Raccolta rifiuti, finisce tutto a ‘tarallucci e vino’ dopo oltre 1200 giorni: il Comune revoca il bando di gara da 12 milioni e mezzo

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Punto e a capo. Dopo decine di proroghe del servizio, dopo aver indicato più volte come ormai imminente l’avvio del nuovo corso della gestione dei servizi di igiene urbana sul territorio del Comune di Isernia, a inizio dicembre con determinazione dirigenziale numero 1359, la gara da 12 milioni e mezzo di euro, “costata” la rielezione di Giacomo d’Apollonio, è stata revocata.

In barba alle determine di proroga che per anni hanno annunciato come ormai prossima l’assegnazione del servizio.
La procedura di gara alla quale sono stati ammessi nel lontano 2021 nove operatori economici (Smaltimenti Sud Srl, Agesp Spa, Navita Srl, EtAmbiente spa, Idealservice società cooperativa, Ecoalba società cooperativa sociale, Formula Ambiente Spa, Sea Soluzioni Eco Ambientali srl, Coop 134 cooperativa sociale) è stata revocata e, incredibile!, si legge nell’atto che “ad oggi la gara risulta ancora in corso di svolgimento e giace, dunque, in una fase procedimentale non ancora conclusa dovendosi peraltro ancora procedere con l’apertura delle offerte economiche presentate dai concorrenti”.
Solo il 13 marzo scorso, ad esempio, come riportato da primonumero.it, nella determina con la quale si prorogava il servizio di raccolta rifiuti per la sedicesima volta, si specificava che il nuovo aggiudicatario sarebbe stato reso noto entro tre mesi. Giugno 2025, in pratica.

Perché si è arrivati alla decisione di revocare il bando di gara?
“Sono sorti – si legge nella determinazione del 6 dicembre scorso misteriosamente rimasta sotto traccia – in capo alla Stazione Appaltante seri dubbi circa l’opportunità di dar seguito alle procedure di gara, e ciò in relazione sia al lungo lasso di tempo intercorso dalla sua indizione (avvenuta con determinazione dirigenziale n. 642 del 31 agosto 2021), che alle intervenute evoluzioni normative intercorse, non da ultimo le rinnovate attribuzioni di regolazione e controllo del ciclo dei rifiuti attribuite all’Arera, che hanno portato la Stazione Appaltante stessa a valutare l’opportunità di ricorrere ad un eventuale esercizio dell’istituto della revoca della procedura di gara stessa”.

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A febbraio, vista la situazione che non riusciva a sbloccarsi, l’amministrazione comunale ha inteso affidare alla società Pagaron Business Advisor srl, un “autorevole e qualificato parere legale sulle specifiche questioni con riferimento al procedimento di gara” e, sorpresa, sono emersi i presupposti che hanno indotto la Stazione appaltante (e cioè il Comune di Isernia) a adottare il provvedimento di revoca in autotutela della procedura di gara.
Tre gli aspetti principali alla base della decisione di mandare “al macero” anni di lavoro e soldi pubblici spesi per una gara da 12 milioni e mezzo di euro avviata e mai conclusa.

Prima di tutto il lasso di tempo trascorso tra la fine del 2021 e oggi: in questi anni, rileva la società che ha espresso il proprio parere, sono cambiate molte cose e occorre valutare la sostenibilità e la remuneratività della base d’asta e delle offerte stesse. Le procedure di gara oggetto di valutazione sono state avviate, del resto, nel corso dell’emergenza Covid e prima dell’iperinflazione causata dalla guerra in Ucraina. Motivo per il quale il legislatore nazionale ha stabilito l’obbligo di inserire, nei documenti di gara, le clausole di revisione dei prezzi.
Nel frattempo, inoltre, le normative di riferimento sono cambiate e questa gara del 2021 “è divenuta inattuale in rapporto alla sua sospensione e alle successive modifiche regolatorie ed atti tariffari approvati dall’Ente, circostanze che impongono una ridefinizione della procedura in ossequio ai principi definiti dall’Autorità Nazione di Regolazione e anche una ridefinizione delle tariffe.

E poi, le difficoltà di partecipazione alla gara: “nel caso di specie, non si pone solo un problema legato al decorso del tempo ed all’evoluzione normativa intercorsa, ma anche la necessità di una attenta riflessione circa l’impostazione della lex specialis di gara che rende la partecipazione estremamente difficoltosa o impossibile. La legge di gara ha infatti stabilito la strutturazione dell’appalto in questione in un unico lotto, in cui sono riuniti sia i servizi di raccolta/trasporto sia quelli di trattamento/recupero”.

E, sul punto, una domanda sorge spontanea: ma la partecipazione alla gara non è già un dato acclarato? Non sono nove gli operatori economici che hanno inviato le proprie buste virtuali entro il termine per la ricezione delle offerte? Non c’è una commissione giudicatrice responsabile della valutazione delle offerte tecniche ed economiche composta anche da dirigenti e funzionari interni al Comune oltre che da commissari esterni (che saranno anche stati pagai, forse)?
Insomma, con la fine del 2024 si scrive pure la parola ‘the end’ alla gara più lunga della storia del Comune di Isernia. Esistono tutti i presupposti per revocarla in autotutela. E pensare che nel 2021 era diventata una questione politica, cavalcata dagli oppositori di d’Apollonio…

Ovviamente il Comune non si arrende: si è disposto, nella stessa determina dirigenziale, di indire una nuova procedura di gara per l’affidamento della gestione dei servizi di igiene urbana sul territorio del Comune di Isernia, “rispondente alle sopravvenute e rimodulate esigenze pubbliche scaturite dalla nuova valutazione operata dall’amministrazione Comunale, nonché in linea con le modifiche normative e regolatorie intervenute medio tempore” che sarà indetta “nei primi mesi del 2025 anche a seguito dell’individuazione della struttura tecnico-amministrativa che dovrà supportare il Rup nello svolgimento delle procedure e delle attività operative connesse”.
Insomma, per farla breve, fino ad oggi oltre 1200  giorni di lavoro retribuito ma inutile.





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