Il governo valuta dirottamenti di fondi dall’Alta Velocità in Calabria, minacciando il futuro del porto e del Mezzogiorno.
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La Calabria si trova al centro di un delicato bivio infrastrutturale. Nonostante i 100 milioni di euro destinati al porto di Gioia Tauro dalla sesta rata del Pnrr, il potenziale sviluppo dello scalo rischia di essere compromesso dal possibile taglio dei fondi per l’Alta Velocità ferroviaria a Sud di Praia a Mare.
Il porto di Gioia Tauro è destinatario di interventi chiave per 100 milioni, tra cui l’adeguamento degli impianti ferroviari in diverse località (57,7 milioni), la costruzione di un raccordo stradale sud (10 milioni) e il completamento della banchina di ponente (16,5 milioni). Questi lavori mirano a rafforzare la centralità dello scalo, il più importante del Sud Italia e in forte crescita nel Mediterraneo, connettendolo meglio al network europeo della rete Ten-T.
Alta Velocità: una promessa in ritardo
Il problema sorge dal ritardo nella realizzazione dell’Alta Velocità ferroviaria in Calabria. Mentre in altre regioni del Sud come Campania e Puglia i treni ad alta velocità inizieranno a circolare nel 2026, la Calabria non vedrà l’inizio dei lavori prima dello stesso anno, con tempi di completamento che potrebbero estendersi oltre il 2030. Questa situazione rischia di isolare Gioia Tauro, trasformandolo in un’infrastruttura avanzata ma scollegata, incapace di competere con i porti collegati a reti moderne come Napoli, Taranto e Bari.
La revisione del Pnrr: rischio di tagli per la Calabria
La nomina del nuovo ministro per gli Affari Europei, Tommaso Foti, ha portato a una revisione del Pnrr, con particolare attenzione ai progetti in ritardo. Secondo fonti vicine al Governo, i lotti dell’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria potrebbero essere esclusi dal Piano per destinare i fondi a opere con tempistiche più compatibili con le scadenze europee.
Le conseguenze per Gioia Tauro
Se il Governo decidesse di ridistribuire i fondi, il porto di Gioia Tauro rischierebbe di diventare una “cattedrale nel deserto”, avanzato ma isolato in una rete ferroviaria novecentesca. Questo scenario rappresenterebbe un colpo mortale per le ambizioni di sviluppo della Calabria e per il ruolo strategico del porto nel contesto euromediterraneo.
La situazione riflette una questione di priorità che, ancora una volta, sembra penalizzare il Sud. La Calabria si trova di fronte al rischio di perdere una delle sue più grandi opportunità di sviluppo, mentre il resto del Mezzogiorno avanza verso una maggiore integrazione infrastrutturale e competitività.
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