A guardarlo col filtro giallorosso, ci sono solo due nomi: Fabio Caserta e Pietro Iemmello. Il tecnico è solo il secondo allenatore a vivere il derby sulle due panchine nella sequenza di due stagioni. L’attaccante può centrare un altro record, perché nessuno nella storia di questa sfida ha segnato per tre gare di fila (e come il capitano potrebbe farcela anche Biasci).
La lunga vigilia del Catanzaro ruota attorno alla coppia che sta guidando le Aquile – uno in panchina, l’altro in campo – a una lenta, ma progressiva risalita in classifica. Dopo due campionati di “mamma cinema” con Vivarini, una C dominata e un quinto posto in B fino alla semifinale playoff, il club ha scelto la strada del pragmatismo: consolidare la categoria, soprattutto evitare i guai che nello scorso campionato ha passato per esempio il Bari (che si è salvato ai playout) o gli affanni dello stesso Cosenza. Lo Spezia, sabato, ha interrotto una striscia di undici risultati utili, perché la squadra dopo le difficoltà dell’avvio ha trovato solidità, equilibrio, identità e anche il ko con la seconda classe è stato immeritato.
Un torneo fa, Caserta timoniere rossoblù ha perso i derby 2-0 e una settimana dopo quello di ritorno è stato esonerato: era a metà strada fra playoff e playout, è saltato dopo il pari interno con il Cittadella, ma forse il suo destino Guarascio l’aveva deciso proprio dopo lo scontro diretto del 3 marzo, chissà quanto spinto dagli umori della piazza.
Impossibile non collegare il tecnico ora al Catanzaro alla parola rivincita, anche se lui spazza la palla in tribuna: «Sono una persona leale e ovunque cerco di dare il massimo – ha detto Caserta -, a Cosenza sono rimasto male per come è avvenuto (l’esonero, ndr) visto eravamo sempre stati fuori dalla zona playout e l’intento di partenza era salvarsi all’ultima gara, cosa mai successa negli anni precedenti. Non credo sia stato il ko nel derby a far degenerare la situazione, quanto alcune cose all’interno, ma io sassolini da togliere non ne ho».
È anche per questo che pochi altri come lui conoscono il peso di questa partita: «So quanto ci tengano le tifoserie, quanto è importante e la rivalità che c’è, le tensioni che si provano, ho voglia di far bene e regalare una vittoria ai nostri tifosi, per noi significherebbe tantissimo. Alcuni sostenitori del Catanzaro, proprio perché venivo dal Cosenza, non mi vedevano di buon occhio… è dal primo giorno che sono qui che voglio farli ricredere», ha spiega il quarantaseienne di Melito Porto Salvo.
Solo Gianni di Marzio l’ha anticipato sulle due panchine: con il Catanzaro nell’annata 1988-89 (pari 0-0 a Cosenza all’andata, 3-0 con tripletta di Palanca al ritorno), in rossoblù subentrando a Simoni nella seguente (0-0 a Catanzaro). Di Marzio in giallorosso aveva Palanca, Caserta ha Iemmello: «Grazie alla sua presenza so quanto tengono i catanzaresi a vincere questo incontro, è la vera differenza rispetto a come ho vissuto il derby a Cosenza, dove non c’era nessun cosentino che in squadra dava la stessa sensazione che garantisce Iemmello qui. Lui la vive da tifoso, l’ho provato anche direttamente ma dall’altra parte e spero si ripeta pure stavolta, mi auguro sia determinante», ha aggiunto il tecnico.
«Il Cosenza corre tanto e non molla mai. Noi allenatori possiamo incidere fino a un certo punto, la differenza la fanno i calciatori. Rispetto il Cosenza, ma credo tanto nella mia squadra, siamo noi a poter incidere. Il derby vale l’umore della piazza se non per tutta la stagione, almeno fino al ritorno. Una pazzia in caso ci riuscissimo? Lo vedrete se dovesse accadere».
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