Agevolazioni casa 2025: tutte le novità su bonus, ristrutturazioni e mutui


Scopri le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025: agevolazioni casa tra bonus ristrutturazioni e novità su mutui prima casa

Dal 1° gennaio 2025, il Fisco ha introdotto importanti cambiamenti per le riqualificazioni immobiliari con l’approvazione della Legge di Bilancio avvenuta il 28 dicembre scorso. Queste novità riguardano i principali bonus edilizi, portando modifiche significative alle detrazioni per molti contribuenti.

Tuttavia, per la maggior parte delle agevolazioni, i cambiamenti non saranno favorevoli: le aliquote di rimborso si riducono, e solo in alcuni casi rimangono invariate rispetto al passato. Inoltre, le nuove agevolazioni si applicano esclusivamente alle prime case, con condizioni peggiorative per gli immobili secondari e quelli non residenziali. Vediamo nel dettaglio cosa cambia per ciascun bonus.

Agevolazioni casa 2025: ecco le nuove regole

Tra tutte le agevolazioni fiscali legate alla riqualificazione edilizia, il bonus ristrutturazione è senza dubbio il più longevo e uno dei più utilizzati. Introdotto per la prima volta dalla Finanziaria del 1998, ha rappresentato per oltre due decenni la misura cardine per incentivare i lavori di manutenzione straordinaria e ordinaria.

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Con la Legge di Bilancio 2025, il bonus mantiene la detrazione del 50% per le prime case, con un tetto massimo di spesa di 96.000 euro per immobile. Questa aliquota resterà invariata per i prossimi tre anni, fino al 2027. Per le seconde case e gli immobili non residenziali in condominio, invece, l’aliquota scende al 36% nel 2025 e si ridurrà ulteriormente al 30% nel biennio 2026-2027.

Un aspetto positivo è che non cambia il perimetro dei lavori agevolabili, che continuano a includere gli interventi di manutenzione straordinaria nelle unità residenziali e quelli di manutenzione ordinaria nelle parti comuni dei condomini. Rimangono inoltre invariate le modalità di accesso al bonus: per ottenere la detrazione è sufficiente conservare le fatture e pagare le spese tramite bonifico parlante, senza ulteriori complicazioni burocratiche, salvo nel caso di opere di grande entità che richiedano la segnalazione all’Asl.

Anche l’ecobonus, uno dei principali strumenti per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici, subisce modifiche significative. Se fino al 2024 era possibile ottenere una detrazione fino al 75% per determinati interventi condominiali, dal 2025 le aliquote saranno allineate a quelle del bonus ristrutturazione.

Nello specifico, per le prime case, la detrazione sarà pari al 50%, mentre per le seconde case e gli immobili non residenziali scenderà al 36% nel 2025 e al 30% nel biennio successivo. Il tetto massimo di spesa agevolabile dipenderà sempre dalla tipologia di intervento: ad esempio, per la sostituzione degli infissi, la soglia massima rimarrà fissata a 60.000 euro.

Questa riduzione delle aliquote rende meno appetibili gli interventi di efficientamento energetico, soprattutto considerando che l’ecobonus richiede spesso investimenti elevati, difficilmente ammortizzabili con detrazioni così basse.

Una delle novità più rilevanti riguarda l’esclusione delle caldaie a gas a condensazione dagli interventi agevolabili con l’ecobonus a partire dal 2025. Questa misura recepisce una direttiva dell’Unione Europea che vieta l’incentivazione di impianti alimentati da combustibili fossili. Le caldaie a gas resteranno in vendita fino al 2040, data in cui ne sarà vietata la commercializzazione e l’installazione, salvo ripensamenti da parte delle istituzioni europee.

Sebbene sul mercato esistano alternative più sostenibili, come le pompe di calore, resta da verificare se tali soluzioni saranno effettivamente più convenienti, anche usufruendo delle nuove detrazioni ridotte.

Il sismabonus, pensato per incentivare gli interventi di riduzione del rischio sismico, rimarrà in vigore anche nel 2025 ma con aliquote inferiori rispetto al passato. Se fino al 2024 la detrazione poteva arrivare fino all’85% in caso di miglioramento di due classi sismiche, dal 2025 le percentuali saranno allineate a quelle dell’ecobonus: 50% per le prime case e aliquote decrescenti per le altre tipologie di immobili.

Rimangono comunque invariati il tetto massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare e la possibilità di ottenere il rimborso in cinque anni. Inoltre, il sismabonus sarà applicabile anche agli immobili non residenziali e ai soggetti Ires.

Il superbonus, introdotto nel 2020 come misura straordinaria per rilanciare l’economia e incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio, si avvia verso la conclusione. Nel 2025, potranno usufruirne solo coloro che hanno avviato i lavori prima del 15 ottobre 2024 e non li hanno ancora completati. Per questi soggetti, l’aliquota massima di detrazione sarà pari al 65%, senza possibilità di cessione del credito o sconto in fattura.

Unica eccezione riguarda gli interventi effettuati nei comuni colpiti da eventi sismici rilevanti dal 2009 in poi, per i quali l’aliquota resterà al 110%.

Buone notizie per chi intende acquistare mobili o elettrodomestici. Il bonus arredi sarà prorogato per tutto il 2025, consentendo di detrarre il 50% della spesa fino a un massimo di 5.000 euro. Questo incentivo si applica solo se collegato a interventi di ristrutturazione edilizia agevolati con il bonus ristrutturazione.

Un’altra novità è l’introduzione di un piccolo incentivo per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza: un contributo fino a 100 euro (raddoppiato per le famiglie con Isee inferiore a 25.000 euro). Lo stanziamento previsto è di 50 milioni di euro e i fondi saranno erogati fino ad esaurimento.

Confermato anche il bonus barriere architettoniche, che rimane una delle agevolazioni più generose, coprendo fino al 75% della spesa per interventi volti a eliminare le barriere architettoniche. Questo bonus si applica, ad esempio, all’installazione di ascensori, rampe, servoscala e piattaforme elevatrici che rispettino specifici requisiti tecnici, come la manovrabilità agevole per le carrozzine per disabili.

Le modifiche introdotte sollevano alcune perplessità, soprattutto in termini di efficacia. La riduzione degli incentivi potrebbe infatti scoraggiare molti interventi, con conseguente calo delle entrate fiscali derivanti da Iva, Irpef e Ires. Inoltre, il rischio di un aumento del lavoro sommerso è concreto, soprattutto per gli interventi eseguiti su seconde case.

Infine, l’assenza di incentivi significativi e la mancanza di soluzioni per la cessione del credito rendono difficoltoso raggiungere gli obiettivi fissati dalla direttiva europea sulle case green. Prima del superbonus, interventi come il cappotto termico erano rari; con detrazioni ridotte al 30%, è probabile che tornino a essere poco diffusi.

In ambito immobiliare, una buona notizia riguarda il rinnovo fino al 2027 del Fondo Consap per i mutui prima casa. Questo strumento garantisce l’accesso al credito ipotecario, soprattutto per i giovani under 36 con Isee fino a 40.000 euro, coprendo fino all’80% del debito residuo in caso di insolvenza. Grazie a questa garanzia, le banche potranno offrire mutui a condizioni più vantaggiose, incentivando l’acquisto della prima casa.



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