La carneficina continua, malgrado gli appelli alla prudenza che giungono ogni giorno da più parti. Si allunga sempre di più, sulle strade del nostro Paese, la striscia di sangue tracciata dagli incidenti stradali mortali. E la Calabria, in questo senso, sta pagando un prezzo altissimo.
Dopo l’incidente in cui nella notte tra il 23 ed il 24 dicembre scorsi sono morte Anna Pileggi e Maria Sonetto, rispettivamente di 18 e 17 anni, e il ferimento di altri tre giovani, avvenuto a San Pietro a Maida, nel Lametino, la scorsa notte a perdere la vita è stato un ragazzo di 15 anni, Riccardo Fabiano, ed altri sei giovani sono rimasti feriti, due dei quali in modo grave.
Fabiano viaggiava insieme ad altri due ragazzi a bordo di una Lancia Y che si é scontrata frontalmente, per cause in corso d’accertamento, con un’Audi 4 sulla quale si trovavano gli altri giovani feriti. Lo scontro tra le due auto é avvenuto in una galleria della strada statale 109, che conduce in Sila.
Sul luogo dell’incidente, insieme al personale del 118, sono intervenuti i carabinieri, che hanno effettuato i rilievi. I militari stanno indagando per accertare, in primo luogo, le cause dello scontro, tra le quali potrebbe esserci stata l’alta velocità. L’ipotesi che viene presa in considerazione é che una delle due auto coinvolte abbia invaso la corsia opposta proprio a causa della velocità sostenuta in un tratto di strada in cui é imposto il limite di 50 chilometri orari.
Secondo quanto si é appreso, il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Catanzaro ha già disposto l’alcol test su tutte le persone che viaggiavano a bordo delle due vetture coinvolte nello scontro, compresa la vittima.
La vicenda ha suscitato profondo cordoglio a Catanzaro, svegliata da una notizia che ha lasciato tutti increduli e addolorati. Riccardo Fabiano, tra l’altro, era il figlio di un magistrato di Catanzaro, il sostituto procuratore della Repubblica Debora Rizza. Una circostanza che ha determinato un’ondata emotiva di vicinanza nei confronti della magistrata, nota per la sua professionalità e per la stima che la circonda.
Il Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, i procuratori aggiunti ed i sostituti della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, si sono stretti “con affetto” alla collega “in questo momento di immenso dolore per la scomparsa del figlio Riccardo”. Analoga solidarietà è stata espressa dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, “con tutti i magistrati, il personale amministrativo e il personale della polizia giudiziaria che si sono detti vicini alla cara collega Debora Rizza e alla sua famiglia, nel dolore per l’inconsolabile perdita dell’amato figlio Riccardo”.
Vicinanza al magistrato del capoluogo calabrese é stata espressa anche dal Procuratore della Repubblica facente funzioni di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, dagli aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e da tutti i sostituti procuratori dell’ufficio, che hanno sottolineato la loro “partecipazione, con affetto e profonda commozione al gravissimo lutto che ha colpito la collega Debora Rizza”.
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