La Cina si è trasformata da attore minore dell’industria automobilistica due decenni fa a leader mondiale nella produzione e nell’esportazione di automobili, in particolare di veicoli elettrici (EV), come ha riportato il New York Times recentemente.
Ma la tendenza dell’impatto della Cina sul mercato automobilistico globale è stata meglio caratterizzata da questo grafico, pubblicato nel fine settimana, che mostra come la produzione automobilistica cinese sia passata dall’1% al 39% della produzione globale in 20 anni.
La rapida ascesa è stata alimentata da significativi investimenti governativi, dai progressi dell’automazione e dalla crescita del mercato interno, che ora è il più grande a livello globale. L’esistenza di un forte mercato locale permette alle azienOrmai il 40% dellede di screscere basate sulla certezza della domanda, cosa che in Europa, ad esempio, non esiste più Le normaitve e l’austerità hanno distrutto la Domanda, e quindi la certezza di mercato delle aziende nazionali.
L’articolo del NYT afferma che, poiché le vendite interne sono rallentate a causa dei venti contrari dell’economia, la Cina si è rivolta sempre più ai mercati internazionali per vendere le proprie auto, in particolare i veicoli elettrici.
Marchi cinesi come BYD si sono guadagnati il riconoscimento globale per aver offerto auto elettriche avanzate a prezzi altamente competitivi, esportando più veicoli elettrici di qualsiasi altro Paese. I principali mercati includono l’Europa, dove i modelli compatti sono molto popolari, e il sud-est asiatico, dove la domanda è trainata dalla convenienza economica.
Già a inzio anno si sapeva che la Cina stava addirittura detronizzando molti dei suoi concorrenti giapponesi, da tempo rivali. Tra il 2019 e il 2024, le case automobilistiche giapponesi registreranno i più forti cali di quota di mercato in Cina, Singapore, Thailandia, Malesia e Indonesia, secondo l’analisi di Bloomberg dei dati di vendita e immatricolazione.
Le case automobilistiche giapponesi non stanno perdendo terreno solo nei Paesi asiatici, con tutte e sei le case monitorate da Bloomberg che registrano cali in Cina, ma anche a livello globale, come mostra il grafico qui sopra.
Persino la Toyota, leader mondiale per volume di auto, ha visto le sue vendite ristagnare. Nel Sud-Est asiatico, tradizionale roccaforte dei marchi giapponesi, la quota di mercato è calata drasticamente.
In Tailandia e a Singapore, le case automobilistiche giapponesi controllano appena il 35% del mercato, in calo rispetto a oltre il 50% nel 2019, mentre le strade un tempo dominate da Nissan e Mazda sono sempre più occupate da marchi cinesi.
La leadership cinese nel settore dei veicoli elettrici è il risultato di oltre un decennio di sostegno governativo mirato, tra cui sussidi, agevolazioni fiscali, prestiti a tasso agevolato e forti investimenti nella tecnologia delle batterie.
Dal 2009, oltre 230 miliardi di dollari sono stati destinati ai settori dei veicoli elettrici e delle batterie, come riporta il New York Times .
Le case automobilistiche cinesi mantengono inoltre un significativo vantaggio in termini di costi rispetto ai loro concorrenti globali. Le auto prodotte da aziende cinesi costano circa il 30% in meno per l’assemblaggio, soprattutto grazie al controllo sulla catena di fornitura delle batterie, ai costi di manodopera più bassi e ai processi di produzione più efficienti.
Tuttavia, il dominio della Cina ha sollevato preoccupazioni a livello globale. Paesi come gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno imposto tariffe sui veicoli elettrici cinesi, citando sussidi ingiusti e la potenziale minaccia per le industrie locali. Nonostante queste barriere commerciali, i veicoli cinesi rimangono competitivi grazie ai loro prezzi più bassi e alla loro qualità comparabile.
I forti investimenti e il vantaggio tecnologico della Cina le consentono di continuare a dominare il mercato automobilistico globale. Anche con l’intensificarsi delle spinte internazionali, la sua capacità produttiva, i suoi vantaggi in termini di costi e la sua leadership nella tecnologia dei veicoli elettrici suggeriscono che la sua influenza persisterà per gli anni a venire.
Intanto le case occidentali in Cina non combinano più nulla: Mercedes non vende auto elettriche, mentre GM deve registrare addirittura una perdita di 5 miliardi di dollari per la svalutazione delle attività in Cina.
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