Nel 2043, su 2,2 milioni di famiglie, 1 milione sarà composto da persone sole. «Paesi vuoti e con più anziani»
Un lento e progressivo spopolamento investirà il Veneto nei prossimi vent’anni. Le previsioni demografiche riportate nell’ultimo report pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), indicano che la popolazione regionale, attualmente di poco superiore ai 4 milioni e 800mila abitanti, è destinata a diminuire, anno dopo anno, fino a perdere circa 50mila persone entro il 2043.
Anche Cortina rischia di rimpicciolirsi troppo
Non un’esagerazione in termini quantitativi, ma che alimenterà il processo di calo dei Comuni, fenomeno che ha preso il via all’inizio degli anni Duemila. Solo dal 2013 a oggi, in Veneto sono state approvate quindici fusioni di Comuni già tutte operative, che raccolgono trentacinque Comuni soppressi (Alpago, Borgo Valbelluna, Longarone, Quero Vas, Setteville, Val di Zoldo, Borgo Veneto, Santa Caterina d’Este, Pieve del Grappa, Barbarano Mossano, Colceresa, Lusiana Conco, Sovizzo, Val Liona e Valbrenta), ma in futuro potrebbero diventare molte di più. Basti pensare che, secondo le proiezioni dell’Istat, ben undici Comuni che attualmente contano più di 5.000 residenti, sono destinati a scendere sotto questa soglia entro il 2043. Si tratta di Fossalta di Portogruaro, in provincia di Venezia, Correzzola in provincia di Padova, Recoaro Terme e Longare, in provincia di Vicenza, Codognè e San Pietro di Feletto in quella di Treviso, Gazzo Veronese e Illasi in territorio scaligero, Longarone e Cortina d’Ampezzo in provincia di Belluno. A saltare all’occhio è proprio la presenza, in quest’elenco, della Regina delle Dolomiti che, al netto dei flussi turistici, potrebbe svuotarsi al punto da andare incontro a serie difficoltà nell’erogazione di servizi efficienti sul proprio territorio.
L’inverno demografico
Al problema demografico si aggiunge quello anagrafico, con un sempre più evidente sbilanciamento tra nuove e vecchie generazioni. Se adesso gli over 65 in Veneto rappresentano circa un quarto della popolazione residente, il loro numero è destinato a impennarsi, arrivando a coprire la fetta del 34% della popolazione nel 2043: la stima è che il 73% di questi sarà composto da ultranovantenni. «La strada tracciata è quella di un calo demografico unito a un invecchiamento della popolazione – sottolinea Stefano Mazzucco, professore ordinario di Demografia al dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova -. Sono dati statistici che mettono drammaticamente in evidenza quanto, in questo territorio, incida quello che oramai tutti chiamano “inverno demografico”. Se anche ci fosse un incremento inaspettato quanto ottimistico di nascite, non si riuscirebbe a bloccare questa curva».
Le conseguenze
Questo significa prepararsi a far fronte a una popolazione meno numerosa ma con più anziani, con maggiori richieste di assistenza sanitaria e di servizi sociali e ricreativi per la terza età. «I Comuni più piccoli saranno quelli che faranno più fatica a far fronte alle nuove esigenze – continua – e dovranno prendere in considerazione la fusione con altri Comuni per razionalizzare le risorse, come già avviene soprattutto nei paesi montani». Cambierà anche il significato della parola famiglia: tra vent’anni quasi quattro famiglie su dieci saranno costituite da persone sole. «Dal numero di poco più di 2 milioni di famiglie in Veneto – considera il professor Mazzucco -, nel 2043 si salirà a 2 milioni e 200mila, di cui quasi un milione di famiglie unipersonali. Non è facile inventarsi una ricetta, ma bisogna capire quale sarà il livello di isolamento sociale. Invito la classe politica a iniziare a ragionare su quello che ci aspetta».
5 gennaio 2025
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