Il Bonus Sud è stato ammesso anche per le imprese agricole con redditi agrari. Si tratta di un’importante decisione della Cgt di Bari amplia l’accesso al credito d’imposta e che porta buone notizie per le imprese agricole: il Bonus Sud, previsto dall’articolo 1, commi 98-108 della legge 208/2015, è applicabile anche a chi produce redditi agrari ex articolo 32 del Tuir (Dpr 917/86).
Lo ha stabilito la Commissione tributaria provinciale di Bari (sentenza 1536/1/24), superando l’interpretazione restrittiva indicata nella circolare 34/E/2016 dell’Agenzia delle Entrate.
Foto di: OmniTrattore.it
Bonus Sud: ok anche per le imprese con redditi agrari
Un investimento contestato
Nel 2019, un’azienda agricola pugliese aveva usufruito del credito d’imposta per un investimento di 110.000 euro in beni strumentali, ottenendo un bonus fiscale di 49.500 euro. Tuttavia, la direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Bari aveva notificato un atto di recupero del credito, sostenendo che i beneficiari dovessero essere esclusivamente imprese con redditi d’impresa ai sensi dell’articolo 55 del Tuir.
La sentenza: un approccio inclusivo e logico
La Cgt di Bari ha rigettato la posizione dell’Agenzia delle Entrate. I giudici hanno evidenziato che l’interpretazione normativa non è vincolante: ca circolare 34/E/2016 non rappresenta una fonte di diritto e non può vincolare né i contribuenti né i giudici.
La normativa agevolativa identifica come beneficiarie le “imprese” senza specifiche limitazioni per quelle agricole. Lo scopo della legge è favorire gli investimenti in aree svantaggiate, indipendentemente dalla tipologia di reddito prodotto.
La legge menziona settori esclusi come quello siderurgico e finanziario, ma non vieta esplicitamente l’accesso alle imprese agricole.
Implicazioni per le imprese agricole
Questa pronuncia apre nuove opportunità per le imprese agricole, che potranno accedere ai benefici del Bonus Sud senza timore di contestazioni basate su interpretazioni restrittive. Resta fondamentale, tuttavia, rispettare i limiti imposti dalla normativa europea sugli aiuti di Stato, come chiarito dal Mef nel question time 45-05072 dell’8 marzo 2022.
La sentenza della Cgt di Bari rappresenta quindi un importante precedente, confermando che gli incentivi per lo sviluppo nelle aree svantaggiate devono essere applicati in modo inclusivo.
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