Nella città del pasticciotto c’è una straordinaria chiesa ricoperta di affreschi, ma in pochissimi conoscono questo capolavoro del Salento

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Salento, scrigno di meraviglie naturalistiche e mèta per numerosi turisti ogni anno. Una terra che racchiude in sé non soltanto spiagge da sogno e locali alla moda ma anche, e soprattutto, tesori inestimabili del nostro patrimonio artistico, come questa chiesa che ci apprestiamo oggi a scoprire insieme. Perché questa rubrica, cari amici, è concepita come un viaggio senza meta né, tanto meno, una logica, dove il viaggiatore errabondo si sposta da un posto a un altro con il solo scopo di scoprire quanto di più bello la storia dell’arte ci può raccontare in Italia e nel mondo. In altre parole, se esistesse il teletrasporto potremmo incontrarci ogni settimana davanti a un’opera o un edificio diversi. E oggi vi porterò a Galatina, in provincia di Lecce, nella meravigliosa chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria. Perché scoprirla? Continuate a leggere e lo capirete.

San Pietro si è fermato a Galatina

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La piazzetta caratteristica su cui si affaccia la chiesa di Santa Caterina

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Iniziando dalle coordinate spazio-temporali di questa tappa del nostro viaggio, andiamo a scoprire brevemente il paese di Galatina, in terra di Salento. Le cronache parlano di lui sin dal 1178, ma la sua storia è ben più antica. Leggenda narra, infatti, che proprio qui l’apostolo Pietro abbia fatto tappa nel suo viaggio da Antiochia a Roma; proprio qui, il primo pontefice della Chiesa Cattolica, avrebbe quindi riposato le membra fiaccate dal viaggio estenuante verso la Capitale dell’Impero. E per questo il paese si chiamava sino al 1861 San Pietro di Galatina; il toponimo attuale è quindi frutto della politica post-unitaria. Paese caratterizzato da una avvincente storia che attraversa i secoli, Galatina è stato, nel tempo, un vero e proprio crogiuolo di popoli, tanto che il suo dialetto, afferente al gruppo dei dialetti del salentino centrale, ha subito una forte influenza anche dal greco e dal bizantino.

Una Chiesa in Salento, gotica ma non troppo

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La decorazione dell’architrave raffigura Cristo con gli Apostoli

In un paese così vivo dal punto di vista culturale non poteva che nascere una chiesa come quella di Santa Caterina d’Alessandria, vero e proprio scrigno di tesori di arte in Salento. Seppur la tradizione voglia far risalire la sua costruzione al 1369, per volere del nobiluomo Raimondo Orsini del Balzo, una nutrita corrente di studiosi propende per individuare nel cantiere del XIV secolo un ampliamento di un edificio antecedente. Punti focali della disputa scientifica sono il protiro che adorna il portale principale e alcuni affreschi del nutrito impianto decorativo, che occupa praticamente tutte le pareti interne del complesso ecclesiastico.

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La decorazione del portale è un armonioso misto di figure fitomorfe e zoomorfe

Il protiro parla, invero, una lingua ben diversa dal gotico, stile ormai già ampiamente diffuso negli anni a cui tradizionalmente viene ricondotto lo stabile: la particolare struttura, di fatti, ricorda più le basiliche romaniche dei secoli precedenti. Un primo e chiaro indizio è l’arco a tutto sesto, come anche le colonnine che reggono la struttura del protiro, poggiate su leoni stilofori, decisamente di gusto romanico; infine, il linguaggio del bassorilievo che decora l’architrave del portale, ove è rappresentato il Cristo assiso in trono circondato dagli apostoli in composizione paratattica, non lascia spazio a dubbi.

All’interno di Santa Caterina la prova che il Medioevo fu un’epoca di vivaci colori

santa caterina, galatina

Se gli esterni lasciano spazio a diverse interpretazioni che accendono il mondo degli storici dell’arte, gli interni sono un tripudio di arte gotica a tutto tondo. La pianta è longitudinale, a navata unica, con deambulatori ai lati; qui, gli archi a sesto acuto scandiscono lo spazio, trasportandoci in un’atmosfera decisamente protesa verso il gotico maturo. L’edificio termina, dal lato absidale, con un coro a pianta ottagonale che, in realtà, è la cappella funeraria della famiglia Del Balzo Orsini; la struttura risale infatti già all’epoca più recente del cantiere, a metà del Quattrocento.

La vera attrazione di tutto il complesso è, tuttavia, la ricchissima decorazione ad affresco che caratterizza tutto l’alzato interno dell’edificio. Ogni centimetro quadrato è (o comunque era in origine) ricoperto da pitture. L’intero apparato decorativo venne completato verso la fine del XIV secolo, in epoca coerente con il cantiere più recente, da maestranze locali; tuttavia, l’influenza di scuole ben lontane dal tessuto pugliese emergono con forza, una su tutte la scuola senese, la cui presenza è senza ombra di dubbio predominante.

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I temi iconografici sono numerosi e riguardano l’Apocalisse, la vita di santa Caterina d’Alessandria (da non confondersi con la santa di Siena), i Sette Sacramenti e molto molto altro. Insomma, non basterebbe veramente un intero volume per raccontarvi tutto quello che potrete ammirare all’interno di questa chiesa in Salento, decisamente unica nel suo genere, soprattutto se paragonata agli altri edifici coevi presenti in zona. Una soluzione a questo problema? Molto semplice: non vi resterà che fare i bagagli e dedicargli (almeno) un intenso weekend.





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