È rimasto poco tempo per chi ha intenzione di usufruire delle detrazioni IRPEF ancora in vigore previste per gli acquisti di caldaie a combustibile fossile
L’anno prossimo non ci sarà alcun rinnovo per il bonus caldaie 2025.
Infatti, in linea con quanto previsto dalla direttiva europea case green, il testo della Legge di Bilancio 2025 approvato dalla Camera il 20 dicembre e attualmente al vaglio del Senato non prevede più agevolazioni fiscali per quanto riguarda l’acquisto di caldaie a combustibile fossile.
Ciò significa che chi aveva intenzione di fruire delle agevolazioni dovrà sbrigarsi nell’effettuare l’acquisto, in quanto il termine ultimo per rientrare nel perimetro dell’agevolazione è ormai prossimo.
Bonus caldaie: corsa agli acquisti entro fine anno per le ultime detrazioni agevolate
Per accedere al bonus caldaie con detrazione del 65 per cento (o del 50 per cento) è rimasto pochissimo tempo.
La possibilità di godere di una detrazione IRPEF per l’acquisto di caldaie a combustibili fossili sarà applicata solo per coloro che effettueranno l’acquisto entro il 31 dicembre 2024.
Di conseguenza, resteranno fuori dall’agevolazione coloro che effettueranno l’acquisto a partire dal 1° gennaio 2025.
L’accesso alla detrazione infatti è regolato dal cosiddetto “principio di cassa”, ciò significa che ai fini dell’agevolazione vale la data in cui si effettua il pagamento e non quella in cui il dispositivo viene installato.
Ricordiamo che la detrazione spetta:
- nella misura del 50 per cento per le le caldaie a condensazione di classe A;
- nella misura del 65 per cento per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale.
L’agevolazione è stata cancellata in quanto in contrasto con quanto previsto dalla direttiva europea case green, che stabilisce l’eliminazione graduale di tutte le caldaie che siano unicamente alimentate tramite combustibili fossili.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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