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L’idea di Antonello Peru: «Abbattiamo e ricostruiamo Platamona» #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Sassari Un “sogno metropolitano” per far rinascere Platamona. Che coinvolga il pubblico in tutte le sue articolazioni, a iniziare chiaramente dalla nascente città metropolitana, e i privati, con un occhio ai fondi di investimento internazionali. E, a consumo zero di suolo, metta mano ai 700mila metri cubi adagiati sulla riva del mare con l’obiettivo di abbattere gli edifici esistenti, soprattutto nelle zone maggiormente antropizzate, e ricostruirli come moderne residenze ricettive turistiche e alberghiere, calate in un contesto che preveda anche la rigenerazione e il rilancio ambientale.

Il macigno A lanciare il macigno nello stagno è Antonello Peru, capogruppo di Sardegna al Centro in consiglio regionale e firmatario della legge che nel 2021 ha istituito la città metropolitana di Sassari. Che lancia nell’agone politico un progetto ambizioso e di ampio respiro per la riqualificazione della fascia costiera che si estende nei comuni di Porto Torres, Sorso fino a Castelsardo, con una attenzione specifica all’Isola dell’Asinara. «L’obiettivo è trasformare questo tratto di costa in un punto di riferimento non solo per i 330.000 abitanti dell’area metropolitana di Sassari – spiega – ma anche per un turismo di qualità, capace di valorizzare le straordinarie peculiarità ambientali, paesaggistiche e culturali di questa porzione di Sardegna».

Il progetto Il cuore progetto di riqualificazione, che non si limita a interventi estetici, ma include azioni di ingegneria ambientale per recuperare, valorizzare e rendere fruibili le pinete costiere, parte dallo studio di una pianificazione urbanistica e paesaggistica condivisa che renda possibile un processo di rigenerazione urbana dedicato esclusivamente sul patrimonio edilizio esistente, adottando criteri innovativi di sostenibilità ambientale e di integrazione con il paesaggio naturale. «Questi insediamenti – sottolinea Peru – nati negli anni ’70, senza una visione architettonica e privi un piano urbanistico, con il solo obiettivo di ospitare famiglie durante la stagione estiva, oggi ormai obsoleti non rispondono più alle esigenze moderne e alle nuove dinamiche del turismo. Questo approccio non solo contribuirà a ridurre l’impatto ambientale, ma favorirà uno sviluppo economico duraturo e armonico di qualità per l’intero territorio».

Pubblico Asse portate del piano è dunque il pubblico, che deve essere in grado di creare un quadro normativo armonico. «Per realizzare e concretizzare questa visione – continua il consigliere regionale – è fondamentale coinvolgere sindaci e rappresentanti delle istituzioni, avviando un confronto serio e costruttivo e lavorando in sinergia per definire un piano di intervento ambizioso e sostenibile, sia in termini di pianificazione urbanistica che per quanto riguarda le risorse provenienti da fondi destinati alla città metropolitana per interventi infrastrutturali, garantendo un quadro normativo chiaro e stabile, capace di infondere fiducia negli investitori privati. Il punto di partenza è un tavolo metropolitano dedicato al tema, con un pool di tecnici che lavori a un master plan per Platamona».

Privati A quel punto entrano in campo i privati, con l’enorme cubatura disponibile può essere “messa sul mercato”. «Esistono fondi di investimento internazionali pronti a investire cifre a nove zeri in un piano di riqualificazione di questa portata. E centinaia di proprietari, con i quali ci sono già state delle interlocuzioni, favorevoli al progetto, poiché attualmente le spese di gestione sono superiori alle rendite derivanti dal valore immobiliare. L’organizzazione per “condomini” di Platamona, che è una delle cause della difficoltà odierna di intervenire, può facilitare queste interlocuzioni. Basti pensare che tre capicondomini rappresentano oggi 1200 abitazioni. Chiaramente ognuno sarebbe libero di cedere la propria cubatura, di partecipare in prima persona al piano di riqualificazione, muovendosi però dentro una cornice ben chiara e normata, o semplicemente di non aderire senza per questo fermare il progetto complessivo di riqualificazione».

Degrado Riqualificazione oggi di fatto impossibile. «Nessun privato – sottolinea Peru – ha la possibilità di fare l’unico intervento possibile, e cioè demolire e ricostruire, per problemi economici e normativi. Il pubblico poi ha le mani legate. E nonostante la riqualificazione di Platamona sia sempre stata una delle priorità nei programmi delle forze politiche che si sono alternate, non si sono mai superati interventi frammentari e visioni limitate per dare spazio a una progettualità ampia e condivisa. Il risultato è una lenta ma inesorabile perdita di valore economico e sociale. Ogni anno che passa senza una pianificazione concreta aggrava il degrado delle strutture esistenti, come dimostrato dal “centro commerciale della riviera”, un edificio simbolo di un’epoca superata che, oggi in stato di abbandono, evidenzia l’urgenza di agire».

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Le norme I primi ostacoli da rimuovere sarebbero quelli normativi e urbanistici. «Sicuramente – chiude Peru – servirebbe l’impegno della Regione a discutere alcune semplificazioni. E quello dei Comuni a buttare finalmente giù i muri e ragionare in un’ottica di pianificazione urbanistica di area vasta, o meglio metropolitana. Ma di fatto l’intervento che prevede l’abbattimento e la ricostruzione dell’esistente senza ulteriore consumo di suolo e in un’ottica di efficientamento energetico e ambientale, è assolutamente virtuoso e potrebbe fare da apripista a interventi simili in altre parti dell’isola. La chiave di volta è la città metropolitana, che nasce proprio per guidare questo cambiamento: fungere da catalizzatore di processi di crescita territoriale, avvicinare i cittadini alle istituzioni, e coordinare una governance multilivello che guardi oltre le singole municipalità. Questa nuova dimensione sovralocale offre l’opportunità di mettere a sistema le diverse peculiarità che ogni territorio detiene, creando una rete virtuosa che valorizzi sia le aree urbane che quelle costiere e interne, nell’ottica di una crescita equilibrata e sostenibile».



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