Sigilli in corso Milano: due ai domiciliari, tra cui il commercialista. Titolare indagata
Avevano ottenuto quasi due milioni di euro di prestito dal «Medio Credito Centrale», garantiti dallo Stato e nel giro di un anno e mezzo, li avevano dirottati, riporta una nota congiunta di Polizia e Guardia di finanza, «verso un concessionario di auto di lusso». Il rivenditore “incriminato” è la «Vr Auto srl» con sede in corso Milano a Verona, che nel parco veicoli in vendita annovera Ferrari, Lamborghini e altre «supercar». E così da sabato sono finiti agli arresti domiciliari un noto commercialista veronese e il suo braccio destro mentre per la rappresentante legale della società è stato disposto l’obbligo di firma.
Le accuse formulate dal pm Gennaro Ottaviano parlano di malversazioni di erogazioni pubbliche oltre che di riciclaggio e autoriciclaggio. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dalla gip Maria Cecilia Vitolla e forse per la prima volta a Verona, è stata applicata la norma della riforma della giustizia che prevede l’interrogatorio di garanzia prima dell’arresto. Gli indagati, infatti, sono stati già sentiti dalla giudice che, una volta ascoltate le loro versioni evidentemente non molto convincenti, ha optato per l’arresto di due dei tre indagati e la misura cautelare dell’obbligo di firma per chi viene considerata dall’accusa la testa di legno di tutta l’operazione.
Nella visura camerale della società, la quarantottenne appare come presidente del Consiglio di amministrazione della «Vr Auto srl». Non è escluso che ora i difensori si rivolgano al tribunale del riesame a Venezia per ottenere la liberazione degli indagati. Ma i provvedimenti cautelari della gip Vitolla non si sono limitati ai provvedimenti restrittivi rivolti ai tre indagati ma anche ai beni per recuperare i fondi, elargiti dallo Stato. È stato così disposto il sequestro finalizzato alla confisca di 1.873.052 euro e sono stati posti i sigilli alla concessionaria di Corso Milano.
L’operazione, svolta in collaborazione tra la Squadra mobile di Verona e il Nucleo di polizia economica della Guardia di finanza, è partita dopo una serie di controlli sui finanziamenti elargiti alle imprese con garanzie offerte dallo Stato. E così è stato anche per il commercialista di Verona che si è rivolto al Medio credito centrale per ottenere un finanziamento con la copertura «pubblica». È l’agosto del 2022 quando, a parere dell’accusa, arriva il via libera al prestito di due milioni di euro, incassati sui conti di competenza del noto professionista.
«I finanziamenti erogati dalle banche sono regolati da rigide norme – riporta la nota di Questura e Guardia di finanza – che peraltro prevedono la necessità di predisporre specifici business plan». I soldi ottenuti sono poi vincolati «ad un utilizzo coerente con gli scopi per cui sono stati concessi». I tre indagati, seppur con ruoli diversi e con il commercialista regista dell’operazione finanziaria, avrebbero invece operato in modo tale che «a più riprese sono state distolte le somme riciclandole illecitamente in altre attività riconducibili, in particolare, al concessionario che commercializza supercar». Fin qui la versione dell’accusa. Nei prossimi giorni, sono attese le contromosse e la versione della difesa.
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