Secondo le ultime rilevazioni il tasso di disoccupazione in Italia è oggi pari al 7,2%: a questo proposito il governo ha varato una serie di incentivi all’occupazione, riconoscendo alle aziende un esonero sui contributi previdenziali, e tracciato dei percorsi di politica attiva.
Il governo ha fissato una serie di incentivi all’occupazione, riconoscendo alle aziende un esonero sui contributi previdenziali e tracciato dei percorsi di politica attiva per l’occupazione. Scopriamo assieme quali sono quelle previste nel 2025 e quali scompariranno, invece, il prossimo anno.
È importante distinguere le tipologie di aiuti oggi presenti. Innanzitutto, ci sono le indennità di disoccupazione, che spettano immediatamente dopo la perdita involontaria del lavoro e che variano per settore e tipologia del contratto.
Poi ci sono le politiche attive, percorsi di orientamento e formazione al lavoro organizzati da centri per l’impiego, agenzie per il lavoro o centri di formazione, che in alcuni casi prevedono un sostegno economico.
Infine, il riconoscimento di alcuni strumenti di sostegno per alcune specifiche situazioni, dalla malattia alla maternità.
Come chiarito dall’articolo 19 del decreto legislativo n. 150 del 2015, infatti, lo stato di disoccupazione si acquisisce quando contestualmente sussistono queste due condizioni:
- essere privi di un impiego, o comunque quando dall’attività lavorativa non si percepisce un reddito da lavoro dipendente superiore a 8.500 euro l’anno, 5.500 euro nel caso del lavoro autonomo;
- aver dichiarato la propria immediata disponibilità allo svolgimento di un’attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro. Tale passaggio va espletato attraverso il rilascio della dichiarazione di immediata disponibilità (Did).
Fatta chiarezza su questo, importante, aspetto, possiamo vedere quali sono i bonus che quest’anno spettano a coloro che sono disoccupati e, a seconda dei casi, soddisfano particolari requisiti.
L’indennità di disoccupazione: Naspi
Il primo aiuto da menzionare è la Naspi: per i lavoratori subordinati che hanno almeno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni, spetta un’indennità pari al 75% dello stipendio medio percepito entro un massimo di 1.425,21 euro, più il 25% per la parte residua fino ad arrivare al massimo a 1.550,42 euro.
La Naspi viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi 4 anni con un massimo di 24 mensilità ma si può pagare in un’unica soluzione (una possibilità concessa a coloro che si mettono in proprio).
Le indennità di disoccupazione spettano subito dopo la perdita, involontaria, del lavoro e variano per settore e tipologia del contratto mentre vengono definite “politiche attive” percorsi di orientamento e formazione al lavoro organizzati da centri per l’impiego, agenzie per il lavoro o centri di formazione, che in alcuni casi prevedono un sostegno economico.
La Naspi, prevista per i lavoratori subordinati che hanno accumulato almeno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni, è pari a un’indennità del 75% dello stipendio medio percepito, entro un massimo di 1.425,21 euro, più il 25% per la parte residua fino ad arrivare al massimo a 1.550,42 euro.
La Naspi viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi 4 anni con un massimo di 24 mensilità ma si può pagare in un’unica soluzione (una possibilità concessa a coloro che si mettono in proprio).
Per i collaboratori coordinati e continuativi (cosiddetti co.co.co), in caso di cessazione di una o più collaborazioni, assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio che abbiano maturato almeno un mese di contribuzione nella Gestione Separata Inps, il calcolo dell’importo è simile a quello della Naspi, con gli stessi massimali, senza tener conto dello stipendio percepito ma del reddito imponibile a fini previdenziali risultante dai versamenti contributivi effettuati nell’anno solare in cui si è verificato l’evento di cessazione del lavoro e in quello solare precedente, diviso per il numero di mesi di contribuzione.
Erogato da FormaTemp, il Sostegno al reddito (Sar) spetta a lavoratori disoccupati che hanno avuto contratti di somministrazione. Per ottenerlo bisogna essere disoccupati da almeno 45 giorni, aver maturato almeno 110 giorni di lavoro oppure 45 giorni da quando si conclusa la procedura MOL (Mancanza di Occasioni di Lavoro).
In questa circostanza, spetta un bonus di mille euro, che si riduce a 780 euro a coloro che sono disoccupati da almeno 45 giorni e hanno maturato almeno 90 giorni di lavoro nell’ultimo anno.
Per i lavoratori agricoli dipendenti è prevista una misura specifica per un numero di giornate pari a quelle lavorate. L’indennità di disoccupazione agricola, però, si può ottenere solo in caso di iscrizione negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti, due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria e almeno 102 contributi giornalieri nel biennio.
L’importo è pari al 40% della retribuzione di riferimento, con la trattenuta del 9% a titolo di contributo di solidarietà.
Naspi, nel 2025 l’indennità cambia volto
Il prossimo anno molte cose cambieranno, compresa la Naspi, l’indennità di disoccupazione per gli ex dipendenti. Proprio loro potrebbero avere dei problemi nella richiesta della Naspi, se non hanno raggiunto certi requisiti.
Come prima novità, la Naspi 2025 prevede dal prossimo anno l’impossibilità di percepire l’indennità per chi ha lavorato all’estero.
Lo conferma la Legge di Bilancio 2025: all’articolo 29 sta scritto che per le cessazioni di rapporto di lavoro “intervenute a partire dal 1 gennaio 2025 non sarà più possibile beneficiare di quanto stabilito dalla legge 402/1975. Ovvero di percepire la Naspi in qualità di lavoratore rimpatriato dopo un periodo di impiego all’estero.
Foto: Shutterstock
Il motivo di questo stop è per limitare lo sfruttamento di una norma che, in linea di massima, permetterebbe di accedere alla Naspi anche con un solo giorno di lavoro all’estero.
Oltre a ciò, da poco più di un mese è previsto per tutti i percettori di Naspi l’iscrizione automatica alla piattaforma SIISL, quella adibita per la ricerca del lavoro.
Anche nel 2025 i beneficiari di Naspi dovranno accedere alla piattaforma e compilare i dati necessari per il Patto di attivazione digitale entro 15 giorni dall’inizio della prestazione.
Ancora da essere confermata è invece la disposizione prevista dal decreto Collegato Lavoro, per cui una volta scattata la 15 assenza ingiustificata l’interruzione del rapporto di lavoro verrà comunque considerata per volontà del lavoratore e non dell’azienda.
Si tratta di una misura volta a limitare l’abuso da parte dei “furbetti” della Naspi di farsi licenziare dal datore di lavoro a forza di continue assenze ingiustificate.
Così facendo, per il dipendente sarà come aver rassegnato le dimissioni, precludendosi così la possibilità di accedere alla Naspi.
Naspi 2025, cosa succede in caso di dimissioni volontarie
L’ultima novità in merito alla Naspi per il 2025 riguarda un emendamento al testo della Manovra che propone l’introduzione di un “paletto” alla possibilità di beneficiare della Naspi tramite dimissioni volontarie.
Come detto sopra, le dimissioni volontarie non prevedono successivamente l’erogazione della Naspi, a meno che non vengano fatte per uno dei motivi indicati dall’INPS.
Detto ciò, nell’emendamento viene data la possibilità di accesso a chi ha lasciato spontaneamente un lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti. A patto però che dal nuovo rapporto di lavoro (l’ultimo a essersi interrotto) si accumulino almeno 13 settimane di contributi versati.
Questo “paletto” è stato disposto per limitare la tendenza a dimettersi e a trovare nuove occupazioni di breve durata o intermittenti per ottenere la Naspi o evitare alle aziende di pagare il ticket di licenziamento.
In questo modo, dopo le dimissioni il lavoratore dovrà attendere 12 mesi per chiedere la Naspi (dopo una riassunzione breve). In alternativa, dovrà trovare un lavoro che gli garantisca prima della cessazione del rapporto almeno 12 settimane di contributi.
Naspi 2025, tutti gli importi del prossimo anno
Ogni anno gli importi della Naspi sono oggetto di rivalutazione, pertanto a partire dal 1 gennaio verrà applicato sull’assegno di disoccupazione l’aumento dello 0,8%, lo stesso previsto per le pensioni.
Ricordiamo che la Naspi viene calcolata attraverso l’individuazione della retribuzione media mensile degli ultimi 4 anni, con limite massimo a 1.550,42 euro.
Con la nuova rivalutazione, dal 2025 per chi prende la Naspi l?importo non potrà essere superiore a 1.562,82 euro.
L’incremento annuo non spetta a chi già prende la Naspi da più di 6-8 mesi. Infatti, a decorrere dal 6 mese (8 per chi ha più di 55 anni), scatta una decurtazione del 3% sull’importo effettivo, che verrà applicata per ogni mese.
Dis-Coll
Simile alla Naspi, viene riservata ai collaboratori coordinati e continuativi in caso di cessazione di una o più collaborazioni, così come ad assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio.
Per tutti vale un solo requisito: aver maturato almeno un mese di contribuzione nella Gestione Separata Inps. Il calcolo dell’importo è simile a quello della Naspi, con gli stessi massimali, senza tener conto però dello stipendio percepito ma del reddito imponibile ai fini previdenziali risultante dai versamenti contributivi effettuati nell’anno solare in cui si è verificato l’evento di cessazione del lavoro e in quello solare precedente, diviso per il numero di mesi di contribuzione.
Sar
Erogato da FormaTemp, il Sostegno al reddito (Sar) spetta ai lavoratori disoccupati che hanno avuto contratti di somministrazione.
Per ottenerlo bisogna essere disoccupati da almeno 45 giorni con almeno 110 giorni di lavoro maturati oppure da almeno 45 giorni che hanno concluso la procedura MOL (Mancanza di Occasioni di Lavoro). In questa circostanza spetta un bonus di mille euro che si riduce a 780 euro per coloro che sono disoccupati da almeno 45 giorni e hanno maturato almeno 90 giorni di lavoro nell’ultimo anno.
Indennità di disoccupazione agricola
Per i lavoratori agricoli dipendenti vi è poi una misura specifica, che spetta per un numero di giornate pari a quelle lavorate.
L’indennità di disoccupazione agricola, però, si può ottenere solo in caso di iscrizione negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti, due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria e almeno 102 contributi giornalieri nel biennio.
Foto: Shutterstock
L’importo è pari al 40% della retribuzione di riferimento, con la trattenuta del 9% a titolo di contributo di solidarietà.
Assegno di inclusione
Tra gli aiuti va menzionato anche l’assegno di inclusione, che ha preso il posto del vecchio Reddito di cittadinanza.
L’aiuto spetta solo alle famiglie in cui c’è almeno un componente disabile, minore, over 60 o una persona assistita da un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali. Questo significa che non basta più essere disoccupati per ottenere l’aiuto, come succedeva invece per il Reddito di cittadinanza.
Questo aiuto spetta però, solo alle famiglie in cui c’è almeno un componente disabile, minore, over 60 o una persona assistita da un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali. Questo significa che non basta più essere disoccupati per ottenere l’aiuto, come succedeva, invece, per il reddito di cittadinanza.
Supporto formazione lavoro
Oltre l’assegno di inclusione a prendere il posto del reddito di cittadinanza c’è anche il Supporto formazione lavoro: se hanno Isee inferiore a 6 mila euro e sono nella condizione di poter lavorare, è previsto un percorso che parte dalla sottoscrizione del patto di servizio personalizzato con il centro per l’impiego e si sviluppa con la partecipazione a una serie di iniziative di formazione e orientamento.
Per tutto il periodo di partecipazione alle suddette attività, e comunque per un massimo di 12 mensilità, spetta un bonus del valore di 350 euro che a differenza dell’Assegno di inclusione viene pagato alla singola persona. Da segnalare, inoltre, come il Supporto formazione e lavoro non è compatibile con la Naspi.
Congedo matrimoniale
Tra i sostegni c’è poi il congedo matrimoniale, valido per coloro che nei 90 giorni che precedono il matrimonio o l’unione civile hanno lavorato per almeno 15 giorni alle dipendenze di aziende industriali, artigiane o cooperative.
In questo caso spetta un’indennità sostitutiva del congedo matrimoniale con importo variabile a seconda del settore lavorativo e della qualifica (ad esempio per gli operai è pari a 7 giorni di retribuzione).
In caso di malattia certificata dal medico entro i 60 giorni dalla cessazione del contratto da lavoro dipendente spetta un’indennità pari al 50% della retribuzione media giornaliera tra il 4° e il 20° giorno e pari al 66,66% dal 21° al 180° giorno.
Da considerare anche il congedo di maternità: anche alle disoccupate spetta un’indennità sostitutiva del congedo di maternità obbligatorio della durata di 5 mesi a patto che dalla sospensione del lavoro e l’inizio del congedo siano trascorsi non più di 60 giorni. Ne può beneficiare anche se, in alternativa, risulta titolare di Naspi.
Spetta anche alle lavoratrici impiegate in settori in cui non è dovuto il contributo contro la disoccupazione involontaria, che negli ultimi 2 anni possono vantare almeno 26 contributi settimanali e hanno iniziato il periodo di congedo con una distanza di massimo 180 giorni dall’ultimo giorno di lavoro.
Indennità di malattia
In caso di malattia certificata dal medico entro i 60 giorni dalla cessazione del contratto da lavoro dipendente spetta un’indennità pari al 50% della retribuzione media giornaliera tra il 4° e il 20° giorno e pari al 66,66% dal 21° al 180° giorno.
Congedo di maternità
Da considerare anche il congedo di maternità: anche alle disoccupate spetta un’indennità sostitutiva del congedo di maternità obbligatorio della durata di 5 mesi a patto che dalla sospensione del lavoro e l’inizio del congedo siano trascorsi non più di 60 giorni.
Ne può beneficiare anche se, in alternativa, risulta titolare di Naspi. Spetta anche alle lavoratrici impiegate in settori in cui non è dovuto il contributo contro la disoccupazione involontaria, che negli ultimi 2 anni possono vantare almeno 26 contributi settimanali e hanno iniziato il periodo di congedo con una distanza di massimo 180 giorni dall’ultimo giorno di lavoro.
FOTO: Shutterstock
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui