In arrivo importanti novità nella prescrizione dei debiti. I pagamenti che potrebbero non essere più richiesti sono questi. Prendi immediatamente nota.
Ecco come cambia il periodo di tempo entro cui quale un credito può essere richiesto. E quali sono i debiti destinati a decadere nel 2025. La prima grande novità riguarda l’estensione della prescrizione automatica per le cartelle esattoriali.
Secondo quanto stabilito, le cartelle non sono più esigibili affidate all’Agenzia delle Entrate Riscossione verranno cancellate automaticamente dopo cinque anni. E si tratta di un evidente vantaggio per tanti contribuenti alle prese con vecchi debiti.
Debiti non più esigibili nel 2025, la lista
Dunque, a partire dal primo gennaio 2025, le cartelle esattoriali inesigibili verranno cancellate prima del solito. Inoltre, a causa della pandemia di COVID-19, ci sono stati degli slittamenti nei termini di accertamento fiscale, che potrebbero influenzare le scadenze di alcune cartelle esattoriali. Si attende però che la Corte di Cassazione possa chiarire definitivamente questa situazione.
Il periodo di prescrizione è sostanzialmente il tempo entro il quale un debito può essere reclamato. E tale periodo può variare. Dura per esempio cinque anni per la maggior parte dei pagamenti insoluti (per le bollette, per le multe, gli affitti e i contributi previdenziali). Poi, ne dura dieci per i prestiti, i mutui e le tasse.
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui il credito diventa esigibile, cioè da quando il creditore può legalmente reclamare il debito. Ci sono però alcune azioni che possono interrompere il periodo di prescrizione, facendo ripartire il conteggio da zero. È il caso di una comunicazione scritta da parte del creditore. O l’inizio di un’azione legale. Ma se il periodo di prescrizione termina senza che il creditore abbia reclamato il debito o intrapreso azioni per interromperlo, il debitore potrà rifiutarsi legalmente di pagare.
Nel 2025, una serie di debiti risalenti a determinati anni andrà in prescrizione. Tra questi ci sono crediti legati a fatture, contratti. Ma anche a multe. Partiamo dai debiti con prescrizione di cinque anni… Questi debiti, che risalgono al 2020 o al 2019, includono bollette telefoniche, affitti, multe stradali, omessa dichiarazione dei redditi, spese condominiali ordinarie e per ristrutturazioni. Ma pure TFR e indennità di fine lavoro, interessi bancari, risarcimenti danni da fatti illeciti, rendite vitalizie, utili dei soci in azienda.
E, per finire, imposte locali, scadono dopo cinque anni anche debiti relativi all’IMU e alla TARI, ad abbonamenti a servizi come streaming e pay-tv, a contributi INPS e INAIL e a cartelle esattoriali relative a tributi con prescrizione quinquennale. I debiti con prescrizione di dieci anni sono quelli che risalgono al 2015 e includono fatture insolute, prestiti, finanziamenti e mutui, tasse e imposte (IRPEF, IVA, ecc.) e ticket sanitari. E ancora: sentenze di condanna e decreti ingiuntivi e spese condominiali straordinarie.
È importante sottolineare che, anche se un debito è prescritto, quando arriva una richiesta relativa alla somma non versata ma successivamente alla scadenza, si ha sempre il diritto di opporsi.
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