Il numero uno dell’Authority: gas tornato ai valori 2023
Presidente, come giudica le forti tensioni sul mercato del gas e il conseguente aumento dei prezzi?
«Siamo in una situazione sicuramente delicata ma lo sapevamo da tempo – risponde Stefano Besseghini, presidente dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) – . La chiusura del transito del gas russo in Ucraina gli analisti l’avevano presa in considerazione da almeno 6 mesi e le forniture non dovrebbero risentirne significativamente perché le quote russe erano ormai residuali e possiamo compensarle con Gnl e qualche margine dei gasdotti da Algenia e Libia e dal Tap. Invece, qualche preoccupazione sui prezzi è giustificata. Tra settembre e ottobre abbiamo superato i 40 euro a megawattora, adesso siamo a 50 euro, ovvero sui livelli del 2023, quando però c’erano i contributi dello Stato a mitigare le bollette di elettricità e gas per le fasce più deboli ».
«Non ancora. Oggi la dinamica dei prezzi è più lenta, ma va attentamente monitorata per vedere se non sia necessario intervenire. Oggi, per quanto riguarda i bonus, siamo tornati alla situazione che c’era prima della guerra in Ucraina, con il bonus che calmiera le bollette del gas per chi ha un Isee fino a 9.530 euro: ne beneficiano 2,4 milioni di famiglie. Durante la crisi scorsa l’innalzamento temporaneo della soglia Isee a 15mila euro si era rilevata efficace per compensare l’aumento dei prezzi, allargando di 1,5 milioni la platea dei percettori dei bonus».
C’è il rischio che possa arrivare a 84 euro, come dice Goldman Sachs, per via dell’inverno più freddo?
«Naturalmente il clima ha un peso, soprattutto nel nord Europa, ma si tratta di scenari di worst case che si fanno sempre. Gli stoccaggi per coprire punte di domanda ci sono. È bene essere né ottimisti né pessimisti ma realisti e usare tutti gli strumenti a disposizione. Ad aprile dovrebbe entrare in funzione il rigassificatore di Ravenna, che compenserà il venir meno del gas russo. Ma sarebbe importante anche dar seguito alla decisione di aumentare la produzione nazionale di gas, dalla quale potrebbero arrivare 3 miliardi di metri cubi, un dato non trascurabile».
Il ministro Pichetto Fratin è favorevole alla reintroduzione di un price cap europeo sulle contrattazioni intorno ai 50-60 euro. Lei?
«Non è questione di essere favorevoli o no. La discussione va ripresa, sapendo che è complesso farlo quanto più si ipotizza un livello vicino al prezzo attuale del gas».
E a livello nazionale che cosa si può fare per frenare il caro-bollette?
«Uno strumento potentissimo è promuovere il risparmio energetico. Lo si è visto nel 2022 quando i prezzi erano molto alti. È un segnale che il mercato coglie subito».
Andrebbe anche aumentata la produzione di elettricità da fonti rinnovabili.
«Bisogna tenere il ritmo degli ultimi anni. C’è stata una crescita dell’installato da 6-700 megawatt del 2020 ai 7,5 giga del 2024. Bisogna evitare incertezze normative e dare una nuova spinta».
Su 30,3 milioni di utenti domestici della luce, 23,4 sono nel mercato libero. Nel 2024 hanno pagato in media una bolletta molto più cara rispetto a chi sta nella maggior tutela o nelle tutele graduali? Perché?
«Non c’è una capacità di farsi concorrenza adeguata e c’è una gestione dei servizi aggiuntivi che viene sopra valorizzata e della quale gli utenti non hanno grande consapevolezza».
Agli 11,5 milioni di utenti «vulnerabili» che non stanno nelle tutele graduali converrebbe entrarvi: la legge di Bilancio dà tempo fino al 30 giugno.
«Sì, a giorni l’Arera pubblicherà il provvedimento per dare il via all’operazione. Il regime delle tutele graduali è ora il più vantaggioso. E comunque i vulnerabili potranno in ogni momento passare alla maggior tutela, un po’ più costosa ma che ha il vantaggio di non avere una data di termine».
Passando al gas, cosa fare per pagare di meno?
«I vulnerabili possono sempre chiedere l’offerta di tutela. Agli altri consiglio di confrontare le offerte sul nostro portale perché nel gas c’è un po’ di concorrenza in più e dunque vale la pena di valutare il cambio se si trovano condizioni migliori».
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