Etichetta trasparente per nocciole e mandorle

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Nella calza della Befana arrivano nocciole, mandorle e noci piĆ¹ sicure. E un maggiore sostegno anche per la frutta sgusciata del Mezzogiorno che in questo campo vanta un primato in termini di quantitĆ  e qualitĆ . I quattro principali produttori nazionali sono infatti Sicilia, Piemonte, Campania e Puglia. Con il nuovo anno ĆØ entrato in vigore il regolamento dell’Unione europea che rende obbligatoria l’indicazione dell’origine di nocciole, fichi secchi, mandorle, pistacchi e tutte le varietĆ  di frutta secca sgusciata.

A rendere noto il provvedimento europea ĆØ la Coldiretti che ricorda come negli ultimi anni sia cresciuto il consumo di questi prodotti che raggiunge il picco nelle festivitĆ  natalizie. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea-Nielsen, nel 2023 le famiglie italiane hanno acquistato 115 milioni di chili, per una spesa di 1,1 miliardi, ma si arriva a 640 milioni di chili se si tiene conto della frutta utilizzata come ingrediente nelle specialitĆ  dolciarie. Secondo le nuove disposizioni di Bruxelles l’etichetta super trasparente deve essere ben visibile sulle confezioni di frutta secca sgusciata o essiccata, prodotti di IV gamma, compresi funghi non coltivati, zafferano e capperi. Si tratta dunque di una misura importante per offrire garanzie ai consumatori e sostenere coltivazioni che rappresentano un’eccellenza del Made in Italy, ma soprattutto del Made in Sud. E la Campania ha un posto d’onore per le nocciole di cui l’Italia ĆØ secondo produttore mondiale dopo la Turchia. Per quanto riguarda tutta la frutta in guscio il nostro Paese ĆØ al tredicesimo posto per l’export e al quarto per l’import.

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Il punto ĆØ proprio questo. Gli arrivi dall’estero infatti spesso non garantiscono gli stessi standard di sicurezza imposti a quelli nazionali. Nel 2024 ĆØ aumentato del 75%, rispetto all’anno precedente, il numero degli allarmi alimentari segnalati dal sistema europeo di allerta rapido (Rasff) sulle importazioni da Paesi terzi per presenza di batteri o pesticidi e in molti casi sul banco degli imputati ĆØ finita proprio la frutta secca, dai pistacchi alle aflatossine provenienti dalla Turchia e dall’Iran alle nocciole sempre turche fino ad arachidi e pinoli cinesi. Un alimento salutare potrebbe cosƬ diventare pericoloso. E sarebbe davvero un peccato per un prodotto delizia per il palato e toccasana per la salute che mette d’accordo tutti: golosi e medici. Fonte di vitamine, proteine e antiossidanti ĆØ oggi consigliata in tutte le migliori diete. CosƬ come le mele anche mandorle, nocciole e noci possono contribuire a tener lontano il medico.

La frutta secca ĆØ anche una produzione agricola importante con una precisa collocazione nel Mezzogiorno. Un posto d’onore spetta alla Campania che mette in campo vere perle come la nocciola di Giffoni Igp, in provincia di Salerno, regina mondiale delle nocciole. A parte l’Igp la nocciola ĆØ comunque un prodotto di spicco che coinvolge anche la provincia di Avellino con una diffusa rete di imprese di trasformazione. La Regione ĆØ prima infatti per produzione di nocciole con oltre 54mila tonnellate l’anno. Una coltivazione che oltre ad avere una valenza economica contribuisce alla tenuta del territorio e alla valorizzazione del paesaggio. E nel paniere campano spicca anche la noce di Sorrento.

Il mercato italiano della frutta secca nello scorso anno ha raggiunto un fatturato di oltre 800 milioni con una crescita dell’8,5% sull’anno precedente. E l’industria di trasformazione ĆØ tra le piĆ¹ vitali. Una filiera dunque che ha ottime prospettive di sviluppo e che per questo va tutelata. Con la nuova norma si potrĆ  mettere il consumatore in condizione di operare scelte consapevoli. Resta perĆ² ancora anonima l’indicazione della provenienza della frutta secca usata nella preparazione dei dolci come, ad esempio, le creme di nocciole e il torrone, anche se negli ultimi anni ĆØ cresciuto il numero dei produttori che appongono volontariamente informazioni sull’origine. E tra gli agroindustriali meridionali che stanno puntando ormai da tempo su filiere 100% italiane della frutta secca c’ĆØ Claudio Papa, presidente della Coldiretti Molise, proprietario di Dolceamaro che realizza prodotti da forno, confetti e cioccolato, e amministratore delegato di Nutfruit Italia, big nella produzione di nocciole, mandorle e pistacchi che ha investito in terreni in Sicilia, Puglia, Campania, Calabria e Basilicata.

Ā«L’obiettivo del progetto che diventerĆ  operativo quest’anno spiega Papa ĆØ di realizzare una filiera tutta italiana dagli ingredienti come nocciole, mandorle, pistacchi, compreso lo zucchero, perchĆ© siamo partner di Italia Zuccheri al prodotto finito. Una filiera ad hoc sarĆ  quella del burro di mandorle. CosƬ come sono tutte tricolore le nocciole, che arrivano anche dalla Campania, ricoperte di cioccolato che trionfano sulle tavole di queste festeĀ». Intanto perĆ² viene giudicato un passo importante la nuova normativa. Ā«Tutti i percorsi legislativi sottolinea Papa che mettono in evidenza la provenienza della materia prima costituiscono un vantaggio economico, perchĆ© noi al Sud abbiamo le migliori cultivar, ma non riusciamo a difenderle perchĆ© non c’ĆØ reciprocitĆ .

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Le nostre produzioni sono strette nella morsa di regole ferree, soprattutto per quanto riguarda i fitofarmaci, invece per i prodotti importati c’ĆØ il libera tutti e cosƬ facciamo fatica a competere con prezzi bassissimiĀ». Coldiretti ha annunciato che proseguirĆ  quest’anno la raccolta di firma per la proposta di legge di iniziativa popolare, che ha giĆ  raggiunto quota un milione, per rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutto il cibo in commercio nell’Unione europea per dire cosƬ Ā«basta ai prodotti importati e camuffati come italianiĀ».





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