Si avvia a conclusione il complesso e travagliato iter parlamentare che condurrà, entro la fine dell’anno, all’approvazione della legge di bilancio per il 2025. Gli emendamenti più discussi e importanti per le imprese, cioè quelli che modificano in maniera sostanziale il piano Transizione 5.0 e il piano Transizione 4.0 e che introducono, nonché l’IRES premiale, sono stati approvati senza modifiche sostanziali.
La parola passa ora all’Assemblea della Camera dei Deputati, la quale sarà chiamata a esprimersi sulla questione di fiducia che il Governo porrà sul provvedimento, senza poter quindi apportare correzioni ulteriori. A quel punto il testo passerà al Senato, dove pure il tempo a disposizione non consentirà di toccare il provvedimento.
Di fatto quindi – salvo ulteriori colpi di scena – possiamo considerare sostanzialmente definitive le versioni dei provvedimenti che vedremo in questo articolo.
Nei prossimi paragrafi trovate una spiegazione semplificata delle novità in arrivo. Al termine di ciascun paragrafo troverete i testi degli emendamenti approvati in Commissione Bilancio alla Camera.
Transizione 4.0, stop al software e tetto a 2,2 miliardi
Il piano Transizione 4.0 viene profondamente modificato dalla legge di bilancio 2025.
Due sono i cambiamenti principali. Il primo è l’eliminazione dell’incentivo sui beni immateriali: il credito d’imposta per l’acquisto di software, che era previsto al 10% per il 2025, viene completamente rimosso.
Il secondo è l’introduzione di un tetto di spesa per la parte residua della misura relativa ai beni strumentali materiali: il credito d’imposta per gli investimenti in beni materiali sarà quindi teoricamente disponibile fino al 31 dicembre 2025, con consegna entro il 30 giugno 2026, ma con un limite di spesa complessivo di 2,2 miliardi di euro che difficilmente consentiranno di coprire il fabbisogno della misura per l’intero anno.
Il limite di spesa tuttavia non si applicherà agli investimenti per i quali, alla data di pubblicazione della legge di bilancio (presumibilmente il 31/12/2024), l’ordine risulti già accettato dal venditore e siano stati versati acconti pari ad almeno il 20% del costo di acquisizione.
Dal 2025, come già accade adesso, per accedere al credito d’imposta le imprese dovranno inviare una comunicazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’ammontare delle spese sostenute e il credito maturato. La novità è che, essendo la misura a risorse finite, il Ministero trasmetterà all’Agenzia delle Entrate l’elenco delle imprese beneficiarie in ordine cronologico di ricezione delle comunicazioni, fino al raggiungimento del tetto di spesa. Terminate le risorse, l’accesso alla misura sarà dichiarato concluso.
Il testo dell’emendamento approvato sul piano Transizione 4.0
Transizione 5.0, il primo scaglione sale a 10 milioni e arrivano cumulabilità e semplificazioni
La legge di bilancio 2025 introduce poi importanti modifiche al piano Transizione 5.0, con l’obiettivo di renderlo più accessibile e vantaggioso per le imprese.
Innanzitutto viene ampliata la possibilità di cumulare il piano con altri incentivi: viene intanto consentito il cumulo con il credito d’imposta ZES (precedentemente espressamente escluso) e poi rimosso il vincolo generale della cumulabilità con le sole misure basate su risorse nazionali. In parole semplici il piano Transizione 5.0 diventa cumulabile con tutte le agevolazioni, comprese quelle finanziate con fondi europei, per esempio gli incentivi regionali finanziati con le risorse del FESR. C’è però il vincolo di non coprire le stesse spese con due agevolazioni diverse.
L’altra grande novità riguarda gli scaglioni di investimento: i primi due, quello fino a 2,5 milioni e quello da 2,5 a 10 milioni, vengono unificati in un unico scaglione che copre gli investimenti fino a 10 milioni. In questo modo le aliquote del 35%, 40% e 45%, previste in precedenza solo per investimenti fino a 2,5 milioni, si applicano ora a un intervallo più ampio, rendendo il piano più conveniente anche per investimenti più sostanziosi.
La terza novità riguarda il fotovoltaico. Viene modificato lo schema delle maggiorazioni, incentivando con una maggiorazione del 30% anche l’acquisto dei pannelli di tipo a). Salgono al 40% e al 50% le maggiorazioni già previste per i pannelli di tipo b) e c).
Veniamo alle due semplificazioni. La prima riguarda la sostituzione di macchinari obsoleti, cioè quelli che hanno terminato da oltre 24 mesi il periodo di ammortamento. In caso di sostituzione di un macchinario con queste caratteristiche si consente di evitare il calcolo del risparmio energetico conseguito, a patto di accontentarsi della prima fascia di efficientamento energetico che dà diritto a un’aliquota del 35% fino a 10 milioni.
Vengono poi semplificate anche le procedure per i progetti gestiti dalle ESCo: nel caso di beni 4.0 acquisiti tramite contratto EPC con una ESCo l’efficientamento energetico previsto viene considerato ottenuto.
Tutte queste novità si applicano anche alle pratiche già avviate.
Il testo dell’emendamento approvato sul piano Transizione 5.0
IRES premiale, l’incentivo per chi investe in beni strumentali e aumenta l’occupazione
Arriva poi l’attesissima IRES premiale. Si tratta di una misura volta a incentivare gli investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro.
In sostanza le aziende che nel 2024 accantonano almeno l’80% dei loro utili e ne reinvestono almeno il 30% in beni strumentali 4.0 (macchinari, impianti, software ecc.) o 5.0 potranno beneficiare di una riduzione dell’IRES, l’imposta sul reddito delle società, del 4% sull’intero utile del 2025.
Per accedere a questa agevolazione le imprese dovranno rispettare alcune condizioni. In primis l’investimento minimo in beni strumentali dovrà essere di 20.000 euro ed effettuato tra gennaio 2025 e la data della presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al 2025.
Altra condizione è che le aziende dovranno almeno mantenere nel 2025 la media dei lavoratori occupati nel triennio 2022-2024 ed effettuare nel 2025 nuove assunzioni a tempo indeterminato che incrementino l’organico di almeno l’1% (o di una unità se hanno meno di 100 dipendenti).
È importante sottolineare che le imprese non devono aver fatto ricorso alla cassa integrazione per poter beneficiare dell’IRES premiale.
Il testo dell’emendamento approvato sull’IRES premiale
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