Per un’alternativa politica credibile a Trento: l’importanza dell’unità :: Segnalazione a Trento

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In vista delle elezioni comunali di Trento del maggio 2025, emerge con sempre maggiore evidenza la necessità di costruire un’alternativa politica credibile e strutturata all’attuale amministrazione. La frammentazione delle forze alternative alla destra e al centrosinistra liberista rischia però di vanificare questa opportunità storica.


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Ad oggi, il panorama delle candidature alternative vede tre proposte distinte: Giulia Bortolotti per la coalizione M5S-Onda-Rifondazione Comunista, Simonetta Gabrielli per Democrazia Sovrana e Popolare, e Claudio Geat con la sua lista civica Generazione Trento. Pur nelle loro differenze, queste candidature esprimono tutte, a loro modo, l’esigenza di un cambiamento rispetto all’attuale gestione della città. La coalizione guidata da Bortolotti ha dimostrato che è possibile superare le differenze ideologiche quando si mettono al centro i bisogni concreti dei cittadini. La scelta di una figura come Bortolotti, con esperienza sia politica che nella società civile, rappresenta un esempio di come si possano privilegiare le qualità personali e l’integrità morale rispetto alle logiche di appartenenza partitica.


Particolarmente significativa è anche la posizione di Simonetta Gabrielli, che con Democrazia Sovrana e Popolare porta avanti battaglie cruciali per il territorio, come l’opposizione all’inceneritore e al bypass ferroviario. Questi temi rappresentano punti di convergenza oggettivi con le altre forze alternative, in particolare con la coalizione M5S-Onda-Rifondazione. La scelta di procedere in solitaria, motivata da divergenze sulla politica nazionale, rischia però di disperdere energie preziose e di indebolire proprio quelle battaglie che potrebbero invece trovare maggiore forza in un fronte comune.


Il rischio concreto è che la frammentazione delle forze alternative porti a una dispersione del voto che impedirà di raggiungere quella massa critica necessaria per incidere realmente nelle decisioni del Consiglio comunale. Le grandi questioni che riguardano il futuro di Trento – dalla tutela ambientale alla gestione del territorio, dalla mobilità sostenibile ai servizi per i cittadini – richiedono una presenza forte e coordinata dell’opposizione.


È possibile individuare una piattaforma programmatica comune che metta al centro: la tutela del territorio e l’opposizione al consumo di suolo; la battaglia contro le “grandi opere” imposte dall’alto come l’inceneritore e il bypass; il rilancio delle periferie, troppo spesso dimenticate dall’amministrazione attuale; un nuovo modello di sviluppo urbano sostenibile e partecipato; il potenziamento dei servizi pubblici e della sanità territoriale; la promozione della democrazia partecipativa e il rilancio del ruolo delle circoscrizioni.


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Il percorso che ha portato alla formazione della coalizione M5S-Onda-Rifondazione dimostra che l’unità è possibile quando prevale la volontà di perseguire obiettivi comuni. Il dialogo inizialmente avviato con Claudio Geat, purtroppo interrotto, aveva mostrato la possibilità di costruire convergenze più ampie. La decisione di Geat di procedere autonomamente con Generazione Trento, pur rispettabile, rischia di indebolire proprio quell’obiettivo di costituire un’alternativa efficace che lui stesso dichiara di perseguire.


Esiste una strada per costruire un’alternativa credibile: l’apertura immediata di un tavolo di confronto tra tutte le forze alternative; la definizione di una carta di valori e obiettivi comuni; la creazione di gruppi di lavoro tematici per elaborare proposte concrete; l’organizzazione di assemblee pubbliche nei quartieri per raccogliere le istanze dei cittadini; la costruzione di un percorso partecipato per la scelta di una candidatura unitaria. Trento ha bisogno di una rappresentanza consiliare forte e strutturata, capace di esercitare un reale ruolo di indirizzo e controllo. Questo obiettivo richiede il superamento di personalismi e la costruzione di una piattaforma programmatica condivisa. C’è ancora tempo per riprendere il dialogo e costruire convergenze più ampie.

La posta in gioco non è solo la rappresentanza in Consiglio comunale, ma la possibilità di offrire ai cittadini di Trento un’alternativa credibile all’attuale sistema di potere. Un sistema che l’inchiesta “Romeo” ha messo a nudo in tutta la sua criticità, rivelando l’inquietante intreccio tra politica e affari che ha caratterizzato la gestione del territorio trentino. L’indagine ha fatto emergere come gruppi di potere all’interno dei partiti che storicamente hanno governato comuni e provincia abbiano sistematicamente anteposto gli interessi particolari di determinate élite al bene comune, creando un sistema di relazioni opache tra decisori politici e interessi economici privati.


Questo è precisamente il modello a cui le forze alternative si oppongono. La loro proposta si basa su principi radicalmente diversi: trasparenza nelle decisioni, partecipazione diretta dei cittadini, priorità al bene comune rispetto agli interessi particolari. Non si tratta quindi solo di un’alternativa politica, ma di un vero e proprio cambio di paradigma nella gestione della cosa pubblica.


Solo un’opposizione unita e strutturata può garantire quel necessario bilanciamento democratico di cui la città ha bisogno e può efficacemente contrastare un sistema di potere che ha dimostrato tutti i suoi limiti e le sue criticità. La frammentazione delle forze alternative rischia invece di perpetuare proprio quel sistema che si vorrebbe combattere, permettendo agli stessi gruppi di potere di continuare a operare indisturbati.

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Alex Marini – ex consigliere provinciale per il M5S















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