Sui Paesi sicuri decide il governo. Punto. Non poteva finire in maniera peggiore il 2024 per i benpensanti, progressisti e amici dell’immigrazione senza sosta. È arrivata ieri l’ennesima conferma da parte della Corte di Cassazione che deve essere il governo, e non i giudici, a indicare i Paesi sicuri, e che questi ultimi devono seguire le disposizioni dell’esecutivo. In sostanza, la Cassazione ha criticato i decreti emessi dal tribunale di Roma con cui venivano annullati i trattenimenti per i primi dodici migranti diretti nei centri in Albania. La Suprema Corte ha smontato in toto il ragionamento fatto dai giudici di Roma, i quali avevano esteso il senso di una sentenza della Corte di Giustizia europea che nulla c’entrava con la questione dei Paesi sicuri: “Dalla sentenza della Corte di giustizia non sembrerebbe trarsi come implicito corollario l’esclusione della compatibilità con la nozione di paese sicuro laddove l’insicurezza riguardi le categorie di persone”. Vale dunque il principio della territorialità a cui si riferisce la corte europea (un Paese è sicuro solo se è tale in tutto il suo territorio) e non quello delle categorie di persone (se ci sono minoranze non rispettate). È allora il governo a decidere sui Paesi sicuri: “Il giudice non si sostituisce nella valutazione che spetta, in generale, soltanto al ministro degli Affari esteri”. Egli “è chiamata per verificare, in ipotesi limite, se la valutazione ministeriale abbia varcato i confini della ragionevolezza”. Oltre le eccezioni, i casi singoli dunque, spetta al governo indicare quali sono i Paesi sono sicuri e secondo tali disposizioni il giudice dovrà adeguare la sua sentenza.
FdI: “Avevamo ragione noi”
Accoglie positivamente la notizia Fratelli d’Italia. Sara Kelany, deputato e responsabile del dipartimento Immigrazione del partito, ha dichiarato: “Oggi la Cassazione ha depositato le motivazioni su uno dei provvedimenti di mancato trattenimento in Albania. E guarda caso queste motivazioni confermano integralmente quanto diciamo dal primo momento: spetta agli Stati membri la designazione dei Paesi sicuri. Ricordo uno scambio pubblico con la presidente Boldrini sul punto: io affermavo che la sentenza della Corte di giustizia europea non smontasse assolutamente il nostro impianto, perché si riferiva unicamente all’individuazione di porzioni di territorio, la presidente Boldrini affermava il contrario. Oggi la Suprema Corte dà ragione al governo Meloni: gli Stati indicano i Paesi sicuri e i giudici decidono i casi concreti sulla base delle circostanze oggettive e personali che i singoli migranti allegano per chiedere la protezione internazionale. Non poteva che essere così, a rischio di rendere totalmente inapplicabili le stesse direttive europee, che questo governo, nel porre in essere le modifiche normative, ha pienamente rispettato. Si avrà oggi il coraggio di ammettere che le decisioni di alcuni magistrati italiani sono state frutto di preconcetti ideologici e sostanzialmente dei manifesti politici contro le politiche migratorie del governo?”.
Positivo anche il commento di Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Ci auguriamo venga messa la parola fine all’ indecorosa campagna di mistificazione che la sinistra e le opposizioni, sostenuti dai loro house organ, per settimane hanno orchestrato. Si era arrivati addirittura a parlare di fine del ‘modello Albania’, il tutto condito dall’accusa di aver dilapidato soldi pubblici. Invece, oggi la Cassazione con il deposito delle motivazioni dell’ordinanza chiarisce un principio: la politica estera, e quindi la scelta di quali siano i Paesi sicuri, spetta al governo e non alla magistratura. Lo avevamo sostenuto subito nell’immediatezza delle decisioni dei giudici, che avevano annullato il trasferimento in Albania e adesso, alla luce di quanto scrive la Cassazione, possiamo dire che avevamo ragione e che eravamo in presenza di provvedimenti viziati da una mala-interpretazione di quanto disposto dalla Corte di giustizia Ue ed anche, evidentemente, dall’ideologia di qualche magistrato. Il governo Meloni e Fratelli d’Italia andranno avanti, perché con gli italiani abbiamo preso l’impegno di contrastare l’immigrazione illegale e i trafficanti di morte. E quanto deciso dalla Cassazione ci convince ancora di più di essere sulla strada giusta”.
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