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Bonus agli sgoccioli, boom di acquisti di caldaie: «Più 30% di vendite a dicembre» #finsubito prestito immediato


di
Martina Zambon

Gerotto, Ance: «Con la progressiva cancellazione delle agevolazioni si rischia di tornare al sommerso»

Non ci sono stati solo i regali di Natale «last minute», anche le caldaie sono andate per la maggiore a dicembre. L’incombente taglio dei bonus ha spinto moltissimi a cogliere l’ultima occasione per quel 50% (65% se abbinato a valvole termostatiche) di detrazioni in dieci anni che con buona probabilità spariranno (il voto di fiducia sulla legge di bilancio, blindatissima, è previsto per oggi, 28 dicembre). Matteo Ribon, Cna, spiega che i telefoni degli installatori sono stati presi d’assalto. «Da inizio mese stimiamo un aumento delle richieste di sostituzione di caldaie – spiega Ribon – fra il 20 e il 30%, tantissimi. Anche oggi (ieri, ndr) gli installatori erano tutti in giro a montare i nuovi impianti o, in molti casi, a procedere con le pratiche per non perdere il bonus dei loro clienti. L’installazione vera e propria avverrà a gennaio tante sono le richieste che si sono affastellate».

Superbonus 110% e bonus «storici»

Lo tsunami del Superbonus 110% ha travolto anche i bonus «storici» come quelli, appunto, per gli impianti di riscaldamento. Un duro colpo per le famiglie che stavano meditando il cambio. E quindi la cancellazione in legge di bilancio delle agevolazioni ha convinto molti a spendere così la tredicesima. Gli addetti ai lavori spiegano che si è in piena fase di stallo.
Anzi, Alessandro Gerotto, Ance Veneto, parla di «una brusca frenata» descrivendo le scelte governative sui bonus legati all’edilizia: «Di fatto, con le scelte della manovra sul 2025, stiamo tornando al 2019 o peggio. Ciò che, in particolare, non apprezzo è la scelta di lasciare, ma vedremo il testo definitivo, più libertà di manovra a chi ha capienza fiscale. Insomma, i ricchi non avranno problemi a rendere efficiente e sostenibile la propria casa ma i pensionati e chi ha redditi inferiori come farà? Non lo trovo democratico. Anche perché le norme Ue incombono». Certo, col Superbonus, conclude Gerotto, «è successo di tutto, società e famiglie in difficoltà per crediti incagliati o lavori mal eseguiti di cui sentiremo l’eco per almeno 20 anni. Ma la nuova normativa europea che ci cadrà addosso va vista come una grande opportunità. Qualcosa cambierà e i bonus torneranno, magari con più equilibrio».




















































Il rischio «nero»

Le categorie sono compatte nell’individuare un altro rischio concreto legato alla cancellazione progressiva dei bonus edilizi: il ritorno, prepotente, al «nero». Lo dice Gerotto e lo ribadisce anche Roberto Boschetto, Confartigianato: «A Roma hanno tirato troppo sulle agevolazioni. Da un lato abbiamo bisogno di mettere mano a un patrimonio edilizio non efficiente, dall’altro alieniamo la possibilità per chi ha meno reddito di provvedere. Eppure ricordiamoci che riscaldamento e serramenti sono il primo punto per rendere le abitazioni sostenibili. Non era tutto da buttare… Lo Stato ha incamerato risorse consistenti con l’Iva generata dall’emersione del sommerso legata al superbonus. E l’unico modo per non tornare al nero è proprio l’incentivo. Francamente, se i bonus edilizi si fermano al 30%, è probabile che qualche impresa proponga uno “sconto” dello stesso valore…».

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Panorama incerto

Il 2024 si chiude così con un panorama incerto. «Non aiuta la complessità dei paletti introdotti – ragiona Ribon – dato che par di capire che, ad esempio, il bonus caldaie rimarrà ma solo per le prime case e soltanto con una soglia di reddito molto bassa e non ancora specificata. Chiaramente, con informazioni di questo tipo, non stupisce che in tanti, nel mese di dicembre, abbiano deciso di cambiare caldaia per poter fruire del bonus così come l’abbiamo conosciuto. Cosa succederà da gennaio è facilmente intuibile: la cancellazione dei bonus rischia di far riemergere tutto il nero che era stato giustamente eliminato. Così come resta il problema di fondo: abbiamo innumerevoli unità abitative, ad esempio condominiali, con vecchie caldaie e impianti da sostituire, operazioni da pianificare con calma, non cambiando le norme ogni anno».

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28 dicembre 2024



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