Come andrà l’America con Trump

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


Trumpnomics: impatti, aspettative e dinamiche dei mercati globali. L’analisi di Marco Piersimoni, Co-Head Euro Multi Asset di Pictet Asset Management.

Nel corso delle ultime settimane, i mercati hanno continuato a integrare le possibili novità in arrivo con l’insediamento della nuova amministrazione americana. Controllo dell’immigrazione, imposizione di tariffe nei confronti di Cina e resto del mondo, politica fiscale espansiva con un taglio delle tasse a favore di famiglie e imprese, programma di liberalizzazioni: sono questi i punti principali del programma elettorale che ha riportato Trump alla Casa Bianca e il Grand Old Party a controllare il Congresso. Ovviamente è piuttosto inverosimile che questa agenda venga realizzata integralmente.

Per quanto riguarda le politiche protezionistiche, dazi e tariffe potrebbero essere utilizzati come un’arma negoziale, come peraltro si è già potuto vedere di recente quando, dopo essere stati minacciati con l’imposizione di tariffe del 25%, il Primo Ministro canadese e la Presidente del Messico hanno dato nel giro di poche ore la loro disponibilità a collaborare in materia di immigrazione e di controllo del narcotraffico.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Il programma complessivo di Trump si può considerare composto da uno shock di domanda positivo, il taglio delle tasse, due shock di offerta negativi, immigrazioni e tariffe, e uno shock di offerta positivo, la deregolamentazione. I primi tre fattori faranno probabilmente aumentare l’inflazione e questo processo sarà solo in parte mitigato dalle liberalizzazioni. Nel corso delle ultime 6 settimane, i mercati hanno già incorporato questa dinamica, con le aspettative di inflazione desunte dai Titoli di Stato indicizzati che sono state riviste al rialzo di mezzo punto percentuale sulle scadenze decennali. Un discorso simile lo si può fare anche per il dollaro perché la combinazione di queste manovre ne favorisce il rafforzamento, che si è puntualmente verificato.

Sul mercato azionario, i temi cari alla narrativa della futura amministrazione si sono consolidati, con le piccole e medie capitalizzazioni e i titoli finanziari che hanno registrato buone performance perché favoriti dal taglio delle tasse e dalla deregolamentazione.

Più in generale, i listini americani hanno sovraperformato quelli del resto del mondo. In effetti, l’impatto della Trumpnomics sugli utili non è immediatamente valutabile e molto dipenderà dall’estensione del piano di liberalizzazioni e dal conseguente impatto sulla fiducia di imprese e consumatori. Gli ultimi indicatori sul sentiment del mondo aziendale hanno già iniziato a mostrare segnali di recupero anche nel comparto manifatturiero, particolarmente in difficoltà nel corso degli ultimi trimestri.

Guardando ai dati macroeconomici, la dinamica del mercato del lavoro USA si è in parte ripresa dopo il rallentamento subito a ottobre a causa degli uragani che si sono abbattuti sul Paese. Sia negli Stati Uniti che in Eurozona i dati sull’inflazione si sono mostrati in linea con le attese e con una dinamica dei prezzi stabile rispetto al mese precedente.

In particolare, in Europa non ci sono grandi segnali di preoccupazione per una ripresa dell’inflazione, motivo per cui la settimana scorsa sia la Banca Centrale Europea che quella Svizzera hanno tagliato i tassi di interesse, rispettivamente di 25 e 50 punti base.

Il 18 dicembre ci sarà invece l’ultima riunione del 2024 della Fed: il mercato si aspetta un ulteriore taglio da 25 punti base, ma molto più importante sarà capire quali sono le intenzioni in merito al sentiero di riduzione dei tassi per il 2025. È inverosimile e difficilmente giustificabile dal punto di vista politico che la Federal Reserve incorpori nelle proprie previsioni l’agenda Trump, quando la nuova amministrazione non si è ancora insediata. Tuttavia, i dot plot di settembre non sembrano più attuali, considerando l’andamento dei dati fino ad ora e quanto accadrà nel 2025. Il mercato sta già scontando un percorso di allentamento monetario più modesto rispetto a quanto dichiarato dalla banca centrale americana a settembre, per cui riteniamo che non ci saranno ripercussioni eccessive di fronte a revisioni al rialzo di piccole entità.

Oltre alle considerazioni sull’agenda Trump, il 2025 dovrebbe iniziare con un quadro macroeconomico abbastanza positivo e con una situazione geopolitica complessa, ma che lascia intravedere qualche segnale di ottimismo. È lecita la preoccupazione sulle valutazioni delle azioni USA nel loro complesso e soprattutto sul rischio di concentrazione dei listini. Le possibilità per la costruzione di un portafoglio ben diversificato non mancano: attività come azioni europee ed asset emergenti offrono valutazioni attraenti e il quadro di correlazioni è interessante.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Microcredito

per le aziende

 

Source link