Andare in pensione anticipata, per i lavoratori assunti dopo il 1996, diventerà più difficile. Dal prossimo anno (ma gli effetti si vedranno solo dal 2027) salgono infatti gli anni di contributi richiesti: dagli attuali 20 a 25 anni. Si potrà però sfruttare un eventuale fondo pensione integrativo, senza costi aggiuntivi per lo Stato, per raggiungere la soglia minima richiesta di 3 volte l’assegno sociale. Così, un emendamento alla Manovra 2025 della Lega, riformulato, consente di utilizzare per la prima volta nella storia della previdenza italiana questa possibilità per raggiungere le soglie minime e accedere al prepensionamento.
Si tratta di una vera novità, che però, al di là di spingere il secondo pilastro del sistema pensionistico, ovvero quello privato, non cancella il fatto che le condizioni per l’uscita anticipata per i lavoratori con almeno 64 anni di età e «interamente contributivi» si inaspriscono rispetto ai paletti già più rigidi che erano stati introdotti dal governo Meloni nella scorsa manovra.
Proviamo allora a capire meglio come cambia la pensione anticipata e come funziona questo nuovo scivolo approvato il 17 dicembre in Commissione bilancio alla Camera.
18 dicembre – 14:40
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