L’evento del circolo Arci Post pubblicizzato con l’immagine del killer di Brian Thompson e lo slogan:«Anche le assicurazioni sanitarie parassite non dovrebbero esistere». Dopo le segnalazioni il cambio con Che Guevara
«Torna la festa dove i miliardari non dovrebbero esistere (e neanche le compagnie di assicurazione sanitarie parassite»: queste le parole che il Circolo Arci Post di Parma ha utilizzato per promuovere sui propri social un evento del 20 dicembre.
A corredo del testo anche una foto di Luigi Mangione, salito alla ribalta delle cronache per l’omicidio di Brian Thompson, ceo del colosso assicurativo statunitense United HealthCare. Una scelta che ha subito destato scalpore e polemiche, tanto che il Circolo ha deciso di rimuovere il post pubblicato sui propri social e sostituirlo con la foto di Ernesto «Che» Guevara: nessuna modifica, invece, per quanto riguarda il testo.
La scelta di utilizzare la foto di Mangione, il 26enne arrestato lo scorso 9 dicembre in Pennsylvania ed accusato di omicidio, è stata duramente criticata da Missione Parma, il movimento civico giovanile guidato dal consigliere comunale Virginia Chiastra: «Il sindaco Guerra – si legge in una nota – prenda le distanze da questa gravissima iniziativa della realtà associativa del mondo Arci». La stessa presa di distanza viene chiesta anche al consigliere comunale del Partito Democratico, Manuel Marsico.
«Siamo rimasti increduli – affermano da Missione Parma – parole come quelle del post denotano livore ed invidia sociale. Solo dopo che la notizia era iniziata a circolare sulle testate online, hanno pensato che forse sarebbe stato meglio rimuoverla, ma per loro sfortuna esiste la tecnologia dello screenshot».
E sulla scelta successiva di utilizzare l’immagine del «Che», commentano: «Non riusciamo a capire se siano riusciti addirittura a peggiorare la loro situazione, già gravissima».
«Il punto vero – conclude Missione Parma – è tenere alta la guardia su coloro che si professano campioni di inclusione, paladini della democrazia, dei diritti, delle minoranze per poi rivelarsi per quello che sono realmente, cioè dei veri autoritari: non accettano opinioni difformi dalle loro, non accettano che ci siano persone che, per merito o fortuna, siano più benestanti di altre, hanno un’ostilità quasi inconsapevole verso l’individuo, la sfera privata, l’impresa e il successo professionale».
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