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Con l’adozione di regolamenti europei più rigorosi, i proprietari di immobili si trovano a dover affrontare maggiori responsabilità in termini di efficienza energetica degli edifici.
La direttiva Case Green stabilisce criteri ambiziosi per incrementare l’efficienza e la sostenibilità energetica nel settore dell’edilizia europea. L’ambizione è quella di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, minimizzando le emissioni di gas serra provenienti dagli edifici residenziali e commerciali. Si pone particolare attenzione agli edifici meno efficienti, situati nella categoria energetica G (la più bassa), che costituiscono il 15% del totale per ogni nazione, includendo circa 1,8 milioni di strutture in Italia.
In questo contesto i proprietari di immobili giocano un ruolo cruciale, dato che l’interesse crescente verso la sostenibilità sta influenzando anche il mercato immobiliare. È chiaro, infatti, che la focalizzazione sull’efficienza energetica ha una diretta ripercussione anche sui canoni di locazione, influenzando le possibilità di affittare a prezzi più elevati.
Regolamentazione europea sull’efficienza energetica
Fino a questo momento, l’Unione Europea ha adottato diverse direttive per il miglioramento energetico degli edifici.
- EPBD I (2002): ha introdotto i certificati di prestazione energetica per gli edifici;
- EPBD II (2010): ha intensificato le misure con requisiti più stringenti per gli edifici a basso consumo energetico;
- EPBD III (2018): ha aggiornato gli standard per allinearli agli obiettivi dell’Accordo di Parigi e ha promosso la digitalizzazione;
- EPBD IV (2024): stabilisce obiettivi più ambiziosi per diminuire le emissioni di gas serra e potenziare l’efficienza energetica.
L’ultima direttiva, quella del 2024 pubblicata a maggio, richiede agli Stati membri di adeguare le leggi nazionali entro due anni. Questa direttiva fa parte del pacchetto di riforme “Fit for 55” e mira alla decarbonizzazione totale degli edifici entro il 2050, prevedendo specificatamente che gli edifici residenziali raggiungano almeno la classe energetica E entro il 2030.
Regolamentazione italiana sulla “Case Green”
Con l’introduzione di normative europee più severe, i proprietari di immobili hanno conseguentemente maggiori responsabilità in termini di efficienza energetica degli immobili. Se affittassero immobili con prestazioni energetiche inadeguate, potrebbero in futuro ricevere multe e, in casi gravi, potrebbero dover interrompere il contratto di locazione.
In Italia, il Decreto Legge numero 73/2022 e precedentemente la Legge numero 90/2013 obbligano i proprietari a fornire un Attestato di Prestazione Energetica (APE) aggiornato prima di affittare un immobile, permettendo così agli inquilini di essere informati sull’efficienza energetica dell’edificio.
È chiaro che questo requisito, insieme agli obblighi imposti dall’Europa, potrebbe rendere più difficile trovare inquilini. Considerando che in Italia, il 65% delle case messe in vendita nel 2022 rientrava nelle classi energetiche F o G, con una differenza di prezzo media del 40% rispetto alle case più efficienti.
Direttiva Case Green: eliminato il divieto di affitto e vendita
Nella proposta presentata dalla Commissione Europea il 15 dicembre scorso è stata eliminata la restrizione di affitto e vendita per gli immobili a basso rendimento energetico. Nella versione finale dell’articolo 34, si specifica che ogni Stato membro deve stabilire le sanzioni per chi trasgredisce le norme della direttiva, assicurando che siano efficaci e dissuasive.
Questo implica che l’Italia potrebbe introdurre obblighi e sanzioni, ma è più probabile che si verifichi una “sanzione di mercato”, ovvero una minore competitività per gli immobili non conformi.
Miglioramento della classe energetica e benefici economici
Secondo uno studio della Banca d’Italia, il settore residenziale italiano necessita urgentemente di una riqualificazione energetica. Infatti, le abitazioni contribuiscono al 12,5% delle emissioni di gas serra, a fronte del 9% nell’Unione Europea.
Migliorare la classe energetica di un immobile, nonostante richieda un investimento iniziale, è vantaggioso per i proprietari. Le normative italiane ed europee offrono incentivi fiscali, come l’ex Superbonus 110%, o l’Ecobonus ancora attivo, rendendo l’adeguamento più accessibile. Gli immobili con una classe energetica alta (A o B) sono più facilmente affittabili e competitivi sul mercato.
È importante anche considerare che la classe energetica è valutata come un “plus” in quasi tutti gli Accordi territoriali, i quali, come noto, consentono di affittare il proprio immobile godendo di una minore tassazione oltre a una riduzione sull’IMU.
Infine, è importante sottolineare che adeguare la propria abitazione alla Direttiva “Case Green” non è così complesso come si potrebbe pensare.
Possibili interventi includono:
- migliorare l’isolamento termico: un buon isolamento di muri, tetti e pavimenti aiuta a limitare la dispersione di calore, riducendo i consumi energetici;
- sfruttare le energie rinnovabili: l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici riduce le emissioni di CO2 e offre la possibilità di beneficiare di incentivi statali;
- riqualificare l’impianto di riscaldamento: sostituire impianti vecchi con caldaie a condensazione o pompe di calore;
- sostituire finestre e infissi: l’uso di doppi vetri e materiali termicamente efficienti è fondamentale per minimizzare le perdite di calore.
Conclusioni
La transizione ecologica sta modificando il mercato immobiliare, e i proprietari devono adeguarsi alle nuove normative sull’efficienza energetica. È quindi essenziale rispettare le leggi nazionali ed europee per evitare problemi legali e per mantenere l’immobile competitivo. Investire nella riqualificazione energetica non solo assicura la conformità alle normative, ma aumenta anche il valore e la competitività dell’immobile in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità.
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