Filo Lutto nella comunità di Filo. Nei giorni scorsi è deceduta a Ravenna Lina Dal Buono (nella foto d’epoca è la prima donna dopo l’uomo con la bandiera), 87 anni, figura storica della comunità Filese. “Una donna straordinaria, una figura carismatica – la ricorda Egidio Checcoli – per tanti anni protagonista di primo piano della vita politica e sociale del paese. Per diversi anni è stata la segretaria della sezione del Pci di Filo e inoltre, ha gestito un’impresa artigianale poi è ritornata a fare la bracciante, ricoprendo negli ultimi anni di lavoro il ruolo di responsabile operativa di una delle aziende della Cooperativa braccianti “Giulio Bellini”: la prima donna chiamata a ricoprire questo ruolo”. Da quanto risulta però, Lina è stata un punto di riferimento nell’organizzazione delle Feste de L’Unità e in quelle popolari di Villa Vittoria. “Esatto, ha lavorato intensamente nel volontariato finché le forze l’hanno sorretta – precisa Checcoli -. Una persona laboriosa, altruista e generosa. Aveva un pregio: ascoltava gli altri e sapeva farsi ascoltare. Anche per questo era ben voluta dai giovani”. Visto che per molto tempo, Filo in particolare, era conosciuto per l’intensità della cooperazione, per il consenso popolare delle forze di sinistra ma soprattutto per le lotte bracciantali che hanno contribuito allo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio e al processo di emancipazione delle donne, ecco chi sono queste signore?.
“Sono persone semplici proprio come Lina Dal Buono – riferisce Checcoli -. Figure straordinarie come Benilde Ricci Maccarini, una bracciante in prima linea nelle lotte all’inizio del ‘900, nella costruzione delle organizzazioni sindacali e politiche. Poi l’Agida Cavalli che fece scudo con il proprio corpo per proteggere dalla Brigate nere il figlio Guerriero ma anche la martire Maria Margotti che ha dato la vita per difendere il diritto al lavoro. A queste straordinarie persone dobbiamo molto. A Lina? Direi – conclude il ricordo – l’immensa gratitudine per tutto quello che ci dato, per la sensibilità che ha dimostrato per non disperdere la memoria del paese e per l’insegnamento che ci ha trasmesso”.
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