Trentatré abitanti dell’isola di Filicudi, nell’arcipelago delle Eolie, hanno depositato alla caserma dei carabinieri un esposto denuncia che è stato inviato anche alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto. Nel documento i firmatari chiedono agli organi giudiziari di verificare quali sono gli ostacoli che hanno impedito, in diverse corse, l’attracco sull’isola dei mezzi delle compagnie di trasporto.
“Noi sottoscritti firmatari – si legge nell’esposto – chiediamo alle autorità competenti di verificare i motivi per cui sono state annullate diverse corse da e per Filicudi e Alicudi negli ultimi mesi, sia con gli aliscafi che con navi. In vari casi – puntualizzano nella denuncia inviata alla Procura – le condizioni meteomarine nei porti di attracco di Filicudi porto, Pecorini ed Alicudi, erano, secondo noi, compatibili con l’attracco dei mezzi. Chiediamo, quindi, una verifica attenta e precisa delle corse effettuate dall’1 settembre ad oggi, al fine di verificare i viaggi annullati e le motivazioni che le hanno determinate che hanno causato gravi disagi ai residenti, non considerando che spesso i mezzi hanno collegato le altre isole senza raggiungere Filicudi ed Alicudi…”.
“Cogliamo l’occasione – hanno aggiunto – per sottolineare con forza che questa situazione è diventata insostenibile per le comunità. L’incertezza dei collegamenti e soprattutto la mancanza di comunicazione riguardo gli annullamenti delle corse sta causando disagio spingendo le persone ad allontanarsi dalle isole”. I cittadini inoltre sostengono che questa situazione sta facendo venire meno servizi sanciti dalla Costituzione. “Molte volte assistiamo alla chiusura di servizi essenziali come la farmacia, la posta, la scuola e la mancanza di merce per i negozi di alimentari”.
Infine nella denuncia i residenti di Filicudi e Alicudi chiedono alle autorità giudiziarie se siano state rispettate le condizioni stabilite nella convenzione regionale e statale, nel pieno rispetto delle nostre isole e delle persone che le abitano”, norme che tutelano i diritti dei cittadini e che recentemente sono state ricordate dal presidente Mattarella e solo pochi giorni fa in una convegno dal segretario nazionale di Forza Italia, Francesco Tajani, che ha detto che dal Trentino a Pantelleria i cittadini devono avere gli stessi diritti. Condizione che non sempre è rispettata e non soltanto per la vicenda dei trasporti di Filicudi ed Alicudi, ma anche per altri servizi essenziali come il diritto alla salute. A Lipari l’ospedale di secondo livello che serve tutte le isole dell’arcipelago spesso deve fare i conti con carenze di personale medico e infermieristico e da pochi giorni anche col taglio delle agevolazioni sui biglietti di trasporto dei pendolari che sta provocando assenze sui posti di lavoro di tutti gli uffici pubblici.
Adesso sarà la magistratura di Barcellona Pozzo di Gotto ad appurare se le proteste dei cittadini delle due isole al centro del Mediterraneo sono concrete, oppure se le motivazioni delle compagnie che hanno disposto la soppressione di alcune corse sono dettate da condizioni di sicurezza e salvaguardia delle persone trasportate.
In tema di trasporti le lamentele arrivano da tutti gli abitanti dell’arcipelago. E’ notizia di qualche giorno fa che la nave “Antonello Da Messina”, che fa servizio tra Milazzo e le isole è rimasta in panne sulla terraferma, tra le proteste dei passeggeri. L’episodio si è verificato di mattina, alle 7. I passeggeri erano appena saliti sulla nave con i propri mezzi quando il comandante ha disposto che tutti dovevano scendere perché il mezzo aveva avuto una avaria. Episodi di questo genere si verificherebbero non di rado. Quando si va per mare comunque i mezzi devono rispondere a tutti quei requisiti previsti dalle leggi a tutela dei passeggeri, ma associazioni e comitati puntano il dito soprattutto sulla vetustà di
mezzi che spesso, eccetto l’ultima nave moderna entrata in servizio sulla rotta, la “Nerea”, hanno anche oltre 50 anni.
Le proteste riguardano anche la difficoltà degli abitanti a trovare posto all’interno delle navi. Questo perché alla compagnia manca da un anno e mezzo il supporto di tre mezzi, chiamati “zattere”. Si tratta di traghetti che hanno una capienza di trasporto mezzi che arriva a oltre 300 metri lineari. Queste navi sono all’àncora in porto perché sequestrate dalla magistratura di Messina in merito alla vicenda giudiziaria per il presunto, secondo la Procura, mancato rispetto del bando regionale per il trasporto dei disabili. Vicenda che ancora oggi sembra lontana dallo sbloccarsi.
La compagnia “Caronte” è stata contattata per conoscere il punto di vista della società, ma ha fatto presente, attraverso l’ufficio stampa, che sulle iniziative di comitati e associazione non ha “nulla da dire”.
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