che, oggi, i cittadini e le cittadine della Provincia dell’Aquila, proprio in forza della predetta prassi aziendale, e, quindi, per una condotta colposa della ASL1, non hanno alcun modo per comprovare l’avvenuta disdetta e, pertanto, di non avere l’obbligo di effettuare il pagamento richiesto.
In secondo luogo, considerato che, in molti casi, tali avvisi di pagamento fanno riferimento a periodi risalenti nel tempo, dovrebbe considerarsi già intervenuta la prescrizione (tema, quest’ultimo, oggetto di approfondimento da parte dei nostri uffici legali).
Ad ogni modo, va detto che la ASL1 esige, oggi, il pagamento dei ticket ospedalieri per prestazioni sanitarie, in effetti, mai effettuate, essendo state disdette, dette prestazioni, proprio in forza della richiamata prassi aziendale, dai cittadine e dalle cittadine della Provincia dell’Aquila, con una semplice telefonata o comunicazione verbale.
In via ulteriore, bisogna considerare la questione in argomento sotto il profilo dell’allarme sociale. Ed infatti, i cittadini e le cittadine dell’Aquila, spesso pensionati e pensionate che percepiscono importi di pensione mediamente pari, per gli uomini, a circa 1.010,00 euro e, per le donne, a circa 600,00 euro, si trovano, ad oggi, costretti ad effettuare i pagamenti richiesti con grande sacrificio.
Invero, la ASL1, come anticipato, sebbene avesse adottato, in passato, una prassi aziendale che non prevedeva alcuna comunicazione o ricevuta scritta dell’avvenuta disdetta della prestazione sanitaria, richiede, ad oggi, a distanza di anni, i pagamenti per le mancate disdette di prestazioni sanitarie mai eseguite ai cittadini e alle cittadine, spesso pensionati e pensionate, che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.
Tale circostanza determina un’incertezza del diritto della ASL1 a pretendere i pagamenti di cui trattasi e, per l’effetto, un vulnus per i cittadini e per le cittadine della Provincia dell’Aquila.
Inoltre, va detto che la ASL1 chiede proprio oggi, e cioè nel periodo di fine anno e a chiusura del bilancio in corso, ai cittadini e alle cittadine di ripianare i debiti prodotti dalla stessa azienda, debiti che, peraltro, si ripercuotono, con un malfunzionamento dei servizi sanitari, proprio sui medesimi cittadini e cittadine della nostra Provincia.
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