TRENTO. Rosa, non come il vino da uve leggermente ‘scremate’, ma il rosa delle donne che col vino dimostrano un cipiglio professionale d’assoluto valore. Impegno e costante preparazione enoica, per rilanciare una ‘quota rosa’ decisamente autorevole. Senza alcun timore. Tra bilanci e altrettanti progetti, per un 2025 che sarà ancora più dinamico.
Lo ribadiscono le associate a ‘Donne del Vino’, congrega in continua evoluzione, tra dissertazioni sulla cultura del buon bere, degustazioni comparate, convivi e soprattutto tanta cordialità, come quella che solo le donne più intraprendenti possono vantare.
L’associazione vanta a livello nazionale oltre 1200 socie tra produttrici, vignaiole, agronome, enologhe, avvocate, sommelier, giornaliste che – ciascuna con le proprie competenze, promuovono sì la cultura del vino ma soprattutto il composito mosaico di storia, di arte e di tradizioni dei piccoli e grandi territori d’Italia.
In azione da ben 25 anni, durante i quali si sono alternate alla presidenza alcune delle più autorevoli protagoniste del buon bere italiano, da Elisabetta Tognana, Adele Vallarino Gancia, Franca Maculan, Giuseppina Viglierchio, Pia Donata Berlucchi, Donatella Cinelli Colombini, con Daniela Mastroberardino attuale ‘presidentessa’.
Associazione basata sull’idea (geniale) di riunire non solo chi lavorava in vigna e in cantina, ma anche altre categorie variamente collegate al mondo del vino. Soprattutto ristoratrici ed enotecarie, attraverso le quali il vino passa dalla cantina alla tavola.
Nei 5 lustri d’attività le Donne del Vino hanno raggiunto fama e notorietà, senza mai cedere all’autocelebrazione, con impegno sempre maggiore nel promuovere la conoscenza di quel mondo di fascino quanto рroblematico che è il mondo del vino.
Molti esami sono stati superati, molti riconoscimenti conquistati, soprattutto molto, moltissimo lavoro è stato svolto. Sono innumerevoli tappe di un cammino iniziato come una sfida e rivelatosi poi come anticipatore di innovazioni nel mondo dell’enogastronomia.
L’anno sciale si è recentemente chiuso a Roma con il III Forum mondiale ospitato a Palazzo Grazioli, che ha coinvolto le Donne del Vino del Mondo, sul tema del futuro dei consumi del vino soprattutto nelle fasce più giovani: dalla Cina all’Argentina, dalla Svizzera all’Australia l’esortazione a cambiare marcia, a individuare strategie nuove di promozione e di comunicazione, in linea con il futuro Tema dell’Anno valido per tutte le Delegazioni: Donne Vino Innovazione.
Spirito di gruppo e sinergia operativa sono irrinunciabili ed esprimono al meglio il valore associativo, che si manifesta in attività parallele condotte dalle delegazioni regionali, ciascuna delle quali esprime la particolarità del proprio territorio. Senza se e senza ma.
Lo ribadisce con forza Rosaria Benedetti, attuale delegata del Trentino Alto Adige. Che presenta una sorta di mini bilancio dell’attività che le Donne del Vino hanno svolto nella nostra regione.
Una delegazione piccola ma ben coesa e motivata, conta una cinquantina di associate e abbraccia con coerenza Trento e Bolzano, creando una sinergia territoriale che рoche associazioni рossono vantare. Obiettivi condivisi – sottolinea Rosaria Benedetti – che coinvolgono importanti cantine blasonate e piccole produttrici, sommelier e ristoratrici con l’obiettivo di creare formule trasversali, talvolta innovative, che permettano a tutte una visibilità efficace e stimolino opportunità di collaborazione con partnership diversificate.
Lo dimostra l’esito della recente “Connection Italia”, evento di scambio con la delegazione della Camрania, рresente la Presidente nazionale Daniela Mastroberardino, che si è svolta su due giornate intense e motivanti: in Trentino con l’accoglienza a Villa Margon e la visita alle cantine Ferrari; in Alto Adige con la degustazione alla Felsenkeller di Laimburg e l’esperienza tipica del Toerggellen nei masi altoatesini. Incontro impostato già a suo tempo dalle precedenti delegate, Elena Walch e Romina Togn.
“Tutte le piccole e grandi imprenditrici vitivinicole, le sommelier o le enotecarie, tutte le Donne che di vino sanno parlare e scrivere, che il vino lo sanno capire e lo sanno amare, guardano al proprio territorio con affetto e sensibilità, consapevoli che salvaguardare il rapporto tra natura e cultura, tra vino, cibo e civiltà costituisce sicurezza nel presente e garanzia di identità per il futuro”.
Dichiarazione collegiale che riafferma il ruolo di queste preparate interpreti della cultura enoica, pronte a rilanciare nei prossimi mesi altre iniziative territoriali. Per coinvolgere i consumatori più attenti, curiosi e decisi a rispettare valori e significati etico culturali di tutto quanto è lagato al vino. Indipendentemente alle quote rosa.
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