Termini subito zona rossa. Ecco cosa cambierà (e da quando)

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La stretta sulla sicurezza voluta dal Viminale percorre strade diverse che pur si intersecano: una, quella che si incardina sulla lotta alla criminalità comune, l’altra quella che guarda alle minacce internazionali, al radicalismo islamico e al rischio emulativo di attentati che hanno già portato il terrore fuori dall’Italia. Per questo, mentre entra nel vivo il nuovo piano anti-terrorismo varato per il 2025 e ricalibrato dopo gli attacchi su auto lanciate contro la folla al mercato di Natale di Magdeburgo, in Germania, e nella notte di Capodanno a New Orleans, negli Usa, martedì a Roma il comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico farà le sue prime valutazioni riguardo all’opportunità di istituire tra la stazione Termini e l’Esquilino una «zona rossa» così come intesa dal ministro Matteo Piantedosi. Con la direttiva inviata alle prefetture alla fine dell’anno, infatti, il titolare del Viminale sottolinea l’importanza di individuare, con apposite ordinanze, le zone urbane dove vietare la presenza di soggetti pericolosi con precedenti penali e poterne così disporne l’allontanamento. 

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Roma, arriva la “zona rossa” tra Esquilino e Termini. Ecco cosa significa: divieti per i pregiudicati e Daspo urbano ai violenti

I PRESUPPOSTI

Difficile pensare che il Rione del Centro storico della Capitale che si affaccia sullo scalo ferroviario più grande d’Europa non abbia i presupposti di criticità individuati dalla circolare soprattutto in un periodo in cui nella Città Eterna si stanno riversando in massa i pellegrini per il Giubileo. Risse, rapine, accoltellamenti (uno sfociato in omicidio a settembre), senza parlare dello spaccio e del consumo di crack ed eroina alla luce del sole, sono all’ordine del giorno, tutto questo mentre nel terminal confluiscono quotidianamente tra le 400 e le 600mila persone. I dati dei controlli, del resto già rafforzati, da parte delle forze dell’ordine restituiscono la fotografia di un mondo a sé all’interno della metropoli. Dall’inizio del 2023 a oggi, infatti, sono state realizzate 198 operazioni straordinarie “ad alto impatto”, con l’impiego complessivo di 14.300 unità tra carabinieri, finanzieri, poliziotti e vigili urbani supportati anche da operatori delle Asl e dagli ispettori del lavoro: 158.850 i soggetti controllati, di cui 67.656 stranieri; 504 quelli arrestati e 1.579 i denunciati; 82 gli stranieri espulsi; 79 le armi sequestrate; 23.276 i veicoli controllati; 1.846 gli esercizi pubblici ispezionati e 138 i lavoratori in nero o irregolari individuati. In molti casi si tratta di recidivi. 

LA SPERIMENTAZIONE

Il provvedimento che istituirà la zona rossa, secondo fonti del Viminale, dunque, potrebbe essere adottato già nei prossimi giorni dopo le valutazioni del comitato in prefettura. Il tema, fino a due giorni fa, a dire il vero, non era ancora all’ordine del giorno, ma nessuna preclusione. Su Termini e l’Esquilino i fari di prefettura e questura sono puntati da tempo. Lo stesso Piantedosi quando era prefetto della Capitale, approdato da Bologna, aveva importato l’applicazione nell’area dei cosiddetti daspo urbani. Ora con la zona rossa arriverebbe un inasprimento degli strumenti di prevenzione e i risultati ottenuti negli ultimi tre mesi a Firenze e nella stessa Bologna, capoluoghi che hanno fatto da apripista, sarebbero incoraggianti: 105 persone destinatarie di misure di allontanamento su 14mila controllate. Bisognerà vedere, tuttavia, come adattare il modello su Roma, città con caratteristiche e numeri decisamente diversi e dove sono già attivi costanti “pattuglioni” messi in atto da agenti e carabinieri. Su questo si focalizzerà l’attenzione del comitato provinciale. 
Come detto, intanto prende corpo il nuovo piano-antiterrorismo a livello nazionale. 

GIOVANI RADICALIZZATI

Se da una parte resta cruciale l’attività di monitoraggio e tracciamento dei movimenti di profili sospetti quali personaggi radicalizzati all’Islam ed ex combattenti legati all’Isis nell’ambito del territorio Shengen con alert in porti, aeroporti e stazioni, dall’altra le informative dell’intelligence inducono a porre maggiore attenzione in quelle aree urbane di degrado e disagio sociale in cui immigrati di seconda generazione trovino rifugio dalla propria frustrazione nella radicalizzazione religiosa che il terrorismo è sempre pronto a cavalcare. Da qui l’input a misure di prevenzione più stringenti e controlli nelle zone e nelle periferie più calde anche solo per identificare e intercettare possibili profili sospetti o a rischio. Il nuovo piano prevede altresì un rafforzamento dei controlli con nuclei di agenti ad hoc nei centri commerciali (tra l’altro ora affollati per i saldi), negli ospedali, vicino alle fabbriche e nelle località turistiche. Si parte da quelle di montagna e dalle principali stazioni sciistiche. Stretta anche sui B&B e case vacanze che dovranno comunicare e identificare con precisione ogni ospite. Gli esperti di sicurezza ragionano sui possibili nuovi scenari, a partire da un probabile “esodo” a breve di combattenti e/o mercenari che, con l’instaurazione del nuovo governo, non avranno più una occupazione e che potrebbero puntare su Roma, capitale della Cristianità nell’anno giubilare.
 

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