Un libro che ricostruisce completamente il decennio più sanguinoso che l’Italia ha vissuto durante la Guerra fredda, tra il 1970 e il 1980.
Un arco temporale che inizia con la nascita delle Brigate Rosse e giunge al delitto Moro. The masquerade reloaded è stato scritto a quattro mani da Maurizio Fiorentini, responsabile di un collettivo romano dell’Autonomia Operaia, e da Roberto Valtolina, scrittore e ricercatore. Pubblicato per i tipi di Frascati & Serradifalco editori, è acquistabile dal 12 settembre.
L’esposizione si srotola a ritroso, dal dopo Moro all’incubazione del terrorismo rosso.
Evento per evento: apparati, investigatori, magistrati, politici, militanti, movimenti, vittime, spie. Senza sconti, scorciatoie e nemmeno complottismi. Una trama d’eccezione in cui dominano i fatti, calati nel contesto di scontro tra i blocchi della Guerra fredda. Gli appassionati di storia, i morologi e i più giovani possono leggere una trama il cui baricentro si basa sul vissuto di chi quegli eventi li ha attraversati personalmente. Yalta è una guerra sporca che non è finita il 9 novembre 1989: prosegue anche oggi, come mostrano le vicende ucraina e palestinese. E il segreto delle tensioni internazionali fra Stati Uniti e Russia, con la missione di un gruppo navale formato da due gioielli della Marina russa giunti nel giugno 2024 nel porto cubano di L’Avana, è svelato per la prima volta da The masquerade reloaded.
Craxi. Feltrinelli, Moro.
Prima della fuga ad Hammamet, all’inizio degli anni ‘90, il leader Psi Bettino Craxi si rivolse ai vertici dello Stato italiano. La vicenda scottava. Il carteggio craxiano sui legami tra il Kgb e un settore del Pci finì nel dimenticatoio, ma il libro fa riemergere quello scottante nervo scoperto. Il secondo protagonista dell’opera, Giangiacomo Feltrinelli, editore e fondatore dell’omonima casa editrice, supportò e tentò di federare quasi tutta la galassia extraparlamentare che si formò alla fine del decennio Sessanta. Aldo Moro fu vittima degli equilibri di Yalta e della cosiddetta “fermezza”.
I suoi carcerieri custodivano, nel covo di via Gradoli, il distintivo della Marina militare di un Paese straniero. Questo è uno degli inediti svelati da The masquerade reloaded, incredibilmente ignorato dai vertici dei Servizi segreti dell’epoca, dall’Interpol, da cinque processi e da due Commissioni parlamentari Moro, e nemmeno dalle tre Commissioni Terrorismo, P2 e Mitrokhin. Molti protagonisti di quella stagione, alcuni dei quali “dimoravano” nell’appartamento di via Gradoli, sono ancora vivi e potrebbero parlare, se non dinanzi ai magistrati, almeno all’opinione pubblica.
Prefazione di Ferruccio Pinotti.
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