Come l’e-commerce ha cambiato il sistema della corrispondenza. E i portalettere si adeguano
La sveglia, per chi lavora al centro logistico di Poste Italiane in via Buttaro, a Bergamo, suona in piena notte. Perché a partire dall’1.30, ossia dal momento in cui arrivano i primi bilici carichi dal centro di smistamento di Milano Roserio, va organizzato l’invio di lettere e pacchi negli altri centri di distribuzione della provincia: oltre a una porzione dello stabile cittadino (che funge anche da centro di distribuzione per la città e l’hinterland) ci sono Lovere, Treviglio, Trescore, Romano di Lombardia, Verdellino-Zingonia, Sarnico, Seriate, Albino, Ponte San Pietro, Valbrembo, San Pellegrino Terme e Clusone.
Il viaggio della corrispondenza
Per farlo, ogni notte e poi durante il giorno, è tutto un suddividere, scannerizzare, sistemare e muovere carrelli e sacchi carichi di lettere, pacchi e raccomandate che devono raggiungere in giornata l’indirizzo di casa del destinatario. «Esistono più di dieci collegamenti al giorno tra Bergamo e Roserio, nei momenti di picco arrivano anche a sedici», spiega Alessandro Magno, responsabile dell’area manageriale di Bergamo e Mantova.
Questo perché la corrispondenza prima, indipendentemente dall’oggetto trattato, raggiunge il centro di Roserio per essere smistata. E poi fa ritorno eventualmente a Bergamo per finire nei 243 uffici postali della provincia (o nei 200 punto Poste), nel caso in cui il destinatario finale risieda in Bergamasca. A Roserio è tutto automatizzato, con sistemi composti da nastri trasportatori, infrarossi e non solo: 10 robottini servono per la movimentazione interna delle merci, due impianti per smistare le lettere e tre impianti per la lavorazione delle stampe.
Il centro in via Buttaro
A Buttaro, invece, è tutto manuale: 80 addetti per le attività di backoffice e 80 portalettere lavorano su tre turni, fino alle 21. Mentre, in tutta la provincia, sono 500 le persone impegnate nell’attività di smistamento e recapito. Tante, ma non abbastanza per sostenere, a pieno regime, il ritmo dettato dall’ondata di pacchi, lettere e pubblicazioni in concomitanza con Black friday, Santa Lucia, Natale. Un picco che «durerà fino alla seconda settimana di gennaio, almeno secondo le previsioni», si sbilancia Magno.
Black friday e Natale, il picco
Per questa ragione sono state assunte da Poste Italiane altre 34 persone. «Solamente i pacchi durante il Black friday sono cresciuti del 54%», spiega Pietro Orlando, direttore del centro di Buttaro. Mentre, limitandosi ai primi 9 mesi del 2024, i volumi delle consegne effettuate dai portalettere di Poste Italiane sul territorio bergamasco sono cresciuti di oltre il 50%. «Ogni giorno distribuiamo mille pacchi — rileva Orlando —. Ma tra novembre e dicembre arriviamo a consegnarne pure il doppio». Nell’arco dei dodici mesi il consuntivo corrisponde a uno storico di 2 milioni di pacchi. Che, dopo essere stati scaricati dai bilici, raggiungono il centro di Buttaro (come la corrispondenza) per essere lavorati in specifiche isole, corrispondenti a ciascun centro di distribuzione: «Ciascun pacco in uscita dalle isole ha ventiquattro ore di tempo per essere consegnato — spiegano insieme Magno e Orlando —. Nel caso in cui non si riesca a farlo in giornata, la consegna passa alla linea business serale e a un altro portalettere».
Gli obiettivi di crescita
Sulla sponda di Milano, invece, a Roserio nel periodo di picco si vede aumentare il numero dei pacchi del 70% e della posta commerciale del 20%; in 7 ore i pacchi più veloci vengono smistati e caricati su oltre 160 mezzi, diretti ogni giorno verso la destinazione finale. «Poste Italiane — ha ricordato l’amministratore delegato Matteo Del Fante in occasione della presentazione dei dati relativi al bilancio — nel recapito ha conquistato la leadership italiana nei servizi di corrispondenza e pacchi, arrivando a consegnare nei primi nove mesi dell’anno 219 milioni di pacchi, di cui 76 solo nel terzo trimestre. Il 40% di quei pacchi oggi viene consegnato dai nostri postini. Da piano industriale cresceremo gradualmente, e nel 2028 saremo a oltre i due terzi dei pacchi consegnati dai portalettere».
Poca giacenza
palmari usati nelle consegne assomigliano agli ultimi modelli di smartphone. In via Buttaro alloggiano in «culle», dove vengono ricaricati insieme alle piccole stampanti che li accompagnano e con cui si tiene traccia delle consegne. Oltre all’indirizzo, sui pacchetti è segnalato spesso anche un recapito del destinatario. «Chi compra online, ormai, è di fatto un cliente seriale — osserva Magno —. Si fa tutto il possibile per consegnarlo di persona a lui o a un suo familiare, o a qualcuno con cui abbia rapporti stretti. Se non si riesce, lo consideriamo un fallimento». Un fallimento, comunque, dalle proporzioni contenute, visto che i pacchi non consegnati che tornano in giacenza agli uffici postali sono «nell’ordine dell’1-2%», aggiunge ancora Orlando.
Quattro milioni di raccomandate all’anno
Ai pacchi, poi, si somma il resto della corrispondenza: 4 milioni di raccomandate all’anno che transitano da via Buttaro insieme ad altri «14 milioni di chili di posta “indescritta” — specifica Magno —. Si tratta di tutto ciò che può essere recapitato in cassetta senza bisogno che l’utente sia presente. Il Natale influisce anche sull’attività ordinaria, con l’invio a casa di pubblicità, calendari o santini. Ne vediamo arrivare a bancali».
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