Neonato morto nella culla termica a Bari, don Antonio Ruccia in Procura. Il parroco sentito per diverse ore

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di
Carlo Testa

Il sacerdote è stato ascoltato dai magistrati che dirigono ‘inchiesta. Il sacerdote durante l’omelia:«Accogliere non è mai un peso, non è un dovere ma è un servizio che ogni cristiano e ogni persona è invitato a realizzare»

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È stato ascoltato nella mattina del 5 gennaio dagli inquirenti don Antonio Ruccia, parroco della chiesa dedicata a San Giovanni Battista a Bari, accanto a cui si trova la culla termica in cui lo scorso 2 gennaio è stato trovato il
corpo senza vita di un neonato di un mese di vita

Il sacerdote è stato sentito per diverse ore dal procuratore aggiunto Ciro Angellilis e dal sostituto procuratore Angela Morea che coordinano le indagini della squadra mobile. 




















































Quanto è stato trovato il neonato, don Antonio era a Roma. Nella mattinata del 5 gennaio è stato convocato in Procura: non è escluso che siano stati già controllati i suoi tabulati telefonici. Il sacerdote aveva spiegato di non aver ricevuto chiamate sul proprio telefono cellulare utili a segnalare la presenza del neonato in culla, come era accaduto, grazie al meccanismo di alert di cui è dotata la culla, nel 2020 e nel 2023 quando furono lasciati un piccolino di nome Luigi e una neonata poi chiamata Maria Grazia. 

La posizione del prete, che è tornato al lavoro nella chiesa del quartiere Poggiofranco, è all’esame degli investigatori che dovranno ascoltare anche altre persone informate sui fatti. È  probabile che l’ipotesi di reato per cui si procede contro ignoti, ovvero abbandono di minore con l’aggravante della
conseguente morte, possa cambiare nel momento in cui sarà affidato l’incarico per l’autopsia e, verosimilmente, saranno iscritti i primi nomi nel registro degli indagati come atto dovuto.

La Procura ha anche disposto accertamenti tecnici sulla culla termica, già posta sotto sequestro assieme al locale che la ospita, utili a capire se c’è stato un malfunzionamento del sistema di riscaldamento e di allarme. I consulenti tecnici saranno nominati nelle prossime ore e dovranno chiarire come mai nessun alert è partito non appena è stato posato il bambino sul
materassino. 

Verifiche saranno svolte anche sulla fornitura elettrica che alimenta il vano con all’interno la culla termica, specie dopo il blackout riferito dal sacerdote che ha sostituto don Antonio Ruccia, don Marco Simone. L’interruzione risale al 14 dicembre scorso e ha riguardato la zona in cui si trova la culla termica della parrocchia, ma i tecnici dell’Enel sono
intervenuti nel giro di poco tempo spostando su un’altra linea l’alimentazione elettrica e risolvendo il guasto.

Il 6 gennaio, alle 17, nella chiesa di San Giovanni Battista si terrà un momento di preghiera per il neonato trovato senza vita nella culla termica. Alla preghiera dovrebbe partecipare anche il parroco, don Antonio Ruccia. «Quando tutto sembra volgere al termine, tutto sembra ricominciare. Quando tutto sembra spegnersi, d’un tratto si riaccende quella luce che spesso si è messa in disparte»: queste le parole di don Antonio Ruccia pronunciate nell’omelia al brano del Vangelo del 5 gennaio. Il parroco ha ricordato che «accogliere non è mai un peso, non è un dovere, ma è un servizio che ogni cristiano e ogni persona è invitato a realizzare». «L’egoismo, l’isolamento, il crollo dei valori umani, la mancanza della fraternità universale, la progettualità della pace mostrano concretamente
le difficoltà a progettare l’accoglienza», ha ribadito il sacerdote.

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5 gennaio 2025 ( modifica il 5 gennaio 2025 | 19:25)

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