L’Associazione delle Malghe della Lessinia contro il progetto di piste ciclabili | TgVerona

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L’Associazione dei proprietari delle Malghe della Lessinia, che riunisce le proprietà private delle malghe della Lessinia e l’associazione Salvaguardia rurale veneta, aggregazione nata nel 2017 a Badia Calavena da allevatori e da difensori del mondo rurale della montagna veronese e delle altre province venete, guardano con estrema preoccupazione al progetto delle amministrazioni locali della Lessinia per creare piste ciclabili all’interno delle aree a pascolo della Lessinia.

“Da quello che è dato sapere le amministrazioni locali della Lessinia stanno progettando ampi percorsi sia su suolo pubblico che privato all’interno delle malghe della Lessinia, con lo scopo di creare percorsi ciclabili finanziati con bandi pubblici o risorse dei comuni di confine. Per arrivare allo scopo sembra si stiano progettando anche espropri parziali di malghe. Un ennesimo progetto fatto in ambito pascolativo che non va ad aiutare chi si adopera per gestire l’ambiente ed il paesaggio sempre più tra mille difficoltà, ma che va a stimolare e ad ampliare forme di turismo insostenibile per le attività zootecniche in quota. E che andrà a rendere sempre più difficoltosa l’attività di alpeggio. Per individuare quale tipologie di turismo mettono in difficoltà l’attività zootecnica basta rileggere il dossier di iscrizione del paesaggio storico rurale degli Alti pascoli della Lessinia nel registro nazionale del paesaggio rurale” scrivono le associazioni in una nota.

“Le forme di turismo più insostenibile sono state esplicate dagli stessi malgari: i cani liberi, l’abbandono dei rifiuti, il passaggio delle biciclette nelle malghe, mettono in grande difficoltà chi prosegue nella gestione dell’ambiente che tanto bella fa la Lessinia. Non si capisce pertanto l’esigenza dei comuni della Lessinia e del Parco Naturale Regionale nel creare percorsi che andranno ad aumentare l’afflusso del turismo non sostenibile. L’attività di malga si fa sempre più dura – dichiara Enrico Beltramini presidente dell’associazione Salvaguardia rurale veneta – Tra lupi che predano sempre di più, camion che sempre meno vengono a caricare il latte in malga a causa delle strade sconnesse, e nessun progetto delle amministrazioni a sostegno delle attività zootecnica, creano i presupposti per un sempre maggior abbandono della nostra montagna. Anzi si vanno a creare per il futuro anche i presupposti di gravi perdite di appeal turistico per il nostro territorio. Perché i nostri amministratori vogliono tutto questo? Per accedere ai bandi delle ciclabili? Un business che fa comodo a chi? Non certo a malgari, al cui attività sarà sempre più a rischio. Nel passato c’era molta più lungimiranza. Portare un percorso di biciclette in un luogo di lavoro come la malga, senza avviare un dialogo con i malgari stessi è un ‘imposizione senza senso che metterà in grave difficoltà l’attività zootecnica.”

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Dello stesso avviso anche Marcantonio Grizzi, presidente dell’associazione proprietari delle malghe: “Forse si vogliono creare i presupposti per creare in Alta Lessinia un Parco giochi in stile Gardaland. I progetti per portare l’acqua nelle malghe e ora per portare i ciclisti, creano sicuramente i presupposti per grandi business turistici, mentre nessuno sembra vedere l’abbandono del ritiro del latte da parte dei caseifici. Qual è l’obbiettivo delle amministrazioni locali? Dove sono le associazioni di categoria in difesa dell’attività agricola e degli allevatori? La Lessinia è un territorio unico al mondo con le sue 100 e più malghe, perlopiù private. Possibile che solo gli allevatori se ne debbano prendere cura? Lascia basiti che progetti di tale portata e dalle ricadute pesanti non siano stati valutati con i custodi del territorio. Ricordiamo che le malghe sono innanzitutto un luogo di lavoro, a meno che non si voglia permettere il transito delle biciclette solo in periodi non di alpeggio”.

“Restano soprattutto grandi dubbi sulla reale pubblica utilità di espropri in luoghi di lavoro come sono le malghe della Lessinia, di cui il comune di Bosco Chiesanuova si è già fatto capofila. Rimane la speranza di un maggior dialogo come sembra presuppore il rinvio della votazione sul percorso ciclopedonale ricadente nelle malghe da parte del consiglio comunale di Erbezzo. La difesa degli Alti pascoli della Lessinia, richiesta dal Mipaf e portata avanti dagli allevatori e dalle associazioni locali, dovrebbe trovare maggiore interesse anche da parte degli enti locali, prima di voler espropriare per acquisire diritti, andrebbero portati avanti i propri doveri” chiosa la nota delle associazioni.



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