«Queste le mie ultime festività da primo cittadino, ma non sono triste. Ricordiamoci le cose fatte: dall’edilizia scolastica al teleriscaldamento»
Corre il sindaco Renzo Caramaschi. Lo fa come da nove anni a questa parte, non pensando che questo Natale sarà l’ultimo con la fascia tricolore. «La nostalgia — dice al riguardo — arriverà a maggio». Corre da una riunione all’altra, ma a chi gli chiede che Bolzano lascerà al suo successore, rimarca con orgoglio che darà in dote «una città da 700 milioni di investimenti, tra scuole e avvio di progetti per la mobilità, senza un euro di debiti». Sfide per il futuro? «Certamente una popolazione più in salute e che va sempre più in là con gli anni».
Ultimo Natale da sindaco. Come si sente?
«Direi bene. Al momento non c’è all’orizzonte alcuna tristezza, anche se so bene che arriverà a maggio. E poi, guardi, sono appena uscito da una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. I ritmi non mi danno il tempo di pensare a queste cose».
Che Bolzano ha trovato e che città lascia?
«A dispetto di quanto dicono le opposizioni, ho messo in moto investimenti per 700 milioni di euro e tutto senza fare un mutuo. Abbiamo abolito l’addizionale Irpef e investito pesantemente nell’edilizia scolastica. Pensiamo alle scuole «Ada Negri» che sono costate 30 milioni, alle «Longon» che saranno finite il prossimo anno e al cantiere, che apre a metà gennaio, della nuova scuola di via Alessandria. Poi c’è la viabilità in accordo con la Provincia, che in primavera porterà alla posa della prima pietra per il sottopasso di via Einstein. Grandi opere che non erano state nemmeno abbozzate. E poi mi lasci dire una cosa».
Prego.
«C’è l’abitudine a dimenticarsi le cose. Penso al teleriscaldamento con 55 milioni di investimento. È come se avessimo piantato un bosco in metà città. Siamo la città presente sia nella classifica di «Italia Oggi» (al secondo posto) che in quella de «Il Sole 24 ore» (terzi) e questo vuol pur dire qualcosa. Tra i parametri ci sono anche gli investimenti, che per il nostro Comune sono pari al 40%. Poi una bella novità: tra i tanti finanziamenti che abbiamo ottenuto c’è anche l’80% dell’importo per rifare la piscina di Maso della Pieve. Poi c’è il 50% che abbiamo ottenuto per il raddoppio della Sparkasse Arena e i fondi necessari per rifare la casa di via Visitazione. Ripeto: tante opere senza fare debiti, siamo una rarità in Europa. Erlangen in Germania, la città con cui siamo gemellati, ha 150 milioni di debiti. Questo pur avendo lo stesso numero di abitanti. Poi, per il settore culturale, non ha nè un teatro nè un’orchestra sinfonica. Da noi è molto diverso».
Parlando di comunità. Come lascerà i bolzanini?
«I miei concittadini sono difficili, perché, giustamente da una parte, sono molto esigenti. Li lascerò più vecchi, come il loro sindaco (ride, ndr), ma con un tasso di salute migliore. Pensi che quando sono diventato sindaco per la prima volta, avevo festeggiato 6 concittadini centenari. Quest’anno i centenari sono ben 56. Questa novità ci pone davanti a delle sfide importanti».
Cosa farebbe trovare, il prossimo anno, sotto l’albero di Natale, al nuovo sindaco?
«Oltre alla salute, alla passione e all’entusiasmo per la città, un regalo è la speranza che si trovino aree per il Piano di sviluppo territoriale, insieme ai Comuni vicini».
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