Ha perso il controllo della moto da cross, mentre in compagnia di altri tre amici, si stava divertendo tra i dossi ed i sentieri ricavati nel perimetro interno di una cava privata a Lograto, una quindicina di chilometri da Brescia. L’impatto con un palo trovato lungo la sua traiettoria è stato fatale. La moto si è spezzata in due. Per lui non c’è stato nulla da fare.
Nell’impianto estrattivo, che al momento dell’incidente era chiuso per la giornata festiva, si sono precipitati i mezzi di soccorso e gli agenti della polizia stradale. Dal vicino ospedale Civile si è levato in volo anche l’elisoccorso. Ma Pietro Cadei, vent’anni compiuti ad aprile, non ce l’ha fatta. I sanitari arrivati a Lograto non hanno potuto fare altro che constatare il suo decesso.
L’incidente è avvenuto una manciata di minuti prima delle 16 di giovedì 26 dicembre. Il giovane motociclista era in sella ad una Ktm che è uscita dallo schianto senza la forcella anteriore.
Agli agenti della polizia stradale il compito di ricostruire la dinamica dell’incidente e di chiarire le circostanze per le quali il ventenne ed i suoi amici si trovavano a girare per la cava in sella alle moto da cross.
Stando alle prime ricostruzioni, con Pietro Cadei in moto sugli stessi sentieri e negli stessi istanti un figlio del proprietario della cava. Sarebbe stato lui a consentire l’accesso degli amici e delle loro motociclette nell’impianto di famiglia.
Eventuali responsabilità sono al vaglio del magistrato di turno, accorso in serata sul posto.
Il sindaco di Lograto, Gianandrea Telò, saputo della tragedia ha parlato con il proprietario della cava. “E’ distrutto – spiega il sindaco – l’incidente è avvenuto nel suo impianto, sotto gli occhi del figlio che ha visto morire uno dei suoi migliori amici. Si è trattato di una tragica fatalità, i ragazzi stavano girando in tranquillità, nessuna gara, nessuna bravata”.
Pietro Cadei viveva a Travagliato con i genitori e i suoi fratelli, due gemelli di due anni più giovani, a pochi chilometri dalla cava dove ha perso la vita e dove i suoi familiari si sono precipitati appena appresa la notizia. Lavorava nell’azienda agricola di famiglia, si era diplomato ad un istituto tecnico. Tra le passioni, oltre alla moto, c’era anche il rugby, sport praticato per anni.
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