La rara prima edizione della «Scienza Nuova» di Vico torna a Napoli. Domani il prezioso esemplare, prima edizione con annotazioni e correzioni autografe attribuite al filosofo napoletano, sarà consegnato a Silvia Scipioni, direttrice della Biblioteca Nazionale. L’opera, stampata nel 1725, era stata messa in vendita dalla casa d’aste Finarte di Roma lo scorso 5 luglio scorso e Il Mattino si è battuto affinché non finisse tra le mani di un privato, sottraendola ancora agli studiosi vichiani.
ll Ministero della Cultura, riconoscendone l’eccezionale valore storico e culturale, aveva avviato il procedimento per la dichiarazione di interesse culturale, al fine di esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto. Dopo un iter burocratico complesso e meticoloso, è stato avviato quello per l’acquisizione per 90 mila euro, destinando il volume alla Biblioteca Nazionale che ora assicurerà «la destinazione pubblica del bene nel migliore spirito di collaborazione fra istituzioni e operatori privati a tutela del patrimonio culturale e della condivisa memoria del paese, e a vantaggio di studiosi, ricercatori e della comunità intellettuale».
La Scienza Nuova, stampata a Napoli nel 1725 nell’officina di Felice Mosca, è universalmente riconosciuta come una delle pietre miliari del pensiero moderno. L’eccezionalità del reperto, trovato in una collezione privata, risiede nella presenza di postille e correzioni che gli esperti attribuiscono alla mano di Vico stesso, che ne accrescono esponenzialmente il valore, non solo economico ma soprattutto storico-culturale, poiché gettano nuova luce sul processo creativo del filosofo e sulle fasi di elaborazione della sua opera più celebre. La scoperta è attribuita a Fabio Bertolo, esperto di manoscritti e libri antichi della casa d’aste Finarte nonché battitore del lotto, che, in accordo con i proprietari dell’opera, ha deciso di ritirare il volume dopo aver avviato una trattativa diretta con il Ministero della Cultura. Decisione a cui ha partecipato il presidente di Finarte, Rosario Bifulco, che da napoletano doc si è battuto affinché il volume di Vico ritornasse nella sua città.
I funzionari ministeriali hanno così avviato la procedura per dichiarare l’opera di interesse culturale e procedere poi all’esercizio della prelazione. Questo processo ha richiesto la valutazione da parte di una commissione tecnica, che, dopo un’attenta analisi, ha confermato l’autenticità del volume e delle sue annotazioni. «La relazione dei funzionari e bibliotecari incaricati è stata decisiva. Il loro lavoro ha permesso di confermare la congruità della stima e l’importanza culturale dell’acquisizione» ha spiegato Bertolo.
Domani, quindi, l’opera entrerà ufficialmente a far parte del patrimonio statale e sarà consegnata a Napoli, sua sede naturale: è qui che Vico visse e lavorò, ed è qui che il suo pensiero continuò a germogliare, lasciando un segno indelebile nella filosofia e nella cultura occidentale. «L’acquisizione nelle collezioni della Biblioteca Nazionale di Napoli è motivo di grande soddisfazione per il nostro Paese e per la città. Si valorizza così ulteriormente il suo già ricco patrimonio bibliografico e si permetterà agli studiosi di avviare inediti itinerari di ricerca, che, sono certa, daranno risultati scientifici interessanti» ha sottolineato Paola Passarelli, direttore generale Biblioteche e Diritto d’autore. Grande soddisfazione anche della direttrice Silvia Scipioni: «L’opera verrà collocata nella sezione Vichiana, dove sono già presenti esemplari a stampa delle opere di Vico con note autografe dell’autore. La sezione si arricchirà dunque di un nuovo importante testimone, le cui annotazioni potrebbero fornire spunti di approfondimento in relazione alla circolazione dell’opera vichiana e dei rapporti dell’autore con altri interlocutori».
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