La dichiarazione di decadenza della presidente della Regione, Alessandra Todde, è un fulmine a ciel sereno per tanti ma non per tutti. Da settimane, se non mesi, l’iter per l’adozione del provvedimento era in piedi nelle stanze del collegio regionale di garanzia elettorale, nel palazzo di giustizia di Cagliari, che ha vagliato il rendiconto delle spese elettorali di tutti i candidati (e non tutti in via Roma sono sereni, i provvedimenti potrebbero non essere finiti).
Le contestazioni
Dieci le pagine di contestazione nei confronti di Todde, sette i punti (su uno dei quali la governatrice avrebbe già chiarito tutte le presunte anomalie). In sintesi: non avrebbe nominato un mandatario elettorale, soggetto che deve garantire la veridicità di quanto dichiarato in tema di spese per la campagna. Non avrebbe avuto inoltre un conto dedicato attraverso il quale devono passare tutti i fondi utilizzati, per garantire la tracciabilità dei flussi di soldi. Poi ci sarebbe confusione sulle donazioni e sulle distinzione tra i soldi riferibili a Todde e quelli in capo al Movimento. Non si parla di somme molto rilevanti, ma devono sempre essere tracciate e giustificate. Poi ci sono presunte anomalie su imputazioni di alcune spese: tanto che gli atti (atto dovuto) sono stati inviati alla Procura della Repubblica che potrebbe compiere ulteriori passi.
Le conseguenze
Ma cosa succede ora? Todde lo ha già detto: «Si tratta di un atto amministrativo, lo impugnerò nelle sedi opportune e continuo a lavorare per il bene della Sardegna».
In realtà il termine «amministrativo» potrebbe non essere pertinente: per far valere le proprie ragioni la governatrice dovrebbe rivolgersi al Tribunale ordinario e non al Tar (Tribunale amministrativo, appunto).
Per capire quali siano le leggi che si reputano violate bisogna fare un incrocio di norme: una nazionale, la 515 del 1993, e una regionale, la 1 del 1994, che disciplinano le campagne elettorali. La seconda richiama in più punti la prima. Che è citata anche in un avviso della Corte d’Appello di Cagliari, del giugno scorso: era rivolto ai candidati (eletti e non) e ricordava che «il termine di tre mesi dalla proclamazione degli eletti entro il quale devono essere trasmesse le dichiarazioni e i rendiconti relativi alle spese (anche se pari a zero) per la campagna elettorale dei candidati (anche se non eletti) come previsto dall’art. 14 della Legge 10 dicembre 1993 n. 515, scade il 20 giugno 2024». Si chiedeva di elencare nel dettaglio tutte le spese sostenute durante la corsa per il Consiglio regionale, accompagnate dalla documentazione giustificativa.
La pena della mancata o erronea trasmissione? «Si rammenta che al mancato deposito presso il Collegio Regionale di Garanzia Elettorale della dichiarazione predetta», recita il documento, «consegue l’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 25.822,84 a euro 103.291,38 e che, l’accertata violazione delle norme che disciplinano la campagna elettorale, dichiarata in modo definitivo dal Collegio di Garanzia Elettorale, costituisce nei casi di legge causa di ineleggibilità del candidato e comporta la decadenza dalla carica del candidato eletto».
La comunicazione
Nel caso di Todde, con la decadenza ormai dichiarata (lo scenario più estremo prevede lo scioglimento del Consiglio regionale e le elezioni), si torna alla legge nazionale. Al comma 10 dell’articolo 15. Che recita: «Al fine della dichiarazione di decadenza, il Collegio regionale di garanzia elettorale dà comunicazione dell’accertamento definitivo delle violazioni di cui ai commi 7, 8 e 9 al Presidente della Camera di appartenenza del parlamentare, la quale pronuncia la decadenza ai sensi del proprio regolamento». Qui si parla di Camera, ma la legge regionale fa proprio il passaggio. L’aula di via Roma, quindi, non ha potere decisionale: potrebbe solo ratificare l’ordinanza del collegio regionale di garanzia elettorale.
Ora tutto è nelle mani di giudici e avvocati (ai quali Todde già si è rivolta): l’impugnazione annunciata, se ricorrono le condizioni, potrebbe portare alla sospensione dell’efficacia del provvedimento di decadenza (immediatamente esecutivo). Si dovrebbe quindi attendere una eventuale decisione nel merito. Si prende tempo, insomma. Ma la politica sarda è in ebollizione: «Che si fa, adesso?», si chiedono a palazzo.
Il collegio
Il collegio regionale di garanzia elettorale è composto:
– dal Presidente della Corte d’Appello, dott.ssa Gemma Cucca, che lo presiede;
da 6 componenti effettivi:
– dott. Dario De Luca, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari;
– dott.ssa Maria Luisa Scarpa, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari;
– dott. Francesco Alterio, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari;
– prof. Riccardo Fercia, docente universitario;
– dott.ssa Roberta Asuni, dottore commercialista;
– dott. Tullio Conti, dottore commercialista.
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