Dopo 45 anni dall’ omicidio di Piersanti Mattarella la verità potrebbe essere vicina ad essere svelata dando nome e volto ai killer. Adesso sono due gli indagati dalla procura di Palermo per l’omicidio del presidente della Regione avvenuto il 6 gennaio del 1980. Sui due nuovi indagati, Antonio Madonia e Giuseppe Lucchese, per i riscontri investigativi penderebbero evidenze raccolte tra nuove rivelazioni,  dati e riscontri. Una svolta nelle complesse indagini, riaperte due anni fa, che potrebbe essere la chiave di un mistero irrisolto, ma su cui la famiglia non si sbilancia. Per l’omicidio di Piersanti Mattarella sono stati condannati, si ricorda,  i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nené Geraci. Ma i due sicari, sono rimasti senza nome.
L’omicidio il sei gennaio del 1980
Il presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella,  la mattina del 6 gennaio del 1980 usciva da casa sua a Palermo per andare a messa. Accanto a lui, a bordo della sua Fiat 132, la moglie Irma Chiazzese, sui sedili posteriori la suocera Franca Chiazzese Ballerini e la figlia Maria. In via della Libertà , sul passo carrabile dove era ferma la vettura, un killer si avvicinò all’auto per colpirlo, attraverso il finestrino che andò in frantumi, con una calibro 38. Dopo i primi colpi, l’assassino si allontanò per avvicinarsi a una Fiat 127 bianca ferma pochi metri più avanti. Alla guida un complice che gli passa un’altra calibro 38, L’uomo torna indietro, spara ancora contro l’auto di Mattarella, lo colpisce e ferisce ad una mano la moglie, che aveva provato a fare da scudo, a coprirne e proteggerne il volto, quando era con il busto reclinato sulla destra, sulle sue gambe. Poco dopo arrivò anche il figlio Bernardo, che si era attardato nel garage in cui Piersanti Mattarella era solito parcheggiare la propria auto ed uscendo vide la Fiat 127 bianca si allontanarsi lungo via Libertà . L’auto venne trovata qualche ora dopo l’omicidio, era stata abbandonata a circa 700 metri di distanza. Quei drammatici momenti, verranno fotografati da Letizia Battaglia, consegnando alla storia uno dei più sconvolgenti reportage dell’epoca contemporanea. Â
13 gennaio 2024, la nuova targa al Giardino della memoria
Assostampa Sicilia lo scorso anno, il 13 gennaio, presenti i figli di Piersanti Mattarella, Maria e Bernardo, ha svelato la nuova targa a lui dedicata al Giardino della Memoria di Ciaculli  con una cerimonia cui era presente la segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante, assieme ai rappresentati dell’Anm sezione di Palermo che con il Gruppo cronisti Siciliani ha la gestione del bene confiscato alla mafia prefettura, comune di Palermo, forze dell’ordine.
Assostampa Sicilia con il suo Gruppo cronisti vuole ricordare Piersanti Mattarella con la sintesi del suo discorso al congresso di Assostampa Sicilia del 13 novembre 1979 riunito a Cefalù e che offre spunti di straordinaria attualità sul ruolo dei giornalisti e dell’informazione in Sicilia:
 Il messaggio di Piersanti Mattarella al congresso di Assostampa Sicilia del 1979
“Ecco io credo … che voi possiate fare molto. Perché i nostri giovani debbono pensare, leggendo i grandi giornali d’informazione o vedendo la televisione, che la Sicilia è immodificabile, perché questa realtà è talmente forte da non essere cambiata? Perché non debbono cominciare a credere che questa realtà non è invincibile? Quando si convinceranno che questa realtà è vincibile ed è battibile avranno preso più coraggio anche loro, anche i giovani che sono così attenti, così aperti alle cose che cambiano, ma che corrono il rischio, crescendo, di apparire dei rassegnati in una comunità che questi mali non può abbattere e non può distruggere. Ecco io credo, e mi consentirete la franchezza e sono certo che comprenderete tutti lo spirito di questo mio discorso, io credo che il problema non è certamente quello di invocare stesure di veli sui mali che abbiamo. No: la maggiore spregiudicatezza, la maggiore capacità di critica possibile; ma anche la maggiore capacità di isolare i fatti negativi, che ci sono, per colpirli fino in fondo, per evitare di dare di questa regione un’immagine distorta e non comprensibile da parte della comunità nazionale. Credo che ciascuno di voi possa realmente fare di più per migliorare questa immagine.”
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