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di Raffaele Marcello

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Lunedì 18 novembre 2024

Board e amministratore delegato diventano protagonisti della “trasformazione Esg”, con nuovi compiti e responsabilità. La circolare Assonime n. 21 pubblicata lo scorso 7 novembre 2024 offre l’occasione per esplorare le sfide e le opportunità della nuova disciplina della rendicontazione di sostenibilità.

Con il recente decreto legislativo n. 125/2024, l’Italia ha adottato un approccio innovativo alla sostenibilità aziendale, traducendo in realtà normativa le ambiziose disposizioni della Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) dell’Unione europea. Non si tratta di un semplice aggiornamento, ma di una trasformazione profonda che ridefinisce gli obblighi di trasparenza per un numero sempre più ampio di imprese. Il dlgs 125/2024 segna un punto di svolta, imponendo alle aziende di tutte le dimensioni, dalle grandi imprese alle Pmi quotate, di fornire una rendicontazione dettagliata sugli impatti ambientali, sociali e di governance (Esg). Un impegno che va ben oltre le precedenti “Dichiarazioni non finanziarie”, coinvolgendo nuovi standard, un controllo esterno obbligatorio e la copertura estesa della catena del valore. La circolare di Assonime diventa quindi un prezioso strumento di orientamento per comprendere e affrontare una normativa tanto ambiziosa quanto esigente.

Il ruolo della governance nella rendicontazione di sostenibilità. Il paragrafo 8 della circolare si focalizza in particolare sulla governance dell’informativa di sostenibilità, delineando i compiti e le responsabilità che le aziende devono rispettare per garantire che la loro rendicontazione sia conforme agli standard Esrs (European sustainability reporting standards). L’introduzione di un quadro regolatorio così strutturato richiede che i vertici aziendali assumano un ruolo proattivo nella gestione della sostenibilità, andando oltre una semplice adesione formale alle regole e integrando i principi Esg nella strategia di lungo termine dell’impresa.

Board e a.d. al centro della rivoluzione sostenibile. Il consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato diventano protagonisti della trasformazione Esg. La circolare sottolinea che il board deve non solo approvare il documento finale, ma anche vigilare attivamente il processo assicurando che le informazioni riportate siano in linea con i requisiti normativi e integrando le politiche di sostenibilità nella visione aziendale.

L’amministratore delegato, spesso affiancato da comitati specifici, ha il compito di supervisionare le attività operative legate alla sostenibilità e di garantire che le strategie aziendali riflettano gli obiettivi Esg dichiarati. Questo approccio implica che la sostenibilità venga trattata come una priorità strategica, al pari delle altre attività chiave dell’impresa. La creazione di comitati dedicati, come il Comitato per la sostenibilità, diventa fondamentale per gestire la complessità dei dati Esg e per monitorare l’implementazione delle politiche aziendali in materia di sostenibilità.

Lavoratori in prima linea: la sostenibilità parte dal basso. Il coinvolgimento dei lavoratori non è solo un gesto simbolico. Secondo la circolare le aziende devono creare spazi di dialogo e consultazione, coinvolgendo i dipendenti, per il tramite dei rappresentanti dei lavoratori, nella raccolta e verifica dei dati. Questa collaborazione può rafforzare il senso di responsabilità condivisa verso gli obiettivi di sostenibilità. I lavoratori diventano così partner strategici nella realizzazione della mission aziendale Esg.

Vigilanza e controllo: un supporto essenziale per la compliance Esg. Oltre all’organo amministrativo, il decreto attribuisce responsabilità significative all’organo di controllo, che deve verificare l’aderenza dell’informativa Esg alle norme di legge e agli standard Esrs. L’organo di controllo svolge una funzione di supervisione, garantendo che i processi interni siano adeguati per raccogliere e gestire le informazioni richieste. È necessario che i dati Esg siano trattati con lo stesso rigore e attenzione riservati ai dati finanziari, dato che una rendicontazione non accurata potrebbe comportare sanzioni amministrative o danni reputazionali per l’azienda.

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L’attestazione esterna del revisore. Un altro elemento essenziale è l’attestazione esterna, che diventa obbligatoria per tutte le imprese soggette alla rendicontazione Esg. Un revisore della sostenibilità, esperto e indipendente, dovrà esaminare le informazioni riportate, certificandone la conformità agli standard europei. Questa verifica esterna rappresenta una garanzia per gli investitori e gli altri stakeholder, che possono così contare su dati attendibili e verificati da un ente terzo. La circolare sottolinea l’importanza di questo passaggio, evidenziando che l’attestazione deve coprire non solo i dati Esg principali, ma anche le informazioni relative alla catena del valore e alle politiche di diligenza ambientale e sociale.

Il ruolo dell’assemblea e la responsabilità sociale d’impresa. Non meno importante è il coinvolgimento dell’assemblea dei soci, che gioca un ruolo fondamentale nella governance della sostenibilità. La circolare specifica che l’assemblea deve approvare la rendicontazione Esg, confermando il suo ruolo di controllo sull’operato degli amministratori. L’assemblea assume così un’importanza strategica nel processo di governance, rappresentando l’ultima linea di controllo prima della pubblicazione del documento. Questo coinvolgimento assicura che le informazioni Esg siano sottoposte a una revisione critica e che vi sia un dialogo costante tra gli amministratori e gli azionisti. L’assemblea ha anche il compito di chiedere chiarimenti e approfondimenti, qualora emergano criticità o informazioni poco chiare, e può influire sulle decisioni strategiche dell’impresa in ambito di sostenibilità.

Sfide e complessità operative per le imprese italiane. La transizione verso la nuova disciplina non è priva di difficoltà. La circolare di Assonime evidenzia come la complessità del quadro normativo e dei nuovi obblighi possa rappresentare una sfida considerevole, soprattutto per le imprese di minori dimensioni. L’ampliamento del perimetro delle informazioni da raccogliere, l’obbligo di coprire l’intera catena del valore e la necessità di utilizzare standard specifici di rendicontazione comportano un aumento significativo dei costi operativi e organizzativi. Le aziende devono investire in risorse umane specializzate, adottare nuove tecnologie per il monitoraggio dei dati e sviluppare procedure interne per garantire l’accuratezza e la tracciabilità delle informazioni.

L’obbligo di rendicontazione dettagliata su impatti, rischi e opportunità Esg pone in evidenza le sfide di governance e compliance che le imprese devono affrontare. La circolare suggerisce alcune soluzioni operative, come la creazione di comitati dedicati alla sostenibilità, l’integrazione dei criteri Esg nei sistemi di controllo interno e il potenziamento della formazione del personale. Tuttavia, è chiaro che le aziende dovranno affrontare un periodo di adattamento complesso, durante il quale la collaborazione tra diversi dipartimenti aziendali e una visione strategica unitaria saranno essenziali per il successo.

La nuova normativa sottolinea l’importanza della sostenibilità come elemento strategico per la competitività aziendale. Non si tratta solo di soddisfare requisiti normativi, ma di abbracciare un modello di business più responsabile e orientato al lungo termine. Le aziende che sapranno integrare con successo la sostenibilità nella propria governance non solo miglioreranno la loro reputazione, ma potranno anche attrarre nuovi investimenti e creare valore per tutti gli stakeholder.


Nota: il contenuto del documento deve essere interpretato in relazione al periodo
in cui è stato redatto.

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