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Dite Inferno la Divina Commedia» nel borgo antico di Giovinazzo il 17 gennaio #finsubito richiedi prestito immediato


Tempo di lettura: 2 minuti

Un viaggio evocativo nell’oltretomba, dove mito, letteratura e modernità si intrecciano. Con i versi più intensi del maggior capolavoro della letteratura italiana di tutti i tempi, uniti alla suggestione di uno dei centri storici più belli della Puglia. È incentrato su questa accattivante miscela lo spettacolo teatrale «Dite Inferno», che trasporta la profondità di Canti e versi de «La Divina Commedia» di Dante Alighieri all’interno del borgo antico di Giovinazzo, in uno scenario che sarà allestito appositamente tra i vicoli della città vecchia. Con un cast d’eccezione e un supporto tecnologico sapiente e immaginifico. «Dite Inferno» è uno spettacolo itinerante, giunto alla terza edizione (dopo le prime due esperienze di «Borgo Infernum»), messo in scena dalla compagnia «Schegge di Cotone», con la regia di Pietro Naglieri e la direzione artistica di Gianpaolo Sinesi, con il sostegno del Comune di Giovinazzo, il patrocinio della Regione Puglia e Puglia Culture, e l’organizzazione dell’associazione «Chiamata di scena». La rappresentazione, della durata circa di 60 minuti, si svolgerà venerdì 17 gennaio e sabato 18, e costituisce il prologo al celebre evento tradizionale dei «Fuochi di Sant’Antonio Abate», che si svolgerà domenica 19 gennaio. Mirando così a diventare una pièce connotativa del luogo, oltre che preludio di una delle feste più attese ed emozionanti di tutta la Puglia. L’evento è il più importante nel suo genere in tutto il Nord Barese: poesia, teatro e musica si fonderanno per dar vita a uno spettacolo di straordinaria evocazione. I versi più intensi dell’Inferno di Dante caricheranno di tensione emotiva l’azione dai significati profondissimi che il Sommo Poeta ci ha donato. E le antiche mura di Giovinazzo diventeranno “complici” di una narrazione poetica: non saranno solo un semplice sfondo, ma diventeranno sostanza e palcoscenico naturale, nel quale il pubblico, oltre a Dante Alighieri, potrà incontrare personaggi e archetipi dell’immaginario poetico, come Caronte, Paolo e Francesca, il Conte Ugolino, Minosse, Ulisse e altri personaggi danteschi. In scena gli attori Roberto Negri (Dante Alighieri), Vincenzo Schirru (Virgilio), Nicolas Joos (Caronte), Rossana Cannone (Francesca), Gianni Saracino (Paolo), Giuseppe Ciciriello (Pier delle Vigne), Saba Salvemini (Ulisse); e con Carlo Ranieri e Roberta Martino (Due demoni), Pietro Favia, Annamaria Gambino ed Ester Latronico (Dannati). Le musiche sono di Orazio Saracino. «Dite», dal latino Dis-Ditis, è il nome con cui i latini designavano la divinità che presiedeva all’Averno, l’oltretomba pagano. È anche uno dei nomi che Dante adotta nella Divina Commedia, mescolando sapientemente miti greci e latini con le figure della religione cristiana. «Dite» è la città infernale le cui mura sono difese dalla mostruosa Medusa e dalle Erinni, ed è il luogo dove il pubblico viene invitato ad entrare. «Dite», dal verbo dire, è anche un’esortazione, un monito. L’intenzione è di far vivere appieno, al pubblico partecipante, questo patrimonio che contraddistingue un luogo così speciale del territorio pugliese: durante il percorso, infatti, chiunque sarà stimolato a creare un contatto con i luoghi visitati. «Dite Inferno», oltre alla qualità della rappresentazione teatrale, intende celebrare la bellezza architettonica del borgo antico di Giovinazzo, anche per riflettere sulle iniziative e i modelli di sviluppo più adatti alla loro tutela.

Oreste Roberto Lanza

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Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all’intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.

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