Si annuncia una stangata sull’Imu ad Adria a partire dal prossimo anno. E’ quanto fa sapere il movimento civico Impegno per il bene comune dopo l’approvazione, nell’ultimo consiglio comunale, della rivalutazione del 20% delle aree in zone per edilizia economica e popolare e per insediamenti produttivi.
Secondo Ibc è “un’assurda penalizzazione per chi, volendo riscattare i propri immobili in quelle aree, dovrà ora sostenere un esborso del 20% in più. Una scelta politica della giunta Bobo IV che, smentendo la sbandierata vicinanza al mondo delle attività produttive, mette le mani nelle tasche anche delle famiglie residenti nelle aree Peep. Una scelta politica ingiustificata, perché quei valori non erano mai stati variati negli ultimi anni, visto che gli stessi valori del mercato immobiliare non hanno certo subito un così consistente incremento dal 2013 a oggi”.
Provvedimento approvato dalla sola maggioranza nonostante il capogruppo Ibc , Enrico Bonato, avesse presentato dati oggettivi forniti dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, indicanti come gli immobili adriesi siano addirittura diminuiti di valore in questi anni, altro che aumentati del 20%. “L’assessore Crepaldi, spalleggiato dal segretario comunale – osserva Bonato – si è dimostrato sordo a ogni obiezione sul fatto che i valori degli immobili non possono essere adeguati applicando l’adeguamento del costo della vita, ovvero il tasso di inflazione. L’unico riferimento possibile è infatti l’analisi dell’evoluzione di un mercato immobiliare che è, invece, stagnante”.
“A dirlo non siamo noi di Ibc, ma sentenze della Corte di cassazione che hanno chiarito la non obbligatorietà della scelta di adeguamento che, comunque, non può prescindere dalla ricognizione del reale mercato immobiliare, coerentemente con la normativa di riferimento, a partire dall’art. 5 del Dlgs. 504/1992. È quindi chiaramente sbagliato e iniquo applicare il criterio dell’aggiornamento Istat adottato dall’amministrazione Bobo IV, che fa pagare al cittadino molto più di quanto sarebbe effettivamente dovuto”.
Ma non solo. Secondo il capogruppo Ibc è “grave che l’assessore Crepaldi non abbia escluso un’estensione generalizzata del metodo. Ciò implicherà più tasse ogni anno e un onere fiscale più gravoso nel momento di un’eventuale passaggio di proprietà”.
Ed ecco la conclusione: “Un aumento dei valori del 20% produce un aumento dell’Imu del 20%. Ecco allora il vero obiettivo che sta dietro a questa scelta, è bene ricordarlo, non obbligatoria: incassare più soldi dai cittadini, senza però che la loro effettiva ricchezza sia aumentata. Un’autentica ingiustizia, che rende la delibera, approvata a maggioranza e fortemente osteggiata da Ibc, a forte rischio di illegittimità per il metodo adottato che in essa viene esplicitamente dichiarato”.
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