Ferrara, 5 gennaio 2025 – I valori medi annuali delle dannose e temute polveri sottili, PM10 e PM2.5, risultano “ampiamente entro i limiti di legge”. Così su tutta la regione Emilia Romagna, così sull’intero nostro spicchio di territorio: da Ferrara fino a Cento, da Bondeno fin giù nel Delta. Appaiono lontani – sfogliando la corposa relazione sulla qualità dell’aria del 2024 stilata da Arpae e resa pubblica due giorni fa – i tempi in cui la stazione rilevatrice di corso Isonzo faceva registrare ben 97 superamenti, contro le 35 giornate massime consentite prima di fare scattare l’allarme.
Appaiono lontani – sfogliando la corposa relazione sulla qualità dell’aria del 2024 stilata da Arpa– i tempi in cui la stazione rilevatrice di corso Isonzo faceva registrare ben 97 superamenti, contro le 35 giornate massime. Correva l’anno 2007. Non bene neppure nell’anno del Covid, il 2020, dove gli sforamenti furono 73 (sempre Isonzo), poi 42 l’anno successivo e 61 nel 2022. Ma dal 2023 a questa parte, la situazione è migliorata. Come ricorda Vanes Poluzzi, responsabile del centro qualità dell’aria di Arpae Emilia Romagna. “Ferrara – spiega, dati alla mano – e l’intera zona ’Pianura est’ (con Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), da due anni rispettano le richieste normative”. Ovvero, un massimo di sforamenti annui di PM10 pari a 35 giorni, con un valore limite quotidiano di 50 microgrammi al metro cubo. Da noi, le stazioni di rilevamento per le PM10 sono 4: Ferrara corso Isonzo, Ferrara Villa Fulvia, Gherardi, Cento. A queste va aggiunta la quinta di Ostellato ma che rileva le PM2.5.
“Nel 2024 – riprende Poluzzi – Cento ha registrato 24 sforamenti, Gherardi 15, Villa Fulvia 22 e corso Isonzo 35″. Ma per quest’ultima, vale un discorso leggermente differente: innanzitutto, delle quattro, è quella situata in una zona dove il traffico è maggiormente impattante e i superamenti, in realtà, sarebbero 38. Tre dei quali, però, dovuti al trasporto di polveri di origine desertica che hanno innalzato i livelli di PM10 oltre i limiti giornalieri. In particolare, sottolineava una nota di Arpae, “un intenso evento di questo tipo è stato osservato fra marzo e aprile”. Per questo, la normativa permette di scorporare dal totale (nel nostro caso 38) tali superamenti (3).
“Dunque – riprende il dirigente Arpae – corso Isonzo è sceso a 35, restando dentro al limite massimo annuale“. Anche la media 2024 di PM2.5, – particelle più impattanti rispetto alle PM10 e che riescono a superare le prime e più profonde barriere aeree dell’uomo, in grado di raggiungere i polmoni e i bronchi secondari – è stata inferiore ovunque limite previsto dalle norme (25 microgrammi al metro cubo) con valori in linea con i cinque anni precedenti.
Sempre a proposito di PM10, va registrato un altro dato: il primo sforamento del 2025 in tutte le ’colonnine’ ferraresi. Il 3 gennaio, infatti, il dato di concentrazione osservato era di 62 a Gherardi, 79 a Cento, 74 Villa Fulvia, 77 corso Isonzo. “La giornata – precisa Poluzzi – però non ha certo aiutato, perché proprio il meteo influenza tantissimo l’abbassare o l’aumentare dei dati”.
E se, stando allo studio di Arpae, i valori di altri inquinanti come biossido di zolfo, benzene e monossido di carbonio, in tutta la regione sono rimasti ben entro i limiti di legge “in tutte le stazioni di rilevamento”, fa ben sperare la curva al ribasso registrata nel 2024 dal biossido di azoto, con una media annuale (40 il limite) rispettata in ogni stazione, come nel 2020 e 2022. “Un valore – riprende Vanes Poluzzi – molto buono sia a Ferrara che in tutta l’Emilia Romagna. Questo genere di inquinante deriva soprattutto dal traffico veicolare (benzina e diesel, ndr), ma anche dagli impianti di riscaldamento. La diminuzione fa pensare, innanzitutto, che le motorizzazioni stiano migliorando, ma anche che i nostri stessi comportamenti diventino più virtuosi”. Insomma, lasciare la macchina per una volta in più garage, preferendo una passeggiata a piedi o in bici o l’uso del mezzo pubblico, male non farà in futuro.
Ultimi numeri. In Pianura Ovest (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena), le stazioni che hanno superato la soglia limite di 35 sforamenti di PM10 annui sono state Modena (52), Piacenza (40) e Carpi (38). In Pianura Est, invece, Rimini (40) e Ravenna (37). Ma, come detto poco fa per corso Isonzo, per effetto dello scorporo dei contributi dovuti agli episodi di trasporto di polveri desertiche, le stazioni di Pianura Est sono rientrate tutte entro i 35 superamenti annui, rispettando il limite di legge. Eliminando quindi i superamenti attribuibili alle polveri desertiche, restano 3 le stazioni in regione che lo scorso anno hanno superato i limiti per più di 35 giorni.
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