Affidato all’ASI lo studio per la realizzazione di una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa, in linea con quanto previsto dal DDL Spazio
Il ruolo strategico dell’industria spaziale e aerospaziale italiana, settore chiave per lo sviluppo industriale, la competitività internazionale e la crescita economica. Questo il filo conduttore dell’articolato documento sugli indirizzi del governo in materia spaziale e aerospaziale, approvato dal Comint riunitosi, a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del ministro Adolfo Urso, Autorità delegata alle Politiche Spaziali e Aerospaziali, in linea con le indicazioni politiche del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Gli indirizzi del Governo puntano, in particolar modo, a rafforzare l’ecosistema industriale italiano sostenendo PMI, startup e grandi aziende, anche attraverso il contributo dei poli di innovazione, degli acceleratori e dei progetti congiunti. Sottolineano, inoltre, l’importanza di integrare le tecnologie spaziali con altri settori avanzati, come l’intelligenza artificiale, il cloud computing e la robotica, per migliorare la digitalizzazione dei processi produttivi. L’Italia mira poi a consolidare la propria leadership nelle filiere strategiche e nei Progetti Importanti di Comune Interesse Europeo (IPCEI), puntando su partenariati internazionali e sfruttando le opportunità offerte dalla cooperazione bilaterale e multilaterale.
Il documento approvato dal Comitato interministeriale pone l’accento sull’esigenza di adottare strategie di sicurezza lungo l’intero ciclo di vita dei programmi spaziali, volte a preservare la sovranità tecnologica italiana ed europea. Viene inoltre evidenziata la necessità di un quadro normativo chiaro e misure per semplificare la burocrazia, rendendo più efficace la governance del settore e agevolando le imprese nella partecipazione a progetti internazionali e nell’accesso al mercato globale.
Il Comitato interministeriale ha incaricato l’Agenzia Spaziale Italiana di elaborare uno studio per definire un livello di ambizione realistico, i costi e il percorso per la realizzazione di una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa, in linea con quanto previsto dal DDL Spazio approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 20 giugno: un pilastro strategico per la competitività economica e tecnologica dell’Italia che offrirà significative opportunità di stimolo per i settori produttivi, sia nel settore aerospaziale che in altri ambiti, con particolare riferimento a PMI e startup. Lo studio avrà il compito di individuare le caratteristiche generali di una possibile costellazione satellitare nazionale capace di rispondere alle esigenze operative e di sicurezza del nostro Paese; saranno, inoltre, delineati il livello dei servizi da offrire, le risorse finanziarie necessarie e una roadmap incrementale per garantire una realizzazione progressiva e sostenibile del progetto.
Nel corso della seduta del Comint – che ha visto la partecipazione anche del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, e il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente – sono stati assegnati 130 milioni di euro quale quota parte italiana di finanziamento al programma NASA ARTEMIS “Moon to Mars”, attraverso lo svolgimento delle attività fino alla Fase B per la realizzazione del “Lunar Surface Multi Purpose Habitation Module” da parte dell’ASI. Alla costruzione del modulo abitativo stanno contribuendo, come noto, anche aziende italiane, come Thales Alenia Space Italia nei suoi stabilimenti di Torino.
La riunione del Comint ha offerto l’opportunità di sottolineare il ruolo da protagonista dell’Italia nel 2024, vero e proprio anno dello Spazio, a 60 anni dal lancio del satellite San Marco 1, che ha reso il nostro Paese la terza nazione al mondo a raggiungere lo spazio con un proprio satellite. A questo proposito si ricorda la presentazione nei mesi scorsi della prima legge italiana sulla Space Economy, ora all’approvazione del Parlamento. Ma anche il successo del lancio del razzo Vega-C, costruito dall’azienda Avio con il supporto dell’ASI, nell’ambito del programma dell’Agenzia Spaziale Europea, o i contratti per lo sviluppo del lanciatore di nuova generazione Vega-E che consentiranno di aumentare il numero di voli del razzo a sei lanci all’anno.
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