Complici le festività natalizie e un po’ di problemi tecnici puntuali come le tasse, arriviamo solo ora a proporvi la recensione de Il soldato fuggiasco, l’ultimo Tex mensile edito dalla Sergio Bonelli Editore. I testi sono del veterano Claudio Nizzi e i disegni di Giovanni Bruzzo, quest’ultimo nuovamente sulla serie regolare a circa tre anni di distanza dall’ultima volta.
Il soldato fuggiasco – Tex n.770
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Giovanni Bruzzo
Copertina: Claudio Villa
Sinossi: Tex e Carson stanno placidamente riposando alla riserva Navajo quando ricevono visita di Martin Kirby, un loro vecchio amico che li informa che il loro figlio, il tenente George Kirby, è stato ingiustamente accusato di diserzione dopo essersi opposto a un massacro di indiani inermi. Sulle sue tracce ci sono gli spietati cacciatori di uomini di Ben Tracy e Tex e Carson intervengono per impedire che il giovane riceva un’ingiusta punizione.
Nizzi, come da tradizione, sceglie di rifarsi a un classico dei classici e qui arriva addirittura a pescare a piene mani dalla saga di Tex: gli echi di storie come Vendetta indiana e Il soldato Comanche (quest’ultima dello stesso Nizzi per i disegni del compianto Aldo Capitanio) sono presenti per tutta la prima parte dell’albo in cui viene raccontato dell’odioso eccidio ai danni di una tribù indiana.
Il flashback iniziale in cui si racconta della strage presenta qualche forzatura interna (è un racconto fatto dal padre del tenente Kirby, il quale non era presente sul luogo del misfatto, quindi non può sapere con esattezza come sono andate le cose), ma come espediente narrativo in quanto tale svolge adeguatamente la propria funzione per mettere in moto la vicenda.
Il problema che emerge successivamente riguarda il fatto che la storia ben presto si dirotta verso uno sviluppo classico passando per tutti i più noti luoghi comuni del genere. Del soldato fuggiasco si perdono le tracce dopo il già citato flashback e non le ritroviamo più per tutto il resto dell’albo e, stando al finale, non lo vedremo se non a secondo volume inoltrato. Questa è una scelta narrativa già riscontrata in altre storie di Nizzi, fra cui anche alcune molto importanti come il texone Sangue sul Colorado disegnato da Ivo Milazzo e recentemente ristampato: inserire degli elementi chiave nel racconto all’inizio e poi metterli da parte per lasciare spazio alle classiche azioni di Tex e Carson fino a verso la conclusione.
Questo stratagemma consente senza dubbio ai lettori, soprattutto quelli vecchia maniera, di muoversi nei territori a loro più familiari, ma dall’altro lato genera un vago senso di scollamento del racconto, nel senso che la strage degli indiani sembra passare in secondo piano (di fatto Tex sembra non provare nessuna indignazione per il massacro) per lasciare spazio a scene che potrebbero stare su una storia qualsiasi.
Sul discorso disegni, Bruzzo si attiene a uno stile mutuato moltissimo dal Ticci di prima maniera, quello degli anni ’70, esattamente come già accaduto per Alla ricerca delle navi perdute, laddove quello preso a modello era il Ticci di Sulle piste del nord. Questa sua aderenza al modello ticciano classico può portare a delle critiche di scarsa personalità da parte di alcuni lettori e di piacevole familiarità da parte di altri.
Lato nostro ci limitiamo a constatare che il lavoro svolto da Bruzzo è comunque buono e dimostra la sua assoluta professionalità. Leggendo la storia è possibile respirare la polvere dei deserti del sudovest e si ha la sensazione di annusare gli odori dei saloon e degli sperduti trading post, esattamente ciò che ci si aspetta da un buon fumetto western. Inoltre, rispetto al Ticci classico, in Bruzzo si nota una maggiore attenzione ai tratti somatici degli indiani, i quali sono rappresentati come degli autentici nativi americani e questo, se permettete, non è poco.
Giunti alla fine dell’albo cosa ci resta, dunque?
Un soggetto in quanto tale interessante che al momento però non ha ancora espresso tutto il proprio potenziale, potenziale che si spera possa esplodere nel secondo e ultimo capitolo. Nel frattempo, godiamoci i disegni di Bruzzo.
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