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Il capo delle forze di difesa israeliane (Idf), Herzi Halevi, ha posto l’esercito in stato di massima allerta per il rischio che l’Iran decida di adottare misure \”estreme\” contro Israele nei prossimi giorni. Lo riporta il sito di notizie Walla. La testata, citando fonti di difesa anonime, afferma che la misura arriva in un momento in cui la Repubblica islamica è alle prese con molteplici sfide sul piano regionale, dopo le battute d’arresto in Libano e Siria, e sul piano interno con la svalutazione della moneta nazionale, i problemi infrastrutturali e l’instabilità politica. Le fonti sottolineano anche l’incertezza per l’Iran in vista del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca alla fine del mese.
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\”Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar e Sudan. Viviamo in un tempo non facile dove c’è tanto bisogno di luce, di speranza e di pace, un mondo dove gli uomini a volte creano situazioni così complicate, che sembra impossibile uscirne\”, ha detto il Pontefice durante l’Angelus. LE SUE PAROLE
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Tra i protagonisti dell’escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo – dal 1992 – Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L’ANALISI
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L’Autorità Nazionale Palestinese ha annunciato la morte di un ragazzo di 17 anni durante un raid dell’esercito israeliano nei pressi di un campo profughi a Nablus, nella Cisgiordania occupata. Moataz Ahmed Abdel-Wahab Madani è stato ucciso e altri due palestinesi sono rimasti feriti alle gambe \”dai proiettili\” delle forze israeliane, ha affermato il ministero della Sanità dell’Anp. I soldati israeliani, sostengono le autorità palestinesi, hanno sparato a un gruppo di giovani che si trovavano su una collina vicino al campo profughi di Askar, a est della città di Nablus. Contattato dall’Afp, l’esercito israeliano non ha rilasciato dichiarazioni.
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\”Fonti mediche e locali riferiscono che il giovane, Madani, è stato colpito al petto\”, ha affermato il ministero. \”Le forze di occupazione lo hanno trattenuto per qualche tempo prima di consegnarlo alle équipe mediche palestinesi\”.
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Dopo l’ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall’invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
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Il leader siriano Abu Mohammed al Jolani si è espresso così nella visita del 31 dicembre con Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa. Il loro incontro a Damasco è raccontato dallo stesso Faltas sulle pagine dell’Osservatore Romano. LEGGI QUI
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Hamas è disposta a rilasciare 34 ostaggi israeliani tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza durante la \”prima fase\” di un accordo con Israele. Lo ha detto un funzionario del gruppo terroristico all’agenzia France Presse sottolineando che \”ha accettato di rilasciare 34 prigionieri israeliani da una lista fornita da Israele nella prima fase di un accordo di scambio di prigionieri\”. Poco prima Israele aveva smentito la notizia diffusa da altre fonti giornalistiche: \”Al momento, Hamas non ha fornito una lista di ostaggi\”, ha reso noto l’ufficio del Primo Ministro. Secondo Channel 12, Hamas ha presentato una lista, ma non ha indicato chi è ancora vivo e chi no.
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L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. L’APPROFONDIMENTO
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\”Contrariamente a quanto affermato, Hamas deve ancora fornire una lista di ostaggi\”. Lo ha precisato in una nota l’ufficio del primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, smentendo le dichiarazioni di Hamas alla Reuters di aver approvato una lista di 34 ostaggi da liberare in caso di accordo. Secondo Channel 12, invece, Hamas ha fornito la lista ma non ha precisato chi tra quei nomi sia ancora vivo o sia morto.
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Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha ammesso che avrebbe \”preferito\” che il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa -conosciuto anche come Abu Mohammad al-Jolani – avesse accettato di stringere la mano al suo omologo tedesco Annalena Baerbock a Damasco, pur ritenendo che questo non fosse \”lo scopo\” della visita. Barrot e Baerbock hanno incontrato venerdì, su mandato europeo, il nuovo leader del Paese. Successivamente sui social network sono circolate le immagini di al-Jolani che si astiene dallo stringere la mano al capo della diplomazia tedesca. \”Avrei preferito che Ahmed al-Sharaa stringesse la mano al mio collega tedesco? La risposta è sì. Era questo lo scopo di questo viaggio? La risposta è no\”, sottolinea Barrot ai microfoni della radio francese ‘Rtl’.
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\”Oggi in Siria ci sono decine di migliaia di combattenti terroristi di Daesh (o Stato Islamico) che sono detenuti nelle prigioni nel nord-est del Paese\”, ha sostenuto. \”A seguito delle azioni del regime di Bashar Al-Assad, ci sono armi chimiche ovunque in Siria che potrebbero cadere nelle mani sbagliate\”, aggiunge il ministro francese. \”Se non vado in Siria, chi proteggerà i francesi da queste minacce?\”.
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Hamas ha approvato la lista contenente i nomi di 34 ostaggi che era stata presentata da Israele ai mediatori in modo che vengano liberati in cambio del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato una fonte di Hamas mentre sono in corso negoziati a Doha, come riporta l’emittente N12.
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Un comandante di compagnia della Jihad islamica palestinese, accusato di aver partecipato all’assalto del 7 ottobre 2023, è stato ucciso dalle truppe israeliane durante le operazioni a Jabalia, nel nord di Gaza. Secondo l’Idf, Saad Said Zaki Dahnon, che era anche vice capo della divisione missilistica del gruppo terroristico, è stato ucciso in uno scontro ravvicinato con la Brigata Givati. Dahnon si era infiltrato in Israele e aveva partecipato all’attacco del 7 ottobre ed era anche coinvolto in diversi attacchi contro le truppe nell’area di Beit Lahiya, afferma l’Idf. Un video diffuso dall’Idf lo mostra insieme a un altro miliziano mentre si coprono con delle coperte e tentano di avvicinarsi alle truppe con il favore dell’oscurità e del tempo piovoso. Le immagini mostrano Dahnon che viene ucciso nello scontro, mentre il miliziano – che aveva con sé un ordigno – si arrende ai soldati.
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Un neonato, l’ottavo, è morto a Gaza per ipotermia. Lo rende noto l’emittente al-Jazeera segnalando che il drastico calo delle temperature, fino a 10 gradi sotto lo zero, sta risultano letale per i più piccoli nell’enclave palestinese. I campi profughi dove la popolazione si è rifugiata a causa degli sfollamenti sono senza riscaldamento.
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L’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, ha scritto su ‘X’ che fino a 7.700 neonati nei territori in guerra stanno vivendo in sistemazioni inadeguate a causa del conflitto tra Israele e Hamas. A dicembre sono morti quattro neonati di freddo nella Striscia di Gaza, tra cui una bambina il giorno di Natale, come ha ricordato l’agenzia di stampa Wafa. Centinaia di migliaia di palestinesi hanno perso la loro casa a causa del conflitto.
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\”Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar e Sudan. Viviamo in un tempo non facile dove c’è tanto bisogno di luce, di speranza e di pace, un mondo dove gli uomini a volte creano situazioni così complicate, che sembra impossibile uscirne\”, ha detto il Pontefice durante l’Angelus. LE SUE PAROLE
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Israele sarà \”costretto ad agire\” se Hezbollah non si ritirerà dal Libano meridionale come stabilito nell’accordo di cessate il fuoco. E’ l’avvertimento lanciato oggi dal ministro della Difesa israeliano Israel Katz. \”Israele è interessato all’attuazione dell’accordo in Libano e continuerà a farlo rispettare pienamente e senza compromessi per garantire il ritorno sicuro dei residenti del nord alle loro case\”, ha detto il ministro durante una visita a una base delle Forze di difesa israeliane nel nord di Israele, dove l’esercito ha allestito una mostra di armi catturate da Hezbollah. Come parte dell’accordo di tregua firmato da Israele e dal gruppo terroristico il 27 novembre, l’Idf è tenuta a cedere tutte le sue posizioni nel Libano meridionale all’esercito libanese entro 60 giorni. Allo stesso tempo, Hezbollah è tenuta a ritirarsi a nord del fiume Litani, a circa 30 chilometri dal confine con Israele. Un funzionario israeliano aveva detto al The Times of Israel che Israele aveva recentemente segnalato che potrebbe rimanere in Libano dopo il cessate il fuoco iniziale di 60 giorni per fare pressione sulle Forze armate libanesi affinché adempiano ai loro obblighi prima della fine del periodo.
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L’inviato della Casa Bianca per il Medioriente, Brett McGurk, è arrivato a Doha, dove sono in corso negoziati per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo annunciato un funzionario americano. Atteso domani anche il capo del Mossad Dedi Barnea, come spiega il sito di Ynet e il giornale saudita Al-Hadath.
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Crescono così le speranze che i colloqui possano portare a un accordo last minute prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca superando le divergenze che finora sembravano insormontabili.
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Israele ha negato la responsabilità delle diverse esplosioni registrate a Damasco. ”Non dipendono da noi” ha detto l’esercito israeliano citato dall’Afp. In precedenza gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani avevano parlato di ”raid aerei israeliani” che avevano colpito ”depositi di armi” del deposto regime di Bashar al-Assad a Damasco.
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Un soldato israeliano accusato di aver commesso crimini di guerra a Gaza è fuggito dal Brasile, dove ieri un tribunale aveva chiesto alla polizia di indagare sul militare. Lo riferiscono media locali e israeliani. L’indagine nasce da una denuncia presentata dalla Hind Rajab Foundation (Hrf), un gruppo con sede in Belgio che chiede giustizia per le vittime palestinesi, che accusa il soldato, che si trovava in Brasile per turismo, di essere coinvolto nelle sistematiche demolizioni di abitazioni civili a Gaza. L’Hrf ha accusato Israele di aver orchestrato la sua fuga per ostacolare la giustizia e di aver \”distrutto delle prove\”.
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Hamas sarebbe disposta a rilasciare 34 ostaggi israeliani tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza durante la “prima fase” di un accordo con Israele. Ma Israele smentisce: “Al momento, Hamas non ha fornito una lista di ostaggi”, ha reso noto l’ufficio del Primo Ministro. lntanto il ministro della Difesa israeliano ha accusato gli Hezbollah libanesi di non rispettare i termini dell’accordo di cessate il fuoco e ha avvertito che il suo Paese agirà “con la forza”.
Il capo delle forze di difesa israeliane (Idf), Herzi Halevi, ha posto l’esercito in stato di massima allerta per il rischio che l’Iran decida di adottare misure “estreme” contro Israele nei prossimi giorni. Lo riporta il sito di notizie Walla. La testata, citando fonti di difesa anonime, afferma che la misura arriva in un momento in cui la Repubblica islamica è alle prese con molteplici sfide sul piano regionale, dopo le battute d’arresto in Libano e Siria, e sul piano interno con la svalutazione della moneta nazionale, i problemi infrastrutturali e l’instabilità politica. Le fonti sottolineano anche l’incertezza per l’Iran in vista del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca alla fine del mese.
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Papa Francesco: “Basta colpire civili, rispettate i diritti umani”
“Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar e Sudan. Viviamo in un tempo non facile dove c’è tanto bisogno di luce, di speranza e di pace, un mondo dove gli uomini a volte creano situazioni così complicate, che sembra impossibile uscirne”, ha detto il Pontefice durante l’Angelus. LE SUE PAROLE
Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese
Tra i protagonisti dell’escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo – dal 1992 – Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L’ANALISI
Ministero sanità Anp: ucciso 17enne durante un raid israeliano in Cisgiordania
L’Autorità Nazionale Palestinese ha annunciato la morte di un ragazzo di 17 anni durante un raid dell’esercito israeliano nei pressi di un campo profughi a Nablus, nella Cisgiordania occupata. Moataz Ahmed Abdel-Wahab Madani è stato ucciso e altri due palestinesi sono rimasti feriti alle gambe “dai proiettili” delle forze israeliane, ha affermato il ministero della Sanità dell’Anp. I soldati israeliani, sostengono le autorità palestinesi, hanno sparato a un gruppo di giovani che si trovavano su una collina vicino al campo profughi di Askar, a est della città di Nablus. Contattato dall’Afp, l’esercito israeliano non ha rilasciato dichiarazioni.
“Fonti mediche e locali riferiscono che il giovane, Madani, è stato colpito al petto”, ha affermato il ministero. “Le forze di occupazione lo hanno trattenuto per qualche tempo prima di consegnarlo alle équipe mediche palestinesi”.
Bashar al-Assad, il ritratto dell’ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Dopo l’ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall’invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
Al-Jolani: “Cristiani parte integrante della Siria, ammiro il Papa”
Il leader siriano Abu Mohammed al Jolani si è espresso così nella visita del 31 dicembre con Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa. Il loro incontro a Damasco è raccontato dallo stesso Faltas sulle pagine dell’Osservatore Romano. LEGGI QUI
Hamas ribadisce: approvata lista ostaggi per scambio
Hamas è disposta a rilasciare 34 ostaggi israeliani tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza durante la “prima fase” di un accordo con Israele. Lo ha detto un funzionario del gruppo terroristico all’agenzia France Presse sottolineando che “ha accettato di rilasciare 34 prigionieri israeliani da una lista fornita da Israele nella prima fase di un accordo di scambio di prigionieri”. Poco prima Israele aveva smentito la notizia diffusa da altre fonti giornalistiche: “Al momento, Hamas non ha fornito una lista di ostaggi”, ha reso noto l’ufficio del Primo Ministro. Secondo Channel 12, Hamas ha presentato una lista, ma non ha indicato chi è ancora vivo e chi no.
La questione israelo palestinese, cos’è e come è nata
L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. L’APPROFONDIMENTO
Ufficio Netanyahu: Hamas non ha ancora fornito lista di ostaggi
“Contrariamente a quanto affermato, Hamas deve ancora fornire una lista di ostaggi”. Lo ha precisato in una nota l’ufficio del primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, smentendo le dichiarazioni di Hamas alla Reuters di aver approvato una lista di 34 ostaggi da liberare in caso di accordo. Secondo Channel 12, invece, Hamas ha fornito la lista ma non ha precisato chi tra quei nomi sia ancora vivo o sia morto.
Siria, ministro Esteri Francia: ‘Avrei preferito che al-Jolani stringesse mano Baerbock’
Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha ammesso che avrebbe “preferito” che il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa -conosciuto anche come Abu Mohammad al-Jolani – avesse accettato di stringere la mano al suo omologo tedesco Annalena Baerbock a Damasco, pur ritenendo che questo non fosse “lo scopo” della visita. Barrot e Baerbock hanno incontrato venerdì, su mandato europeo, il nuovo leader del Paese. Successivamente sui social network sono circolate le immagini di al-Jolani che si astiene dallo stringere la mano al capo della diplomazia tedesca. “Avrei preferito che Ahmed al-Sharaa stringesse la mano al mio collega tedesco? La risposta è sì. Era questo lo scopo di questo viaggio? La risposta è no”, sottolinea Barrot ai microfoni della radio francese ‘Rtl’.
“Oggi in Siria ci sono decine di migliaia di combattenti terroristi di Daesh (o Stato Islamico) che sono detenuti nelle prigioni nel nord-est del Paese”, ha sostenuto. “A seguito delle azioni del regime di Bashar Al-Assad, ci sono armi chimiche ovunque in Siria che potrebbero cadere nelle mani sbagliate”, aggiunge il ministro francese. “Se non vado in Siria, chi proteggerà i francesi da queste minacce?”.
Hamas, approvata lista con nomi 34 ostaggi presentata da Israele
Hamas ha approvato la lista contenente i nomi di 34 ostaggi che era stata presentata da Israele ai mediatori in modo che vengano liberati in cambio del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato una fonte di Hamas mentre sono in corso negoziati a Doha, come riporta l’emittente N12.
Comandante Jihad ucciso da Idf a Jabalia
Un comandante di compagnia della Jihad islamica palestinese, accusato di aver partecipato all’assalto del 7 ottobre 2023, è stato ucciso dalle truppe israeliane durante le operazioni a Jabalia, nel nord di Gaza. Secondo l’Idf, Saad Said Zaki Dahnon, che era anche vice capo della divisione missilistica del gruppo terroristico, è stato ucciso in uno scontro ravvicinato con la Brigata Givati. Dahnon si era infiltrato in Israele e aveva partecipato all’attacco del 7 ottobre ed era anche coinvolto in diversi attacchi contro le truppe nell’area di Beit Lahiya, afferma l’Idf. Un video diffuso dall’Idf lo mostra insieme a un altro miliziano mentre si coprono con delle coperte e tentano di avvicinarsi alle truppe con il favore dell’oscurità e del tempo piovoso. Le immagini mostrano Dahnon che viene ucciso nello scontro, mentre il miliziano – che aveva con sé un ordigno – si arrende ai soldati.
Neonato morto di freddo a Gaza, è l’ottavo
Un neonato, l’ottavo, è morto a Gaza per ipotermia. Lo rende noto l’emittente al-Jazeera segnalando che il drastico calo delle temperature, fino a 10 gradi sotto lo zero, sta risultano letale per i più piccoli nell’enclave palestinese. I campi profughi dove la popolazione si è rifugiata a causa degli sfollamenti sono senza riscaldamento.
L’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, ha scritto su ‘X’ che fino a 7.700 neonati nei territori in guerra stanno vivendo in sistemazioni inadeguate a causa del conflitto tra Israele e Hamas. A dicembre sono morti quattro neonati di freddo nella Striscia di Gaza, tra cui una bambina il giorno di Natale, come ha ricordato l’agenzia di stampa Wafa. Centinaia di migliaia di palestinesi hanno perso la loro casa a causa del conflitto.
Papa Francesco: “Basta colpire civili, rispettate i diritti umani”
“Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar e Sudan. Viviamo in un tempo non facile dove c’è tanto bisogno di luce, di speranza e di pace, un mondo dove gli uomini a volte creano situazioni così complicate, che sembra impossibile uscirne”, ha detto il Pontefice durante l’Angelus. LE SUE PAROLE
Katz: “Israele agirà se Hezbollah non lascia Sud Libano”
Israele sarà “costretto ad agire” se Hezbollah non si ritirerà dal Libano meridionale come stabilito nell’accordo di cessate il fuoco. E’ l’avvertimento lanciato oggi dal ministro della Difesa israeliano Israel Katz. “Israele è interessato all’attuazione dell’accordo in Libano e continuerà a farlo rispettare pienamente e senza compromessi per garantire il ritorno sicuro dei residenti del nord alle loro case”, ha detto il ministro durante una visita a una base delle Forze di difesa israeliane nel nord di Israele, dove l’esercito ha allestito una mostra di armi catturate da Hezbollah. Come parte dell’accordo di tregua firmato da Israele e dal gruppo terroristico il 27 novembre, l’Idf è tenuta a cedere tutte le sue posizioni nel Libano meridionale all’esercito libanese entro 60 giorni. Allo stesso tempo, Hezbollah è tenuta a ritirarsi a nord del fiume Litani, a circa 30 chilometri dal confine con Israele. Un funzionario israeliano aveva detto al The Times of Israel che Israele aveva recentemente segnalato che potrebbe rimanere in Libano dopo il cessate il fuoco iniziale di 60 giorni per fare pressione sulle Forze armate libanesi affinché adempiano ai loro obblighi prima della fine del periodo.
Inviato Casa Bianca a Doha, cresce speranza in accordo
L’inviato della Casa Bianca per il Medioriente, Brett McGurk, è arrivato a Doha, dove sono in corso negoziati per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo annunciato un funzionario americano. Atteso domani anche il capo del Mossad Dedi Barnea, come spiega il sito di Ynet e il giornale saudita Al-Hadath.
Crescono così le speranze che i colloqui possano portare a un accordo last minute prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca superando le divergenze che finora sembravano insormontabili.
Israele nega responsabilità esplosioni a Damasco
Israele ha negato la responsabilità delle diverse esplosioni registrate a Damasco. ”Non dipendono da noi” ha detto l’esercito israeliano citato dall’Afp. In precedenza gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani avevano parlato di ”raid aerei israeliani” che avevano colpito ”depositi di armi” del deposto regime di Bashar al-Assad a Damasco.
Soldato Idf indagato per crimini guerra fugge dal Brasile
Un soldato israeliano accusato di aver commesso crimini di guerra a Gaza è fuggito dal Brasile, dove ieri un tribunale aveva chiesto alla polizia di indagare sul militare. Lo riferiscono media locali e israeliani. L’indagine nasce da una denuncia presentata dalla Hind Rajab Foundation (Hrf), un gruppo con sede in Belgio che chiede giustizia per le vittime palestinesi, che accusa il soldato, che si trovava in Brasile per turismo, di essere coinvolto nelle sistematiche demolizioni di abitazioni civili a Gaza. L’Hrf ha accusato Israele di aver orchestrato la sua fuga per ostacolare la giustizia e di aver “distrutto delle prove”.
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