Il quadro normativo attorno al credito d’imposta per la Transizione 4.0 si arricchisce di vincoli e meccanismi di controllo volti a contingentare la spesa pubblica e monitorare in modo più puntuale i soggetti beneficiari. La recente estensione prevista fino al periodo d’imposta 2025, accompagnata da una dotazione finanziaria di circa 2,2 miliardi di euro, introduce un passaggio formale che implica l’invio telematico di una specifica comunicazione al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Quest’ultimo, qualora il bonus venga accordato, trasmetterà poi all’Agenzia delle Entrate l’elenco dei soggetti ammessi, assolvendo a una funzione di raccordo tra il Ministero e il sistema tributario. Di conseguenza, il paradigma dell’incentivo “automatico”, tipico delle versioni precedenti della misura, cede il passo a un approccio più burocratizzato, in linea con le recenti indicazioni del Legislatore.
Dal punto di vista operativo, per accedere al credito d’imposta 4.0 sui beni materiali e immateriali acquisiti nell’arco temporale compreso tra il 1.01.2025 e il 31.12.2025 (estendibile al 30.06.2026 se entro la fine del 2025 siano già perfezionati ordine accettato dal venditore e acconto minimo del 20%), l’impresa o il professionista dovrà trasmettere i dati relativi all’ammontare degli investimenti e al corrispondente credito d’imposta al MIMIT, attenendosi alle prescrizioni del D.D. 24.04.2024.
Completata questa fase di trasmissione, sarà lo stesso Ministero a occuparsi di inoltrare all’Amministrazione Finanziaria l’elenco nominativo dei soggetti che potranno effettivamente utilizzare in compensazione il relativo bonus. Non appena la soglia di spesa stabilita dal Bilancio statale verrà saturata, il MIMIT lo comunicherà sul proprio sito, determinando la sospensione immediata di nuovi invii per la richiesta del contributo. Saranno ritenuti fuori dal computo del limite di spesa i beni il cui acquisto risulti già vincolato da ordine accettato e versamento di almeno il 20% di acconto prima dell’entrata in vigore della legge di Bilancio 2025.
Tale beneficio continua a rivolgersi a imprese di ogni forma giuridica e settore, nonché a professionisti (ivi compresi gli esercenti arti e professioni), pur richiedendo il rispetto degli obblighi in materia di sicurezza del lavoro e regolarità contributiva. La misura, introdotta originariamente dalla L. 30.12.2020, n. 178, rimane quindi aperta a un vasto spettro di operatori, ma con l’aggiunta di un passaggio formale volto a filtrare le richieste in funzione delle risorse effettivamente disponibili a bilancio.
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