L’intelligenza artificiale tende a “allucinare”, ovvero a inventare informazioni che ritiene reali e che spesso sembrano legittime o plausibili. Sebbene molte persone critichino l’AI per questa capacità, gli scienziati celebrano questo effetto collaterale, affermando che ha reso possibili nuove invenzioni e scoperte.
A ottobre, David Baker è stato uno dei tre scienziati—e l’unico americano tra loro—a vincere il Premio Nobel per la Chimica. Baker, dell’Università di Washington, ha ricevuto il riconoscimento per l’utilizzo di software informatici nella creazione di una nuova proteina.
In un’intervista al New York Times prima dell’annuncio del premio, Baker ha dichiarato che le allucinazioni dell’AI sono state fondamentali per “creare proteine da zero”, aggiungendo che hanno aiutato il suo laboratorio a progettare circa 10 milioni di proteine completamente nuove che “non esistono in natura”.
“Le cose stanno avanzando rapidamente”, ha affermato. “Persino gli scienziati che si occupano di proteine a tempo pieno non sanno quanto si sia progredito”.
Le allucinazioni dell’AI si verificano quando l’intelligenza artificiale inventa informazioni che crede essere vere. Per molte persone, a un primo sguardo, tali informazioni possono sembrare del tutto reali, poiché l’AI può produrre contenuti falsi ma altamente plausibili. Tuttavia, l’esempio di Baker mette in luce il potenziale valore di questo fenomeno.
“Il pubblico pensa che sia tutto negativo” ha detto Amy McGovern, ricercatrice principale per l’istituto federale AI2ES, al New York Times. “Ma in realtà sta dando agli scienziati nuove idee”.
James Collins, professore di ingegneria biologica al MIT, ha recentemente elogiato le allucinazioni per aver accelerato la sua ricerca su nuovi tipi di antibiotici. “Stiamo esplorando”, ha detto. “Chiediamo ai modelli di proporre molecole completamente nuove.”
A proposito di molecole, il comitato del Premio Nobel non sembra essere stato turbato dall’uso dell’AI e delle sue allucinazioni nella ricerca di Baker. Anzi, ha dichiarato che il suo team è riuscito a produrre “una creazione proteica immaginativa dopo l’altra”.
Baker spera che l’AI possa aiutarlo a creare proteine “che abbiano un impatto concreto”, come dissolvere le strutture proteiche anomale che molti ritengono associate a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com.
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