Il Green Deal è un pacchetto di iniziative strategiche pensate e messe a punto (pur tra modifiche, stop, ripensamenti e revisioni) dall’Unione europea, che mira a diventare un Continente a zero emissioni. Ma non esiste solo la dimensione, per così dire, “continentale”: le iniziative green a favore della sostenibilità e della riduzione delle emissioni e dei consumi può avere anche una dimensione locale.
Il Green Deal e l’importanza di una dimensione “locale”
È il caso di Legnano, comune lombardo in provincia di Milano, che ha firmato un vero e proprio “Local Green Deal”. Del resto, come si legge sul sito del Comitato europeo delle Regioni, “il Green Deal europeo sarà realizzato solo mobilitando gli enti locali e regionali e dotandoli di fondi ad accesso diretto per realizzare gli investimenti prioritari di cui i cittadini hanno bisogno”.
Per contribuire a far diventare l’Europa il primo Continente a impatto climatico zero nel mondo, infatti, serve:
- mobilitare i leader locali e regionali d’Europa affinché adottino misure per lottare contro i cambiamenti climatici;
- accelerare l’utilizzo dei fondi europei da parte degli enti locali e regionali e accrescere la realizzazione di progetti sostenibili finanziati dall’Ue a livello delle comunità locali;
- porre in evidenza in che modo le Regioni, le città e i piccoli comuni d’Europa guidano le azioni volte ad attenuare i cambiamenti climatici e ad adattarvisi;
- modificare e migliorare l’iter per l’elaborazione delle politiche dell’Ue in modo da dare più voce alle città e alle Regioni, al fine di assicurarne una maggiore efficacia nell’attuazione del Green Deal europeo e garantire il conseguimento degli obiettivi dell’UE in materia di cambiamenti climatici.
Realtà locali unite per la sostenibilità ambientale
Insomma, la dimensione “local” è parte integrante del piano. Per questo è significativo il caso di Legnano, dove Comune, associazioni di categoria, università e una società di consulenza hanno deciso di unirsi per la sostenibilità ambientale. Il Green Deal europeo si concretizza così in un’iniziativa locale: il Green Deal locale, o Local Green Deal (LGD), che è un piano d’azione locale su misura per accelerare e scalare la transizione verde di una città. Si basa sulle strategie esistenti e le unisce alla legislazione, al mercato e agli incentivi finanziari.
Nel caso di Legnano si tratta di un accordo locale per la diffusione e implementazione dell’audit energetico per micro, piccole e medie imprese. L’audit energetico, è bene sottolinearlo, è una diagnosi energetica dettagliata di tutti i consumi di un’azienda e dei processi produttivi che li generano, con lo scopo di ottimizzare i consumi in un’ottica di miglioramento del processo produttivo dal punto di vista dell’efficienza energetica.
Questo accordo per la diffusione e implementazione dell’audit energetico è la condizione essenziale per arrivare, attraverso l’analisi dei consumi, delle inefficienze, degli sprechi o delle possibili migliorie, a identificare gli ambiti per realizzare l’efficientamento energetico e ottenere non solo un risparmio nei consumi, ma anche una diminuzione delle emissioni climalteranti.
Il patto firmato a Legnano
L’accordo, firmato a Legnano nella sala Stemmi di Palazzo Malinverni, nello specifico prevede la partecipazione di Amministrazione comunale, Confindustria Alto Milanese, Confcommercio Legnano, Confartigianato Imprese Alto Milanese, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Brescia e PTSCLAS, una SpA specializzata in analisi di impatto ambientale.
Le competenze delle due università e della società di consulenza, entrano in gioco sia nella fase dell’implementazione dell’audit sotto il profilo tecnico, sia per identificare le azioni concrete da mettere in campo nelle imprese per diminuire i consumi. Un altro obiettivo delle università è produrre una ricerca sulla quantificazione di quelle barriere comportamentali, culturali ed economiche che rendono complesso adottare queste azioni nelle micro, piccole e medie imprese.
“I local Green Deal attuano sui territori gli obiettivi dell’iniziativa della Commissione Europea ‘Intelligent Cities Challenge’, per cui Legnano è stata selezionata, ossia ridurre, nel breve e medio periodo, le emissioni climalteranti con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica”, ha spiegato Luca Benetti, assessore alla Sostenibilità del Comune di Legnano. Il patto siglato, ha aggiunto, “riguarda un tema, quello energetico e della riduzione dei consumi, di importanza vitale per le nostre imprese e per la città sia per la sostenibilità economica sia per quella ambientale”. Luca Benetti ha poi detto che ne seguiranno altri che riguarderanno la gestione dei rifiuti: uno sull’ottimizzazione della logistica incentrato sugli imballaggi, l’altro focalizzato sulla riduzione della quota indifferenziata.
Sempre secondo Benetti, “questi patti saranno importanti perché porteranno all’interno dell’amministrazione e della struttura comunale un metodo di lavoro capace di mettere a sistema tutte le politiche, che è fondamentale parlando di sostenibilità, e un cambio radicale di paradigma: da pensare politiche del Comune a pensare e realizzare politiche della e per la Comunità”.
In questo senso, dunque, i patti sono dei veri e propri progetti apripista, dove ogni partner un ruolo ben definito in base alle competenze e dove esiste una pianificazione condivisa e responsabilità implementate in funzione del benessere di una comunità.
Gli altri esempi di Pescara e Torino
Un’iniziativa simile, parlando di local Green Deal, è arrivata anche dalla città di Pescara, sempre nell’ambio del progetto Intelligent Cities Challenge: il Comune, infatti, ha deciso di firmare quattro accordi con protagonisti Confindustria Medio Adriatico, l’Agenzia di Sviluppo della Camera di Commercio Industria Agricoltura Artigianato, APRIOH (Confprofessioni) e Pescara Energia Spa. E ci sono progetti di local Green Deal avviati anche a Torino.
In generale i settori a cui si applica il Green Deal europeo e per cui è importante che ci siano iniziative e progetti locali, sono
- l’efficienza energetica negli edifici,
- l’agricoltura e i sistemi alimentari,
- l’economia circolare,
- la decarbonizzazione dei trasporti,
- la protezione delle foreste,
- il ripristino della biodiversità,
- l’acqua di mare pulita,
- l’azzeramento dell’inquinamento,
- l’aria pulita,
- l’inverdimento delle città,
- i collegamenti con le zone rurali,
- lo sviluppo di un’industria a basse emissioni di carbonio
- la realizzazione di una transizione giusta.
Tutti aspetti che, con il coinvolgimento di realtà, amministrazioni, aziende e associazioni locali possono trovare una concreta attuazione per un miglioramento comunitario in grado di rappresentare un rafforzamento, e non solo un punto di partenza, verso una cultura, oltre che una gestione concreta, davvero attenta alle politiche green.
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